Messaggero Veneto del 09/11/12
Via libera ai cortei, domani città blindata
Il dado è tratto: sì al corteo di Fiamma Tricolore, sì al contestuale presidio delle forze politiche di sinistra. Domani città blindata, con polizia e carabinieri chiamati di rinforzo dai rispettivi reparti mobili, e commercianti decisamente stupiti: sarà un sabato pomeriggio di preoccupazione, i clienti se se staranno – è la previsione – bene alla larga dal centro storico. Tanto che il loro presidente invita: «Fate fiaccolate, magari di sera, come noi. Sono decisamente più belle dei confronti». Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è svolto di prima mattina, ieri. Era presieduto dal prefetto Pierfrancesco Galante. Attorno al tavolo, con i massimi vertici delle forze dell’ordine, il sindaco Claudio Pedrotti e il presidente della Provincia Alessandro Ciriani. Al termine una consegna della politica: parla solo l’istituzione, il prefetto. «Le manifestazioni vengono notificate. Se ci sono motivi di ordine pubblico si vietano. Non abbiamo ritenuto di vietarle», ha comunicato Pierfrancesco Galante. Con una racomandazione indirizzata sia a una parte sia all’altra. I cui sguardi si incroceranno proprio sul ponte di Adamo ed Eva. Il corteo della Fiamma Tricolore partirà dal piazzale della Santissima, attraverserà il ponte, proseguirà per corso Vittorio Emanuele per finire in piazzetta Cavour. Il presidio indetto dall’associazione degli immigrati e da Rc (cui ieri si è aggiunta l’adesione della Fiom) si terrà sul ponte di Adamo ed Eva. Che diventerà il vero sito critico del pomeriggio. «Ho rappresentato agli organizzatori – precisa il prefetto – che la legge va rispettata e quindi non possono essere commessi reati». Niente provocazioni da una parte e nessun richiamo a tristi periodi del passato dall’altra. «Se dovessero esserci tali violazioni coloro che le commetteranno verranno perseguiti». La città sarà «adeguatamente presidiata», con rinforzi di polizia e carabinieri da Padova, Mestre e Gorizia. Oggi in questura ci sarà un vertice di coordinamento e valutazione della situazione. Il presidente dell’Ascom Alberto Marchiori si fa portavoce del malumore dei commercianti: «Se queste cose le facessero con una bella fiaccolata serale, come abbiamo fatto noi, non darebbero fastidio togliendo spazio ai clienti specie in un momento di crisi e beneficerebbero dell’effetto emozionale. In orario di shopping si rischia che qualche stupido cerchi il tafferuglio. Noi vogliamo che Pordenone resti una città tranquilla». EnriLisetto
Dal Messaggero Veneto del 08/11/12
diMartina Milia Non solo nessun passo indietro, ma la richiesta di una nuova manifestazione – le associazioni degli immigrati hanno chiesto ieri al Questore di poter fare un sit-in in piazza XX settembre sabato pomeriggio – con il risultato che, sabato prossimo, Pordenone diventi una città blindata. Una città con forze dell’ordine a ogni metro e costi per la collettività. Nell’esibizione muscolare tra Rc e Fiamma tricolore, si preannunciano “calate” da fuori provincia. Se Rc di Udine ha già annunciato che sabato sarà a Pordenone, su Facebook si annunciano rinforzi alla Fiamma anche da Milano. Mentre le forze politiche da sempre contrapposte rimarcano da una parte il diritto di un partito che si presenta alle elezioni regionali a manifestare (la Fiamma), dall’altra l’inaccettabilità dei temi della controparte (la Fiamma propone la marcia degli italiani “casa nostra o casa loro, riprendiamoci Pordenone”), la palla passa al comitato per l’ordine e la sicurezza in capo alla Prefettura di Pordenone. Oggi la riunione nella quale – alla presenza di sindaco e presidente della Provincia – le forze dell’ordine decideranno il da farsi. Intanto anche le altre forze politiche si schierano. Pio De Angelis, a nome della Federazione provinciale del Partito dei Comunisti Italiani di Pordenone, ha inviato una lettera a prefetto e questore con cui chiede loro di negare la piazza al Movimento sociale. «Ritengo infatti, che chi propugna idee ed agita simboli, aborriti dalla nostra Costituzione democratica, nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo, non possa e non debba, essere autorizzato a manifestare democraticamente, essendo la democrazia un istituto negato da coloro a cui si ispirano i componenti di questo movimento». Nel Pdl, invece, Francesco Ribetti attacca la sinistra. «Personalmente vorrei essere presente al corteo ma per un precedente impegno non so se mi sarà possibile, di sicuro sto con chi chiede di poter manifestare liberamente il proprio pensiero, “anche se italiano”». E Ribetti attacca l’amministrazione Pedrotti: «Sarebbe bello vedere un sindaco che fosse in grado di garantire la libertà di pensiero di tutti e non solo quella degli immigrati, a cui l’anno scorso fu concessa la piazza, quella buona della città – senza che nessuno abbia protestato, per venire a lamentarsi di non essere trattati bene qui da noi. Va da sé che qualsiasi violenza, verbale o di altra natura, ed atteggiamenti razzisti e xenofobi, debbano essere condannati con forza ed in maniera ferma e decisa, e ciò, però – sottolinea il consigliere –, anche quando tali atteggiamenti siano quelli di “razzismo all’incontrario”».
Dal Messaggero veneto del 07/11/12
Rinforzi da Udine al presidio antifascista
Rinforzi da Udine al presidio antifascista
Ieri sera tensione alla riunione in Assoimmigrati. «Risponderemo alla provocazione della destra»
Messaggero veneto del 07/11/12
Pronti a un confronto pubblico, con la mediazione dello stesso Alberto Garlini, ma non disponibili a rinunciare a una manifestazione. Almeno in questo Stefano Salmé (Fiamma tricolore) e Michele Negro(Rifondazione comunista) sono d’accordo. Non sono disponibili a fare un passo indietro. La Fiamma. Il leader del partito di estrema destra si dice «pronto a un confronto pubblico, anche con Michele Negro. Non posso invece rinunciare alla manifestazione di sabato perché mi candido alla presidenza della Regione e quella manifestazione è per me occasione di illustrare parte del mio programma – ricorda Salmé –. Come dovrei svolgere la mia campagna elettorale?». Quanto alle motivazioni di Rc, «Appare evidente la totale mancanza di argomenti nella richiesta di annullare una manifestazione politica di un partito che, dal lontano 1995, partecipa a tutte le elezioni democratiche ai diversi livelli istituzionali, amministrative, regionali, politiche ed europee. La sinistra, oggi come ieri, pensa ancora che con le minacce e la violenza possa conculcare la libertà di una forza politica come la nostra. In riferimento all’affermazione fatta da tale” Vito Savinelli”, appare chiaro, ad ogni persona intelligente che trattasi del solito “agente provocatore infiltrato” che, quotidianamente i sinistri ci inoculano nelle nostre amicizie virtuali di Facebook». Rifondazione comunista. Michele Negro afferma «la volontà di non lasciare scorrere altra violenza, denunciando ogni proposito di rigurgito fascista e/o proposta razzista. Non ho mai concepito di “mettere gruppi di…uomini a contatto” né troverà – scrive rispondendo a Garlini – dichiarazioni di odio o violenza specie armata solo il legittimo tentativo di fermare la vera violenza con impegno e passione politica, e ciò in piena sintonia con quanto afferma anche l’Anpi di Pordenone. E se ci fosse, o lei volesse organizzarlo, signor Garlini un confronto con più voci sulle cause della sofferenza sociale in atto io sarei felice di parteciparvi, convinto che il confronto e la discussione siano il sale di ogni democrazia concepita come partecipazione di cittadine e cittadini». Per l’esponente di Rc «Siamo in una fase storica di grande sofferenza sociale. Essa si abbatte sulle classi più deboli, su lavoratrici e lavoratori, soprattutto sui giovani a cui consegniamo un futuro buio. Per evitare allora i fuochi dei vari gesti “violenti” (occupazioni di palazzi e torri, manifestazioni continue o peggio suicidi clamorosi anche davanti al Parlamento) occorre rimuovere le cause prime di questa sofferenza: non basta o non serve a nulla un generico appello alla politica. Se questa non sa dare risposte vere e concrete ai bisogni delle cittadine e dei cittadini è condannata alla sconfitta e ad essere abbandonata (vedi Sicilia)». Mobilitazione. All’appello di Rc a contrastare l’iniziativa della Fiamma, risponderà anche Udine (atteso sabato anche il segretario Kristian Franzil). Ma anche la destra si sta ricompattando e sono attesi “rinforzi” extra provincia. Anche gli Animalisti Friuli Venezia Giulia scrivono contro la manifestazione della destra vista come un corteo anti-immigrati e rilanciano: «Riprendiamoci una società libera dall’odio». Pro e contro. La proposta di Gralini – lo scrittore ha invitato entrambi i movimenti a fare un passo indietro – trova invece d’accordo il direttore della Casa dello studente, monsignor Luciano Padovese. «Non entro nel merito dei contenuti, ma, la metodologia di questa contrapposizione è anacronistica. I giovani, a cui i partiti dicono di voler guardare, non la comprendono e semmai si allontanano ancor più dalla politica». La Fiamma ha diritto di manifestare, invece, per Mario Puiatti: «Sono convinto che in una democrazia moderna vada tutelato il diritto di tutti a manifestare, anche di quelli che non ci piacciono»
Messaggero Veneto del 06/11/12
Presidio antifascista, in massa da Udine
di Cristian Rigo Destra e sinistra in piazza: era capitato venerdì 28 settembre a Udine ed è finita con scontri tra i poliziotti in assetto anti-sommossa e alcuni militanti di sinistra, ma in realtà non è veramente finita qui perché sabato a Pordenone rischia di ripetersi lo stesso scenario. Con gli stessi protagonisti o quasi. La Fiamma Tricolore ha infatti in programma la manifestazione “Casa nostra o casa loro? Riprendiamoci Pordenone” per rivendicare i diritti degli italiani, ma Rc ha già chiesto l’autorizzazione a una raccolta di firme sull’altro versante del ponte di Adamo ed Eva e anche le associazioni di immigrati stanno valutando la possibilità di organizzare delle contromanifestazioni. E verso Pordenone sono pronti a “marciare” anche buona parte dei protagonisti del presidio antifascista organizzato a Udine. «Non possiamo accettare che vengano autorizzate manifestazioni che si rifanno chiaramente a posizioni politiche reazionarie e razziste – spiega il segretario regionale di Rc, nonché assessore comunale, Kristian Franzil, pure lui sotto indagine da parte della Procura di Udine che ha aperto un fascicolo a carico di 30 manifestanti con l’accusa di corteo non autorizzato e resistenza a pubblico ufficiale -. Anche l’Associazione nazionale partigiani d’Italia ha preso posizione in questo senso. La Costituzione non può essere calpestata con la scusa della democrazia. Per quanto ci riguarda organizzeremo un presidio assolutamente pacifico». Quel venerdì 28 settembre gli esponenti dell’estrema sinistra avevano giudicato inaccettabile la presenza in città del corteo di Forza Nuova tanto da decidere di provare a interromperlo o, per lo meno, a “zittirlo” cantando a squarcia gola Bella ciao. Una sessantina di partecipanti al presidio antifascista (che si era svolto regolarmente in piazza Repubblica dove si era radunato un centinaio di persone) ha infatti forzato il cordone di polizia percorrendo viale Leopardi allo scopo di raggiungere il corteo (quello sì autorizzato dalla Questura) di Forza Nuova che da via Aquileia doveva raggiungere piazza Libertà. Polizia e carabinieri in quella circostanza sono riusciti a evitare che le due “fazioni” venissero a contatto, ma non sono mancati attimi di tensione e alcuni scontri risolti a colpi di manganello tra le forze dell’ordine e gli antifascisti. A Pordenone per il momento gli scontri sono solo verbali con il segretario della Fiamma Stefano Salmé che rivendica il diritto a manifestare e a esprimere liberamente il proprio pensiero politico e il segretario provinciale di Rc Michele Negro che ha invece chiesto alla Questura di non autorizzare il corteo contro gli immigrati. Per tutta risposta Salmé ha annunciato querele e il presidente della Provincia Alessandro Ciriani ha giudicato la campagna di Negro «irresponsabilie. È gravisso – ha detto – che a chiunque sia impedito, anche solo con minacce verbali, di manifestare». Il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, ha convocato per giovedì il comitato per l’ordine e la sicurezza.
Dal Messaggero veneto del 06/11/12
S’allarga la sfida dei cortei Minacce e accuse in rete
di Martina Milia Anche gli immigrati si mobilitano. L’appello di Michele Negro (Rc), a boicottare la marcia promossa dalla Fiamma Tricolare (sabato alle 16) per rivendicare i diritti degli italiani, fa proseliti. In una nota l’associazione immigrati, l’associazione Ivoriani, Ghana Nationals Association, associazione Burkinabé, Nigeriani e Woman of Substance, annunciano un’assemblea per questa sera a Torre (nella sede di via Piave alle 20.30), insieme a Iniziativa libertaria, per decidere eventuali contromanifestazioni. La tensione sale. Il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, ha convocato per giovedì il comitato per l’ordine e la sicurezza. Tra i partecipanti alla riunione (insieme al sindaco e ai vertici delle forze dell’ordine) anche il presidente della Provincia Alessandro Ciriani che giudica la campagna di Michele Negro «irresponsabilie. E’ gravisso che a chiunque sia impedito – anche solo con minacce verbali – di manifestare. La Fiamma è un partito come gli altri, Negro è un nostalgico dei tempi. Deve capire che non viviamo più negli anni ’70, ma siamo nel 2012. Se il problema è impedire che ci siano facinorosi, lascino fare alle forze dell’ordine». Ma Negro non molla. «Ho la sensazione che non ci sia la volontà di farci raccogliere le firme sul ponte di Adamo ed Eva. Domani (oggi ndr) incontrerò il questore. A lui porterò anche il profilo Facebook di Stefano Salmè dove tale Vito Savinelli scrive: “Io ci sarò armato, vedremo la differenza tra gay comunisti e i veri uomini che danno la vita per un’idea”. Non è forse gravissimo? Chiediamo al sindaco di Pordenone di prendere una posizione netta». Le associazioni immigrati intanto contestano duramente il linguaggio usato dalla Fiamma e dai simpatizzanti. «Il governo del Friuli Venezia Giulia incassa 600 milioni di euro dai migranti e ne spende per loro meno di 4 milioni: altro che parassiti!» rivendicano i migrantiche «non sono disposti a essere definiti parassiti nè a essere considerati lavoratori usa e getta. Chi autorizza manifestazioni come queste – è l’avviso –, il cui unico obiettivo è espressamente fomentare l’odio verso una parte importante della popolazione, si assume tutte le responsabilità per le eventuali conseguenze».
Destra e Sinistra in piazza
S’allarga la sfida dei cortei:
minacce e accuse in rete
S’allarga la sfida dei cortei:
minacce e accuse in rete
Pordenone, collettivi, sodalizi e immigrati preparano per sabato un presidio anti-Fiamma. Negro: su Facebook scrivono che verranno armati. Ciriani: Rc irresponsabile. La violenza annunciata