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Messaggero Veneto del 11/06/11
Proteste e spintoni anche senza il ministro Gelmini
«La Gelmini non c’è: il ministro dell’istruzione ha avuto paura delle contestazioni e questo è triste, vuol dire che non sa spiegare la sua riforma agli studenti». I ragazzi del Collettivo studentesco di Pordenone c’erano, invece, ieri in Comina nel “no-Gelmini Day”, anche senza il ministro. Pronti a manifestare a suon di rap e reggae del dj Tubet, contro i tagli alla scuola in occasione del taglio del nastro al nuovo polo tecnologico. «Siamo “indignados” – ha continuato Giulio Vianello, portavoce degli studenti, affiancato da precari, nonni, sindacalisti Flc-Cgil, Comitato genitori, insegnanti del Kennedy e del Flora -. Facciamo sentire la nostra voce alle autorità che non difendono la scuola statale: Tondo, Molinaro, Ciriani, Beltrame ascoltateci». «La nostra protesta arriverà alle orecchie della Gelmini – hanno detto Adriano Zonta, leader sindacale Flc-Cgil, e Natalino Giacomini, segretario regionale -. Vorremmo che le risorse investite nel polo tecnologico fossero uguali per la scuola statale. Faremo una petizione da spedire al presidente Napolitano». Cento “indignados” hanno allungato il serpentone umano, con bandiere e striscioni. Tra il popolo del “no-Gelmini Day” anche un nonno di 73 anni, pronto a protestare per i due nipoti che frequentano la primaria De Amicis. «Avevano promesso la scuola dell’informatica, inglese e impresa – ha detto Rodolfo Bertolo -. Invece per i miei nipoti ci sono meno ore: fanno più religione di inglese». Microfoni aperti nei titoli di coda. Gli anarchici di Iniziativa libertaria si sono aggregati e hanno alzato i toni contro il governo, la Gelmini e pure la riforma Berlinguer. L’attacco all’ex-ministro di sinistra non è piaciuto ai sindacalisti Flc-Cgil: sono volati parole, un paio di spintoni e poi il diverbio è rientrato. Chiara Benotti