Messaggero Veneto DOMENICA, 31 GENNAIO 2010 Pagina 2 – Pordenone Corteo con 250 persone. Il Carroccio: «Troppa violenza, i pordenonesi si riapproprino della città»
Immigrati, fiaccolata leghista tra le invettive degli anarchici
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«Pordenone torni ad essere la città sicura di vent’anni fa. Se ne riapproprino i suoi cittadini». E’ stato questo lo slogan più scandito ieri sera dai 250 manifestanti che hanno partecipato, sotto la pioggia, alla fiaccolata indetta dalla Lega nord sulla sicurezza. Iniziativa disturbata da una decina di anarchici, che hanno inveito contro i leghisti apostrofandoli come «nazisti».
Il fuori programma all’inizio, quando una decina di anarchici sono comparsi con cartelloni, scandendo slogan contro i manifestanti: «Nazisti, siete la vergogna di Pordenone. Mettetevi la fiaccola nel c…, avete infangato il giorno della memoria». Qualche replica sull’altro fronte («comunisti»), prima dell’intervento della Digos che ha calmato gli animi. E fuori programma pure con un immigrato dell’Africa del sud che voleva a tutti i costi una bandiera leghista: «Manifestano per la legalità e la sicurezza? Fanno bene». Ma niente bandiera. Via alla fiaccolata, diretta dal vicepresidente della Provincia, Eligio Grizzo, durante la quale sono stati scanditi diversi slogan: «Piazza pulita, facciamola finita», «Il problema è sempre quello, si chiama Bolzonello», «Basta sangue nelle nostre città». Tra i presenti, il senatore Mario Pittoni, i sindaci di Brugnera e Porcia, Ivo Moras e Stefano Turchet, l’assessore provinciale Alberto Zorzetto e una rappresentanza dell’Ugl-Polizia di Stato.
«La claque alla nostra sinistra ha prodotto questi risultati», ha esordito il segretario cittadino del Carroccio Antonino Di Pietro, rivolgendosi agli anarchici, mentre l’onorevole Fulvio Follegot s’è soffermato sulle politiche sull’immigrazione: «Occorre ripensare anche le politiche sui regolari: restino quelli con casa e lavoro, questa è dignità». La consigliera comunale e regionale Mara Piccin: «In consiglio comunale fummo derisi dal centro-sinistra quando denunciavamo il 18 per cento di immigrati: i numeri ci hanno dato ragione ed è stato smontato il tessuto sociale di questa città». Il capogruppo in Regione, Danilo Narduzzi, ha chiesto al Governo «di essere più leghista» ed ha attaccato i giudici («Applicate le norme sul reato di clandestinità, non siete stati eletti e anche voi dovete sottostare alle leggi del Parlamento») e i vescovi («Andate nelle carceri e verificate la situazione: altro che maxicarcere, per i friulani basterebbe un appartamento, invece dobbiamo accollarci i costi dei reati commessi dagli stranieri»). Ironico il segretario provinciale Enzo Bortolotti: «Dov’è Bolzonello? Sarà con l’associazione immigrati e i centri sociali» e l’ha esortato a «controllare gli appartamenti, questi di piazza Risorgimento, spazi che erano degli italiani che hanno dovuto andarsene». Richiama Sarkozy che «ora adotta il modello Friuli». Chiusura riservata al segretario regionale Pietro Fontanini: «La Lega non è razzista, ma per il rispetto dei popoli. E i friulani sono un popolo di emigranti, andato nel mondo con un contratto di lavoro, rispettando le regole dei Paesi ospitanti e integrandosi». Boato per il consigliere regionale Ugo De Mattia, prima del rompete le righe: «Chiudere gli ambulatori per i clandestini».
di ENRI LISETTO
DOMENICA, 31 GENNAIO 2010
Pagina 2 – Pordenone
Etichettare gli stranieri? Meglio guardare prima come ci comportiamo noi
Fateci caso
Non so voi, ma io ogni volta che sento qualcuno fare la sua bella equazioncina “immigrati = delinquenti”, è meglio se in tasca porto una di quelle palline anti-stress. Non è tanto perché è un luogo comune quasi più ritrito di “non c’è più la mezza stagione”, ma perché chi lo dice deve avere qualche problema di vista. E di udito. E di tatto. E di gusto, soprattutto. Non sta messo troppo bene, insomma, in quanto a percezione del mondo esterno.
Faccio un esempio, che si sta meno. Qualche settimana fa ero con la mia bella squadretta di calcio a fare allenamento. C’era da fare un esercizio a quattro gruppi: ognuno doveva andare nella zona di un altro e portare via più palloni possibili, prendendone uno alla volta e portandoli a mano nel proprio quadrato. Semplice semplice. Peccato che non una delle squadre, e sottolineo non una, abbia rispettato la regola: chi si prendeva due palloni per volta, chi i palloni li calciava invece di portarli a mano, chi faceva di tutto per ostacolare gli avversari. E più un gruppo alzava la posta dell’imbroglio, più gli altri lo seguivano, al grido di “E loro? Guardate loro!”.
Ecco, è proprio questo il nostro problema. Il “guardate loro”. Il concetto che se lo fa qualcuno, anche se è sbagliato, allora possono farlo tutti. Macchè possono: devono. Un altro dei luoghi comuni tanto cari a molte persone di mia conoscenza è che qui al Nord, e in particolare al Nordest, questo aspetto dell’italianità non esiste: noi siamo meglio, noi non aspettiamo solo l’occasione giusta per fregare il prossimo. Bé, che dire: se anche a uno stupido giochino dove non si vince niente, durante un allenamento di una squadra di terza categoria, non riusciamo a fare a meno di fregarci a vicenda, c’è poco da fare i fighi in giro. Non siamo migliori, proprio di nessuno. Dove diavolo ho messo la mia pallina anti-stress?
Enrico Galiano
DOMENICA, 31 GENNAIO 2010
Pagina 2 – Pordenone
Extracomunitari verso lo sciopero
Il 1º marzo la “Giornata senza di noi”. L’annuncio ieri in Regione
Il convegno “Mai più”
«Duemila immigrati in sciopero e chiusi in casa il primo marzo, per 24 ore senza di noi».
Città spaccata in due, ieri e diritti contesi sulla sicurezza. Nell’auditorium della Regione di Pordenone gli immigrati hanno chiesto convivenza civile e diritti, mettendo in cantiere lo sciopero “etnico”, mentre in piazza Risorgimento c’era la fiaccolata leghista.
«Contro la xenofobia leghista, incroceremo le braccia con la protesta “24 ore senza immigrati”. Ricordiamo la storia di nazismo e razzismo, che ha portato alla Shoah nel secolo scorso» ha detto Eddj Ntumba Dinanga, testimone nell’incontro “Mai più” sulla Giornata della Memoria, organizzato da Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra, Giovani Comuniste/i, Associazione Immigrati, Comitato 25 aprile e Circolo Arci di Montereale.
Mai più. «Per l’uguaglianza, la libertà, la convivenza civile e i diritti, mai più campi di concentramento e sterminio. Mai più razzismo e intolleranza» hanno ribadito gli organizzatori dell’happening Arianna de Maio Simboli e Michele Negro, insieme a Mario Bettoli (presidente dei partigiani Anpi), Stefano Raspa (regista) e Patrizia del Col (dell’Aned che associa ex-deportati). «Riflettiamo celebrando il Giorno della Memoria – hanno aggiunto presentando filmati sulla deportazione e liberazione in Friuli – occasione per riflettere, con racconti dei reduci locali e filmati storici sui campi di concentramento e sulla lotta di liberazione. Sulla storia di ieri e quella di oggi». Dalla Shoah ai venti xenofobi che soffiano sulla questione immigrati.
Immigrati. «Ci sono leggi ispirate dalla Lega contro gli immigrati – ha detto Ntumba -. Contro le discriminazioni stiamo organizzando uno sciopero: sarà il primo marzo e vogliamo i sindacati dalla nostra parte, così come gli italiani». Tavolo aperto la prossima settimana con Cgil, Cisl e Uil ed è in vista un accordo con tutte le associazioni degli immigrati. «Hanno dato l’adesione alla protesta il gruppo del Ghana – ha elencato Didier Manga -, l’Associazione Immigrati, il Rinnovamento della Sinistra, Sacile partecipata e sostenibile, Camerun Connection». Con loro Stefania Ragusa, presidente del movimento Primo marzo, che coordina una quarantina di comitati nazionali e Mauro Marra dell’Associazione Immigrati di Pordenone. «Ricevo dieci telefonate al giorno per denunciare discriminazioni e sopraffazioni sugli immigrati – ha denunciato Marra -. L’emergenza sono i tempi lunghi per ottenere i permessi soggiorno abbinati alla crisi di lavoro».
Shoah oggi. «E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo» era la frase di Primo Levi a proposito del nazi-fascismo, delle politiche di discriminazione razziale, della vicenda dei campi di sterminio non solo di ebrei ma anche di zingari-rom, omosessuali, oppositori politici, disabili. «Non abbiamo imparato ancora abbastanza dalla storia – ha detto Arianna de Maio Simboli, liceale del Leopardi-Majorana -. I fatti dolorosi di Rosarno dimostrano scelte di discriminazione ed esclusione che sono il corridoio della negazione dei diritti universali e di condizioni di schiavitù e segregazione». La soluzione? «Contro il razzismo e una nuova Shoah – ne è certa – dobbiamo aprire le porte agli immigrati. Quelle che la Lega chiude».
Chiara Benotti
DOMENICA, 31 GENNAIO 2010
Pagina 2 – Pordenone
Blitz dei giovani del Pdl davanti al negozio teatro della rissa
Contento ha contattato il sottosegretario all’Interno Mantovano: occorrono più uomini delle forze dell’ordine
Blitz in piazza Risorgimento, poco prima dell’inizio della fiaccolata leghista, di alcuni esponenti del Pdl locale, tra i quali il consigliere comunale Emanuele Loperfido e il consigliere comunale di Azzano Decimo Alberto Locatelli. Una ventina i giovani che hanno appeso un manifesto (“Scusate l’assenza, torniamo il prima possibile. Firmato sicurezza e legalità”) sulle serrande della pizzeria da asporto “Kebap”, teatro, due settimane fa, di una rissa con accoltellamento sfociata in sei arresti.
«Come testimoniano anche i dati resi noti dal Gip di Pordenone – spiega Loperfido –, oltre la metà degli indagati per i reati commessi nella nostra provincia sono da imputare a stranieri. Di fronte a questa realtà si evince come sia necessaria una maggiore fermezza nel controllo del territorio da parte delle istituzioni, utilizzando in modo più efficace le risorse presenti in città, tra forze di polizia, carabinieri, polizia municipale, esercito e ronde».
Il consigliere comunale, riprendendo l’idea del presidente della Provincia Alessandro Ciriani, ha rilanciato la proposta di collocare in piazza Risorgimento un presidio stabile delle forze dell’ordine, utilizzando le ronde, «in modo da rendere la piazza un luogo sicuro ed accogliente, che faccia altresì sentire a disagio ed indesiderati i malintenzionati, di qualunque nazionalità».
L’onorevole Manlio Contento, inoltre, ha contattato il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, affinché siano potenziati gli organici delle forze dell’ordine nel Friuli occidentale.
«Pordenone – conclude Loperfido – vuole continuare ad essere aperta, solidale ed accogliente, ma soprattutto vuole rimanere la città sicura e vivibile che ha sempre positivamente impressionato tutti coloro i quali abbiano avuto la possibilità di conoscerla». (e.l.)