PORDENONE: comunicato sulla manifestazione dei migranti

COMUNICATO STAMPA SULLE REAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEI MIGRANTI
Esprimiamo profonda indignazione per la settimana di battente campagna
mediatica di denigrazione, mistificazione e aggressione contro i
migranti che hanno manifestato sabato 5 febbraio a Pordenone. E´
sconcertante che a fronte di una richiesta esasperata di attenzione
rispetto alla situazione che questi “invisibili” vivono, ultimo anello
della catena della precarietà che coinvolge anche tanti pordenonesi,
si risponda strumentalizzando un cartello e una scritta, additando una
grande manifestazione e importanti contenuti con termini quali
“violenza” e “aggressione” ribaltando la realtà che li vede vittime di
violenza reale come per la ragazza ghanese quasi morta d´aborto per il
terrore di essere espulsa o i rinchiusi nei CIE di Gradisca a pochi
chilometri da noi che si sono “cuciti la bocca” per denunciare i casi
di pestaggi e intimidazioni, colpevoli solo di avere un permesso di
soggiorno scaduto. Mentre si indica la luna lo stolto guarda l´indice
ed è così che appaiono i politicanti che di volta in volta si sono
espressi in sperticate condanne della protesta dai quotidiani locali.
Come Iniziativa Libertaria esprimiamo ancor più vicinanza e
solidarietà ai migranti in lotta, alle loro sacrosante rivendicazioni
e rimarchiamo quanto da anni andiamo dicendo, avendo conferma con il
presidio che si terrà sabato questo in P.tta Cavour per conto di
leghisti, PDL e postfascisti della Giovane Italia che ci sono due
razzismi da sradicare in città: il primo esplicito della Lega Nord che
mentre si dice “offesa” dall´accusa di razzismo intitola il presidio
“prima gli italiani!” dimostrando non solo che le accuse sono fondate
(cos´è la discriminazione se non quella che divide le persone non
sulla base del merito ma su quella del “sangue e del suolo” di
Hitleriana memoria?) ma anche la demenzialità di chi neppure si
accorge del paradosso; c´è poi un razzismo più strisciante e forse
colpevole che vive nell´indifferenza e nella tacita convinzione che il
riconoscimento dell´altro (in questo caso gli immigrati) debba passare
solo se l´altro sta in silenzio, non disturba e si sottomette ai ruoli
che la società gli riserva. Solo così si capiscono i continui
riferimenti, al limite dell´ossessione, ai “diritti e doveri” con cui
vengono richiamati i migranti, quasi un ricatto mafioso: o ti adegui o
te ne vai! Di quali “doveri” si va parlando? Lavorare, pagare le
tasse, l´affitto, sostenere la propria famiglia, mandare a scuola i
figli e prendersene cura sono i doveri che riguardano tutti, italiani
e non, e i diritti? Non sono quelli che dovrebbero garantire di avere
tutti le stesse possibilità di trovare un altro lavoro se si viene
licenziati o finisce il tempo determinato? Non dovrebbero essere
quelli che garantiscono a tutti, egualmente, di poter accedere ai
servizi sociali? Non dovrebbero esserre quelli di poter essere curati
in quanto persone e non sulla base di un permesso di soggiorno in
regola e non? I doveri, la stragrande maggioranza degli immigrati gli
adempie lavorando, contribuendo al benessere di tutti, pagando le
tasse e occupandosi della propria famiglia mentre sul fronte dei
diritti gli stessi vivono nell´incubo che il ritrovarsi un giorno
senza lavoro, senza poter più pagare il mutuo o l´affitto, senza
riuscire a mantenere la famiglia potrà comportare la cacciata dalla
città in cui hanno vissuto e cercato un futuro per se e i propri cari.

Questo hanno cantato, gridato e spiegato durante il corteo e su questo
si dovrebbe rispondere invece di continuare con leggi
“democraticamente” razziali da una parte e il menefreghismo
dall´altra.

Iniziativa Libertaria