COMUNICATO STAMPA – I soliti politicanti di professione, il solito razzismo
A Ciriani, solito a dividere italiani e stranieri fomentando la guerra tra poveri, rispondiamo all’accusa di fare i “rivoluzionari di professione” che mentre tutti noi, con cittadinanza o senza, tiriamo la carretta a causa della crisi lui si piglia stipendi d’oro reggendo un ente inutile come la provincia che tutti a parole vorrebbero abolire e che poi però salvano puntualmente perché ci sono troppi politicanti bipartisan a cui parare il culo, magari appaltando alle associazioni “amiche” eventi in cui viene invitata gente “autorevole” radiata dall’ordine dei giornalisti e dalla FIGC.
Non manca neppure Loperfido, solito sputare sentenze e chiedere sanzioni, il consigliere che da leader di Azione Giovani assieme al suo amicone presidente della provincia hanno invitato in pompa magna a Pordenone il fustigatore di immigrati Pier Gianni Prosperini presso l’Hotel Moderno, un gran convegno con battutacce folkloristiche e razziste; lo stesso personaggio (ex assessore al turismo e lo sport in Lombardia) che poco tempo dopo è stato arrestato in diretta su Antenna3 per corruzione e tangenti ed indagato per traffico illegale d’armi all’Eritrea. Da questo pulpito verrebbero gli appelli alla legalità e al merito? Invece di chiedersi perché c’erano le bandiere anarchiche in corteo, da sempre a fianco e a sostegno delle lotte degli oppressi e dei più deboli, si chieda come mai non c’erano quelle della Lega e del PDL…forse perché fautori delle peggiori leggi xenofobe degli ultimi anni?
A Pedrotti, che chiede di rivedere le concessioni ai cortei a Pordenone ponendo maggiori limiti, rispondiamo che la cosa sfiora l’assurdo. Quanti cortei ci saranno in un anno? 3, 4 forse 5? Manifestare liberamente fa parte del diritto di critica ed espressione, formula tanto cara a chi sventola la democrazia come massimo sistema, poi appena la protesta infastidisce i piani alti o qualche benpensante riemerge l’opzione di mettersi a fare lo sceriffo inseguendo la destra illiberale.
I lavoratori, i disoccupati, i precari, gli studenti autoctoni e non stanno pagando una crisi provocata da un economia fallimentare che si basa sullo sfruttamento e la gerarchia sociale, la soluzione sta nell’abbattere questo sistema in putrefazione, creando l’alternativa, e non nel perpetuarlo.
Iniziativa Libertaria