PORDENONE/ certo che il Messaggero fa proprio schifo

DOMENICA, 11 NOVEMBRE 2012 – Pordenone

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Cortei, evitati gli scontri

Polizia e carabinieri tengono separati Fiamma tricolore, immigrati e Sinistra

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Minuti di tensioni davanti alla biblioteca, ma le due fazioni non vengono a contatto
Poi i manifestanti di destra vengono scortati fino al parcheggio Marcolin e alla stazione

di Enri Lisetto La grande paura è passata quando i manifestanti della Fiamma Tricolore sono stati scortati al parcheggio Marcolin e alla stazione ferroviaria e hanno lasciato Pordenone. Solo in quel momento i 150 tra poliziotti e carabinieri (richiamati da tutta la provincia, tanto che alcune caserme del territorio sono rimaste chiuse, oltre che dai Reparti mobili San Marco di Mestre per l’Arma e Padova per la polizia) hanno abbandonato l’assetto antisommossa. Poco prima era scattato l’allarme rosso: i manifestanti di Assoimmigrati, Rc, Fiom e anarchici erano “evasi” da piazza Ellero dei Mille e, dopo una difficile trattativa con la Digos, avevano raggiunto piazza XX Settembre. A poche decine di metri dalla fazione opposta. Per due ore, prima, piazzetta Cavour non è stata quella del sabato pomeriggio, delle vasche, dello struscio, dello shopping, dei capannelli tra amici. Un deserto assediato da uomini delle forze dell’ordine e camionette di traverso. «Vi prego non fatemi dire niente», scuote la testa il presidente dell’Ascom Aldo Biscontin. Alcuni esercenti avevano tenuto le serrande abbassate, al passaggio del corteo più scortato che si ricordi, lungo Contrada Maggiore. Chiuse anche tutte le vie laterali. Negozi vuoti: «Abbiamo abbassato le serrande per evitare problemi», dicono da Ferronato. Molti commercianti avevano telefonato in questura: dobbiamo restare chiusi? Il servizio d’ordine della Fiamma Tricolore invita a «mantenere la calma, a non rispondere alle provocazioni». Una arriva ancora prima della partenza (in ritardo per aspettare i manifestanti da Bergamo) in piazza Municipio: «Ora e sempre resistenza», grida un giovane che si dilegua in via del Castello, dopo essere inciampato. Arriva l’ordine perentorio: bloccare a tutti l’accesso da tutte le strade sul corso. Partono in 70, portano un tricolore lungo 50 metri, 12 bandiere di Fiamma Tricolore e due italiane. Li osserva da lontano il sindaco Claudio Pedrotti, tra i passanti Fabrizio Venier (già segretario provinciale del Pd) e Vanni Tissino, ma è un caso. Si affacciano dalla Camera di commercio i corsisti del laboratorio del gusto, dai negozi vuoti le commesse. Loro, i manifestanti, scandiscono pochi slogan: «Contro il sistema la gioventù si scaglia, boia chi molla è il grido di battaglia». Un paio di “complimenti” li riservano a Gianfranco Fini e agli immigrati. All’incrocio con via Cesare Battisti, possibile punto di contatto con la controparte, ben più folta, è zona rossa. In piazzetta Cavour cantano l’inno nazionale. «Camerata Pino Rauti presente!», scandiscono tre volte. Poi tocca ai discorsi. Si avvicinano una ventina di pordenonesi. Vengono ringraziati il consigliere comunale Francesco Ribetti (presente) e il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, il governo viene invitato a riportare a casa i marò e piovono applausi. Ringraziano «Dio, che non ci ha fatto nascere comunisti» e chiudono la manifestazione. A duecento metri Assoimmigrati, Rc e Fiom chiedono di accedere a piazza XX Settembre. Scatta l’allarme rosso. C’è il rischio di un contatto che potrebbe fare sfuggire di mano la situazione. Ottengono di portarsi fin davanti alla biblioteca. Sono minuti di tensione, mentre oltre il cordone di sicurezza la gente guarda e scuote la testa. I militanti di Fiamma Tricolore se ne vanno scortati. Quando c’è la certezza che sono ripartiti per Udine, Trieste, Gorizia, Veneto, Emilia Romagna, Bergamo, Milano e Brescia, in piazzetta Cavour arriva la controparte. Ma alla Fiamma Tricolore non interessa: «Abbiamo dimostrato la civiltà che da sempre ci contraddistingue».

 

 

DOMENICA, 11 NOVEMBRE 2012

Pagina 17 – Pordenone

Qualche malumore per il “cordone” in piazza

Numerosi i disagi per i cittadini che, ieri pomeriggio, avevano deciso di fare una passeggiata in centro: in piazza XX Settembre, all’altezza del Barcollo, un cordone di forze dell’ordine ha impedito a chiunque di dirigersi verso piazzetta Cavour. Una precauzione inevitabile, in considerazione del clima di tensione che si respirava ieri pomeriggio in città, ma che non tutti hanno compreso: diverse sono state, infatti, le persone che, appresa l’impossibilità di passare, hanno protestato con polizia e carabinieri. Una ragazza, tuttavia, ce l’ha fatta: «Devo andare a lavorare» ha detto all’ufficiale dell’Arma che coordinava i militari impegnati insieme ai poliziotti nel duro lavoro di ieri: il carabiniere, ravvisata la tranquillità della ragazza e comprese le sue necessità, l’ha lasciata passare. (m.p.)

 

DOMENICA, 11 NOVEMBRE 2012

Pagina 17 – Pordenone

Gli immigrati: «Non siamo un limite, ma una risorsa»

Numerosi gli stranieri tra le fila di Rc, movimenti di sinistra, Fiom e studenti «La Costituzione ha cancellato il fascismo, il loro corteo non andava autorizzato»

«Gli immigrati non sono un limite per il nostro Paese, bensì una risorsa: a poche centinaia di metri da qui, c’è qualcuno che non solo non ha compreso questo concetto, ma assume comportamenti caratterizzati da razzismo e xenofobia, sentimenti che noi aberriamo in modo assoluto». Michele Negro ha scaldato i circa 200 militanti di Rifondazione Comunista, che ieri pomeriggio, in piazzale Ellero, luogo simbolo della resistenza pordenonese, hanno manifestato contro l’iniziativa della Fiamma Tricolore, che si teneva poco distante. Non solo Rc, però: all’iniziativa hanno preso parte anche esponenti della Fiom e un alto numero di stranieri, in particolar modo africani, ma anche di altre nazionalità. La musica di Manu Chao usciva dagli autoparlanti, i giovani militanti comunisti distribuivano volantini per spiegare il senso della “contromanifestazione”: il clima era “caldo”, c’è stata molta rabbia nei confronti del partito di estrema destra, che, secondo i partecipanti all’iniziativa di sinistra, non avrebbe dovuto ottenere il via libera alla propria manifestazione. «Sono qui per dire no al fascismo e al razzismo, due concetti che la nostra Costituzione ha inesorabilmente cancellato» ha detto un manifestante, Mauro Bianchettin. A un certo punto ha preso il microfono un immigrato, che ha ricordato come gli stranieri in Italia producano un Pil annuale «pari a 5 miliardi di euro: non siamo certo noi a essere dalla parte sbagliata…». Massimo Pighin

 

DOMENICA, 11 NOVEMBRE 2012

Pagina 17 – Pordenone

L’amarezza dei commercianti: «Bastava la crisi, incassi sfumati»

«Ci bastava la crisi: gli incassi sono sfumati». Alza bandiera bianca il commercio in centro a Pordenone, nel sabato pomeriggio della città blindata dal corteo e presidio. «Manifestazioni inopportune nel fine settimana – ha tagliato corto Anita da “Mikos”, nel negozio vuoto ieri, alle 18, in corso Vittorio Emanuele – Il lavoro è venuto meno per un pomeriggio». Facce storte da “Zest” che affaccia sotto i portici con la vetrina alla moda. «Meno affari» è stato il commento di una commessa, la quale ha osservato: «La gente ha avuto paura di recarsi in centro città. Pochi clienti sono sinonimo di scarse vendite». Il settore gastronomico accusa il colpo anche in corso Garibaldi. «Un calo secco nelle vendite – ha registrato la cassa in affanno della storica “Casa del tortellino” – Il 20 percento di clienti spariti». Scarsa frequentazione anche nel laboratorio-pensatoio della città smart, a palazzo Badini: nell’ambito del progetto “Pordenone + facile” si contava una quindicina di presenze, prima del tea-break. Poca gente nei corsi, rispetto alla quotidianità dei fine settimana senza cortei blindati. «Flussi scarsi di persone – ha fatto il punto Paolo Iacomi sotto il tendone della Proloco Pordenone in piazza XX Settembre – La gente ha avuto paura e non è venuta in centro». Ha fatto affari, invece, il “vù cumprà” Cheikh, immigrato dal Senegal che vende a braccio i libri di fiabe africane. «Bene gli affari nel presidio di piazza Ellero – ha spiegato – Molti fratelli africani e numerose altre persone ci tengono alla fratellanza e alla multicultura». Chiara Benotti

 

 

Sull’online poi l’MV metteva solo robe dei fascisti

 

Cortei di destra e sinistra, tensione a Pordenone

Fazioni schierate nel faccia a faccia sull’immigrazione: le forze dell’ordine monitorano la situazione

PORDENONE. Fazioni schierate, a Pordenone, nel sabato ad alta tensione del corteo della destra e del presidio della sinistra in materia diimmigrazione. In piazzale Ellero sono radunati in presidio gli iscritti a Rc, Pdci, Fiom e altri movimenti di sinistra, oltre a numerosi stranieri appartenenti alle associazioni di immigrati del Friuli occidentale.

Davanti al municipio si sono invece raccolti gli esponenti e i simpatizzanti di Fiamma tricolore, che hanno cominciato a sfilare verso piazzetta Cavour, dove le distanze fra i gruppi saranno sensibilmente ridotte.

Sarà questo il momento più delicato del pomeriggio, con le forze dell’ordine a monitorare costantemente la situazione. Il cielo è sempre più nuvoloso e incombe la minaccia maltempo.

 

Messaggero Veneto del 12/11/12

Negro: «Ciriani si dimetta» «Taci, sfrutti gli immigrati»

«Bandiere rosse e nere? Siamo nel 2012, è roba vecchia». A 18 anni Tommaso Del Col parla già alla prima persona plurale, con una maturità fuori dal comune: «Stiamo uniti – raccomanda lo studente – contro la crisi, è più importante». Tra il corteo della Fiamma Tricolore in centro e il presidio di Rc e collettivi in piazzale Ellero, lo studente dell’Isis Zanussi ha preferito la biblioteca: «Per essere liberi di pensare e protestare bisogna creare unione e conoscenza reciproca: quella tra operai di destra e di sinistra, per esempio. Uniti contro il disagio sociale, contro la crisi. Andiamo tutti dalla stessa parte, senza divisioni – ha concluso Tommaso -. Il problema che dobbiamo risolvere è ancorato alla realtà del 2012. Le vecchie ideologie e le ruggini non servono. Guardiamo più in là». (c.b.) «E’ accettabile che Alessandro Ciriani, presidente della Provincia di Pordenone, medaglia d’oro alla Resistenza, abbia sostenuto e sponsorizzato il corteo fascista e razzista di Fiamma Tricolore e di Alba? E’ accettabile che si rimanga a guardare in silenzio, come ha fatto il sindaco Pedrotti, o addirittura si chieda a Questura e Prefettura, come potrebbe aver fatto Ciriani (dalle dichiarazioni dei fascisti) di lasciarli sfilare in pieno centro, con uno schieramento mai visto di forze di polizia per “tenere a bada” questi personaggi e costringere alla chiusura molte attività di Corso Vittorio Emanuele?». A parlare è il segretario provinciale di Rifondazione comunista, dopo il sabato di tensione fra destra e sinistra. Negro va oltre e chiede le dimissioni di Ciriani, che replica stizzito: «Senti chi parla. Manda avanti e utilizza strumentalmente la manodopera degli immigrati, facendo loro rischiare reati ed espulsioni in massa e fa la lezione a me. Le sue parole mi danno ulteriori stimoli per continuare a far bene il mio lavoro in Provincia». Negro naturalmente non ci sta: «Si svegli dal torpore “primario” il centro sinistra locale. Basta organizzare comitati dei più fedeli al capo o chiedere la rottamazione degli stessi oppure trovarsi a brindare in pochi intimi: si presenti in consiglio provinciale una mozione per chiedere le dimissioni di Ciriani! Preoccupa quanto dichiarato dal Salmè dopo la iniziativa razzista: il ringraziamento a Ciriani per essersi speso a favore della stessa in nome di una (ex) comune visione del mondo, promettendogli riconoscenza eterna. Così capisco gli atteggiamenti “prudentemente tecnici” del Questore e dei funzionari di polizia che nell’incontro di martedì, sapendo delle “sollecitazioni” di Ciriani, non han potuto dire nulla nemmeno di fronte a precise e documentate testimonianze di pronunciamenti violenti per la iniziativa razzista avvallati dal Salmè». Ma Ciriani smentisce: «Io non ho nè sponsorizzato nè avuto colloqui con nessuno. Non ho mai sostenuto questa manifestazione. Ho semplicemenete approvato il concetto che chiunque possa fare un corteo per esprimere le proprie idee a Pordenone, dove da tantissimi anni ciò accade e nulla mai è successo. Io provengo da quel mondo e so che gli esponenti di Fiamma tricolore avranno anche le loro idee ma sono persone civili. I funzionari della Questura erano più preoccupati dagli anarchici che non dai partecipanti al corteo di destra. Salmè ha ringraziato me, ma anche le forze dell’ordine e la città di Pordenone. Se Negro avesse evitato provocazioni non ci sarebbe stato alcun clamore. E’ stato lui a richiamare immigrati, anarchici, sindacalisti della Fiom. La città non si sarebbe neppure accorta di un corteo, quello di Fiamma tricolore, di gente che voleva esprimere le proprie idee. Io ho espresso un principio: era giusto che chiunque potesse farlo. C’era il diritto degli uni e degli altri di manifestare. Se questo è un errore me ne assumo la responsabilità. Ma non accetto lezioni da chi si schiera al fianco di anarchici che insultano, minacciano, lanciano i sassi e aggrediscono, come da me stesso provato a ogni 25 aprile, in Fiera, sotto la Provincia e in tutte le occasioni in cui sono stato insultato insieme a mia moglie»