OGM: contaminazione del 10% (agg.al l11/11)

Piccolo del 11/11/13

«Dimostrata la falsità dei dati di Futuragra»

TRIESTE Da un lato la preoccupazione per la pericolosità dei campi Ogm presenti in regione. Dall’altra la soddisfazione per il fatto che tali rischi vengano finalmente allo scoperto. Ad esprimerle sono le associazioni ambientaliste attive in Fvg che, prendendo spunto proprio dai risultati contenuti nella relazione del Corpo Forestale, per far ripartire il pressing sulle istituzioni. «Con grave ritardo, ma finalmente il Corpo Forestale dello Stato ha reso pubblico ciò che era ineludibile: le improvvide semine di Mon 810 a Vivaro e a Mereto di Tomba hanno lasciato un inquinamento che arriva al 10% sul mais dei terreni vicini – scrivono in una nota Aiab, Aprobio, Isde, Legambiente e Wwf -. Questa però è solo la contaminazione sulla coltura, nulla si sa su quella avvenuta verso specie spontanee. E c’è il problema del miele, conclamatamente contaminato dal polline Ogm». E tutto questo, sostengono, poi, è avvenuto «in barba alle rassicurazioni degli “scienziati” assoldati dalla Monsanto, che negli ultimi mesi hanno infestato le campagne friulane, dimostrandoci quanto siamo retrogradi ed informandoci di quanto male ci può fare la polenta. Ha infine dell’incredibile – concludono Aiab, Aprobio, Isde, Legambiente e Wwf, che nei prossimi giorni avvieranno una serie di incontri pubblici per illustrare le ragioni del no agli Ogm – il fatto che il ministro dell’Ambiente Orlando riproponga il palleggio, invitando le Regioni all’ormai superata emanazione dei piani di coesistenza». Ma oltre a governo e Regione ad accendere i riflettori sul caso mais geneticamente modificate è anche Bruxelles, che prova di nuovo ad ingranare la marcia sulle coltivazioni transgeniche, e spera in un colpo di vento favorevole per portare il dibattito fuori dalle secche in cui si è arenato negli anni. Lo scontro, però, è dietro l’angolo. Anche perchè la posta in gioco è alta: l’Europa è chiamata ad autorizzare dopo il mais della Monsanto 801 (quello piantato a Vivaro)anche una seconda “coltivazione Frankentein”, il mais TC 1507. Sotto la spinta di una sentenza del Tribunale Ue, che l’ha condannata per la lentezza nel trattare la richiesta presentata dalla Pioneer nel 2001, per la coltivazione del TC 1507, la Commissione ha investito del caso il Consiglio Ue. I ministri dei 28 Paesi hanno tre mesi per prendere posizione sull’autorizzazione. E l’ok potrebbe arrivare se non ci sarà una maggioranza qualificata a sbarrarle il cammino. In parallelo però l’esecutivo Ue prova anche ad offrire una via d’uscita a quegli Stati membri che non vogliono colture hi-tech sul proprio territorio. La Commissione rilancia infatti nel campo del Consiglio anche la palla della cosiddetta «proposta di coltivazione»: la direttiva che prevede la possibilità per ciascun Paese di decidere in modo autonomo. Una normativa destinata a sostituire le clausole di salvaguardia, che piace al ministro italiano Orlando.

 

mv on line 7 novembre 2013

 

 

  • Ue, scontro sugli Ogm:  caso contagi in Friuli

     

    Ue, scontro sugli Ogm:
     caso contagi in Friuli

    Bruxelles prova di nuovo a ingranare la marcia sulle coltivazioni transgeniche. In regione nei campi confinanti rilevata una contaminazione del 10 per cento

     

     

     

    BRUXELLES. Bruxelles prova di nuovo a ingranare la marcia sulle coltivazioni transgeniche, e spera in un colpo di vento favorevole per portare il dibattito fuori dalle secche in cui si è arenato negli anni. Ma lo scontro è dietro l’angolo. E sarà battaglia per introdurre la seconda coltivazione Frankentein, il mais TC 1507, (dopo quella Monsanto 801) sul suolo del Vecchio continente.

    Per capire che aria tira, basta guardare all’Italia dove, a distanza di un mese, non si arresta la polemica per la prima trebbiatura di mais Mon 810, a Vivaro (Pordenone), dove il vicepresidente di Futuragra (associazione favorevole alle biotecnologie) ha messo in pratica i suoi propositi, in barba all’altolà del ministro all’Ambiente Andrea Orlando e di un decreto che vieta la coltivazione sul territorio nazionale. È notizia di ieri che nei campi confinanti è stata rilevata una contaminazione fino 10%.

    Dal canto suo, sotto la spinta della sentenza del Tribunale Ue, che l’ha condannata per la lentezza nel trattare la richiesta presentata dalla Pioneer nel 2001, per la coltivazione del TC 1507, la Commissione ha investito del caso il Consiglio Ue. I ministri dei 28 hanno tre mesi per prendere posizione sull’autorizzazione.

    E l’ok potrebbe arrivare se non ci sarà una maggioranza qualificata a sbarrarle il cammino. In parallelo però l’esecutivo Ue prova anche ad offrire una via d’uscita a quegli Stati membri che non vogliono colture hi-tech sul proprio territorio. La Commissione rilancia infatti nel campo del Consiglio anche la palla della cosiddetta «proposta di coltivazione»: la direttiva che prevede la possibilità per ciascun Paese di decidere in modo autonomo.

    Una normativa destinata a sostituire le clausole di salvaguardia, che piace al ministro Orlando. In merito a questa proposta di legge, in ballo dal 2010, e che di fatto introduce flessibilità per le capitali, l’Europarlamento aveva già espresso parere positivo nel 2011, ma la legge si era incagliata su un blocco di minoranza esercitato da Gran Bretagna, Francia e Germania.

    La prima occasione per dibattere delle due questioni sarà il consiglio Ambiente del 13 dicembre. E la richiesta di autorizzazione per il TC 1507, che arriverà sul tavolo dei ministri accompagnato da sei pareri positivi rilasciati negli anni dall’Autorità europea per il controllo alimentare (Efsa), potrebbe spianare la strada ad altre sei richieste di autorizzazione.

    Tra le pendenze c’è anche quella di rinnovo presentata da Monsanto per il mais 810, ora coltivato in cinque Stati membri, con estensioni importanti in Spagna e Portogallo: unica coltivazione Ogm attualmente condotta in Europa, dopo che la Basf ha gettato la spugna per la patata «monstre» Amflora. Critiche le posizioni degli ambientalisti, con Greenpeace che accusa la Commissione di «agire in modo irresponsabile» raccomandando l’approvazione di una coltura Ogm «già nota per i danni a farfalle e falene e che incoraggia l’uso dilagante di un erbicida così tossico che è già in fase di eliminazione nella Ue».

    E l’apertura di Bruxelles sul TC 1507 non piace alla Cia-Confederazione italiana agricoltori «deve essere respinta», dicono. «Rappresenterebbe l’ennesima sconfitta per l’Europa, per i suoi cittadini, per i suoi produttori agricoli».