#OccupyGorizia / E in consiglio si fa sentire la protesta dei giovani

dalla pagina facebook di #OccupyGorizia

 

MARTEDì LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI DI GORIZIA SONO ANDATI NEL CONSIGLIO COMUNALE!

Mentre i consiglieri comunali discutevano chi fosse morto recentemente, invece che lavorare per questa città, abbiamo portato li dentro quelli che sono i nostri: abbiamo spiegato come ci troviamo in una città morta, una casa di riposo a cielo aperto che non solo non ci offre nulla ma anche una città in cui ci vengono ostacolate tutte le nostre attività. Non ci sono spazi, e nemmeno agibilità politica, possibilità di partecipare. Abbiamo presentato quelle che erano le nostre proposte, secondo le nostre necessità.
Oltre al documento, abbiamo portato una bara tutta nera con scritto “RIP GORIZIA” per indicare come la mancanza di sazi e agibilità politica abbia propriamente ucciso la città.

Le nostre proposte (trovate la lettera al consiglio comunale nel post successivo xD ) parlavano della mancanza di spazi, diritto al sapere, diritto alla mobilità, diritto alla trasparenza delle scelte economiche e politiche della città e del diritto alla libertà di espressione.

Proposte uscite dal, le assemblee nelle scuole, nelle piazze e nelle strade, che spesso ci venivano ostacolate. Continueremo a farne, sempre di più. Ci riprenderemo gli spazi che ci sono dovuti, li libereremo, per restituirli alla cittadinanza e renderli davvero pubblici.

Questa volta siamo entrati noi nel comune, per la prossima chiediamo e pretendiamo legittimamente un confronto pubblico e aperto sulle tematiche che abbiamo posto tra sindaco, consiglieri comunali e cittadinanza. Perchè i nostri bisogni e i diritti che ci vengono negati non possono essere più calpestato!

 


LETTERA AL CONSIGLIO COMUNALE DI GORIZIA:

Siamo gli studenti e le studentesse di Gorizia, ci troviamo tutti i giorni a passare per una città ormai morta, da tutti i punti di vista. Attraversiamo i luoghi comuni consapevoli che ormai questi hanno perso completamente di significato.

La vita quotidiana nella nostra città è segnata da una freddezza e chiusura sempre più marcata nei rapporti sociali. Una società nella quale le relazioni si sfaldano in questo modo non può più contare sulla politica – che è l’arte di risolvere i problemi insieme – per superare gli ostacoli della vita comune. Questa chiusura nasce anche perché i luoghi comuni – fisici e non – vengono semplicemente attraversati e non realmente vissuti dalle persone, tanto che s’è addirittura persa la concezione stessa di ‘luogo pubblico’, ovvero di proprietà comune e utilizzabile realmente da tutti. Ciò è la conseguenza di un modello di società dove gli spazi mentali e i tempi sono contingentati e regolati dall’esterno, non dipendono più da noi e quindi noi stessi non riusciamo più a trovare spazi fisici dove esprimerci e confrontarci liberi da alcun vincolo.
Noi vogliamo che quei luoghi che dovrebbero appartenere a tutti, siano liberati, aperti, restituiti di nuovo alla cittadinanza. Vogliamo prenderli e poterli utilizzare nel migliore dei modi, quindi fare le nostre assemblee nelle piazze, nei giardini, utilizzare gli stessi per fare piani anticrisi, organizzarci, condividere opinioni e esperienze per crescere come persone e partecipare attivamente alla vita della città.

A questa questione si intreccia un secondo problema che potremmo definire ‘generazionale’: la nostra città è vecchia, ma non solo anagraficamente. I giovani, che pure sono una minoranza e spesso non sono neanche ‘appetibili’ per la politica, non avendo diritto di voto, vengono marginalizzati e con essi le loro istanze, i loro desideri, il loro futuro.

A Gorizia da anni il Comune costringe i giovani all’esodo notturno oltreconfine a causa dei regolamenti comunali ‘antischiamazzi’ che in realtà trasformano la città isontina in una casa di riposo a cielo aperto. Ai giovani non vengono lasciati spazi per la libera espressione della propria cultura e delle proprie forme di divertimento: i concerti e le altre iniziative, se non legate a logiche di profitto o di ascolti televisivi, sono relegate in periferia, o comunque fortemente ostacolate con barriere politiche e burocratiche.

Di fronte a questo scenario la nostra risposta vuole essere duplice: da una parte continuare a fare assemblee in piazza e nelle scuole per rendere realmente attiva la popolazione studentesca, dall’altra portiamo al consiglio comunale di Gorizia, delle proposte che abbiamo elaborato nei medesimi luoghi.

Quindi chiediamo:

1. Diritto al sapere
Ogni cittadino ha diritto ad una formazione di qualità, libera e laica. Per questo chiediamo che il Comune di Gorizia si impegni, nell’ambito delle proprie competenze, ad abbattere ogni barriera, di ordine economico e sociale, per il libero accesso ad ogni canale culturale dentro e fuori i luoghi di formazione.
In particolare il Comune di Gorizia si impegna, in collaborazione con la Provincia e la Regione:
a) per quanto riguarda gli studenti medi, ad incrementare l’offerta territoriale della Carta
Studentesca “Io Studio”, istituita dal Ministero della Pubblica Istruzione, nei settori delle fonti culturali (musei, cinema, teatri, mostre, centri culturali, librerie, negozi di articoli musicali, internet point etc.), dei trasporti e del vitto-alloggio (ostelli della gioventù, alimentari, etc.);
b) ad avviare progetti educativi in particolare nelle Scuole Superiori sui temi della memoria storica, dell’antifascismo, dell’antirazzismo, del rispetto delle minoranze, dei diritti costituzionali e della cittadinanza attiva.

2. Diritto alla mobilità
La maggior parte degli studenti di Gorizia proviene dai comuni della provincia (es. Monfalcone, Gradisca) che quindi sono costretti a pagare abbonamenti che possono raggiungere i 500 euro per ottenere il servizio di trasporto solamente i 9 mesi scolastici, il quale la maggior arte delle volte si dimostra essere insufficiente per la mancanza di un numero adeguato di corse. In particolare nel pomeriggio e durante il fine settimana. Ciò impedisce ai cittadini in formazione la completa libertà di movimento. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze e in collaborazione con la Provincia:
a) ad ampliare l’offerta di trasporto pubblico extraurbano in particolare nella fascia serale e notturna;
b) a garantire agevolazioni per lo stesso anche attraverso le Carte Studentesche sopracitate;

3. Diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche ed economiche
La democrazia non si esaurisce nel mero diritto di voto, e anche chi non lo ha ancora deve essere considerato a tutti gli effetti un cittadino: la democrazia vera si costruisce a partire dalle singole comunità coinvolgendo tutti nelle scelte collettive delle istituzioni. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi:
a) a rendere trasparenti le scelte prese a tutti i livelli, filmando e trasmettendo in diretta su
Internet le sedute pubbliche degli organi comunali, nel rispetto dello Statuto Comunale;
b) a costruire i documenti di programmazione, di bilancio e di gestione del territorio (Piano del Traffico, Piano Regolatore), a partire dal confronto democratico tra cittadini nelle Circoscrizioni e in generale nella comunità e nei luoghi di formazione;
c) a rendere possibile la fruizione di edifici di proprietà del Comune per la libera riunione ed associazione dei cittadini in formazione;
d) a rendere note, attraverso campagne informative dentro e fuori i luoghi di formazione e anche sulla Rete, le misure prese nei campi d’interesse specifici dei cittadini in formazione.

4. Diritto alla libertà d’espressione
Il diritto all’abitare e il diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche si completano naturalmente nel diritto alla libertà d’espressione. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi:
a) a semplificare ed eventualmente accorpare, anche in collaborazione con altri enti e /o
associazioni locali, le procedure burocratiche per l’allestimento di spettacoli, concerti e in generale eventi culturali, informativi e politici sul territorio comunale;
b) ad informare adeguatamente i cittadini ed in particolare i cittadini in formazione rispetto agli adempimenti burocratici di cui al punto a);
c) a rendere effettivo il diritto alla libertà d’espressione concedendo spazi alle associazioni culturali, informative o politiche e ai singoli che lo desiderino;
d) ad allestire spazi dentro e fuori i luoghi di formazione ove sia possibile affiggere, esentati dal pagamento di tariffe, fogli e manifesti, limitatamente per la divulgazione di informazioni od opinioni senza scopo di lucro;
e) ad avviare progetti e relativi stanziamenti per favorire la nascita di esperienze di espressione giovanile, nei campi della cultura, della libera informazione, della politica attiva;
f) ad avviare progetti e relativi stanziamenti per favorire lo sviluppo e la conoscenza diffusa dentro e fuori i luoghi di formazione della lingua e della cultura slovena.

 


da Il Messaggero Veneto 01 dicembre 2011 —   pagina 25   sezione: Gorizia

E in consiglio si fa sentire la protesta dei giovani

Una bara di cartone a simboleggiare «una città morta» e uno striscione: «Uno spazio autogestito, senza alcun partito», rimasto affisso lì per tutta la serata. Una ventina di ragazzi dell’Unione degli studenti e del gruppo #OccupyGorizia hanno animato le fasi iniziali dell’ultima seduta del consiglio comunale, chiedendo di esporre le proprie idee e confrontarsi con i componenti della massima assemblea cittadina. A leggere in aula il documento con le istanze dei giovani è stato il consigliere Daniele Orzan (Pd): «La vita quotidiana nella città è segnata da una freddezza e da una chiusura sempre più marcata nei rapporti sociali: Gorizia è una città vecchia – si legge nel documento – in cui si costringono i giovani all’esodo notturno, a causa dell’antischiamazzi, che trasforma il capoluogo isontino in una casa di riposo a cielo aperto». Nel testo della lettera si fa riferimento inoltre a problematiche inerenti al diritto al sapere, alla mobilità urbana, alla libertà d’espressione e al diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche. L’aula, su proposta di Livio Bianchini (Sel), ha votato una mozione per consentire l’interruzione dei lavori consiliari e l’audizione dei giovani: la bocciatura della proposta da parte della maggioranza ha scatenato la reazione dei giovani, che dopo aver applaudito ironicamente e urlato «Vergogna!» e «La politica siamo noi», hanno lasciato l’aula. «Sono disponibile al confronto, ma non posso accettare che vengano poste delle condizioni», ha spiegato il sindaco, Ettore Romoli. «Li ho invitati in municipio per parlare, ma hanno rifiutato: non ho motivo di nascondermi», ha aggiunto il primo cittadino. Una delle portavoci del movimento studentesco: «Torneremo in piazza per un’assemblea pubblica, ma faremo una nuova irruzione anche in consiglio comunale, con toni e atteggiamenti forse meno pacati», ha annunciato. (chr.s.)