MV 26 marzo
Nucleare, la centrale di Krsko ferma per un guasto
UDINE La centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, è stata fermata l’altra sera verso le 22.30 a causa di un problema all’elettrodotto a cui è collegata. E’ stato il secondo blocco dell’impianto in 48 ore. Infatti, un analogo problema si era verificato anche mercoledì. Responsabili dell’impianto hanno riferito che la centrale si è fermata automaticamente dopo che dal sistema energetico è saltato un elettrodotto che trasporta l’energia in direzione della Croazia. Nessun rischio per la popolazione e per l’ambiente, livello zero di pericolosità, hanno garantito fonti slovene.
Il presidente dell’amministrazione dell’impianto atomico, Stane Rozman, al microfono del Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia, ieri ha spiegato: «Per noi è fondamentale informare regolarmente sull’attività della centrale e segnalare ogni singolo cambiamento o blocco. La trasparenza ci garantisce l’alto livello di fiducia dell’opinione pubblica». Ma c’è chi vuole vederci chiaro. Il senatore del Partito democratico Carlo Pegorer ha presentato infatti un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sull’incidente che si è verificato l’altra sera nella centrale nucleare. «Posto che non è la prima volta che la centrale nucleare di Krsko, situata a un centinaio di chilometri dalla frontiera italiana, registra incidenti conseguenti al suo malfunzionamento – ha spiegato Pegorer – chiedo se il Governo italiano sia in possesso o meno di più dettagliate informazioni su tali recenti incidenti». Secondo Pegorer, poi, nel caso di incidente grave nella centrale di Krsko con la possibile fuoriuscita di vapori contaminanti, «il territorio del Friuli Venezia Giulia ne sarebbe investito in poche ore».
Per la serietà di «un simile grave possibile evento», ha detto ancora il senatore democratico, «la stessa Repubblica di Slovenia si sarebbe dotata di dosi di iodio sufficienti a garantire la cura della propria popolazione». Pegorer, nell’interrogazione, chiede anche al governo italiano se «sia stato definito un piano di distribuzione di pillole di iodio nei territori posti nelle vicinanze di paesi nei quali sono ubicate e funzionanti centrali nucleari da utilizzare in caso di insorgenza di nube tossica da tali impianti».
La centrale di Krsko, l’unico impianto nucleare nei Paesi della ex Jugoslavia, è stata costruita congiuntamente nel 1981 dalla Croazia e dalla Slovenia e dovrebbe restare operativa fino al 2023. Quest’anno il governo di Lubiana dovrebbe varare un piano di sviluppo energetico che prevede anche la costruzione di un secondo reattore. E il presidente della Regione Renzo Tondo ha sempre affermato di voler partecipare allo sviluppo della centrale.
(26 marzo 2011)
da Il Piccolo
Nucleare, la centrale di Krsko fa le bizze
Secondo guasto in due giorni nella “sicurissima” centrale nucleare di Krsko. Come già successo mercoledì, l’impianto è andato in blocco. Le autorità: tutto ok
BELGRADO Ancora un intoppo per la centrale nucleare di Krsko, il secondo in 48 ore. Dopo il blocco automatico di mercoledì, l’impianto non è riuscito, come da programma, a rientrare in servizio giovedì sera per un nuovo problema all’elettrodotto che convoglia l’elettricità verso la Croazia. «Nessun allarme», hanno affermato i responsabili di Krsko. Il guasto non ha comportato pericoli né per la centrale, né per la popolazione. Sul sito internet della «Nuklearna Elektrarna Krsko» si trovano maggiori dettagli sull’accaduto. «Dopo un accurato esame delle attrezzature a seguito del blocco automatico di mercoledì, sono state riscontrate alcune anomalie nel sistema. Per eliminare le irregolarità c’è bisogno di altro tempo – continua il comunicato – la centrale tornerà operativa la settimana prossima». Krsko è comunque «in uno stato di arresto sicuro e non ci sono effetti sulle persone o sull’ambiente».
Mercoledì la centrale era stata fermata sempre a causa di un problema alla rete di distribuzione elettrica verso Zagabria. L’incidente era stato classificato a «rischio zero» dalla dirigenza di Krsko. Dirigenza che ieri ha messo la faccia per tranquillizzare l’opinione pubblica, compresa quella italiana. Secondo Stane Rozman, presidente del consiglio d’amministrazione della centrale, «è fondamentale informare regolarmente sull’attività della centrale e segnalare ogni singolo cambiamento o blocco. La trasparenza ci garantisce l’alto livello di fiducia raggiunto presso l’opinione pubblica», ha detto Rozman ai microfoni del Tg regionale della Rai. La centrale vanta due cicli di raffreddamento e sarebbe in grado di resistere a terremoti ben più intensi di quelli che possono verificarsi nell’area.
Dovrebbe rimanere operativa fino al 2023, ma la Slovenia sta pensando alla costruzione di un secondo reattore entro il 2013. Ma sono in molti oggi a non fidarsi cecamente né del nucleare in se e per sé, né tantomeno di Krsko. Allarmato dai guasti alla centrale, il senatore Pd Carlo Pegorer ha presentato ieri un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo per sapere se il governo italiano «sia in possesso o meno di più dettagliate informazioni su tali recenti incidenti».
La Slovenia, aggiunge con preoccupazione il senatore democratico, «si sarebbe dotata di dosi di iodio sufficienti a garantire la cura della propria popolazione» in caso di incidente grave. E Pegorer si domanda se anche l’Italia ha un piano simile. Piano utile in caso di un malaugurato – anche se a detta degli esperti improbabile – serio incidente a Krsko.