NOTAV: continuano i deliri dei giornali sui nuovi progetti

Il Piccolo 4 gennaio

Tav, da Venezia a Ronchi in 43 minuti
i treni correranno a 250 km/

Con la Tav in 43 minuti da Ronchi a Venezia

Emergono i dettagli del progetto preliminare della linea ferroviaria ad alta capacità Venezia-Trieste. La documentazione è in possesso degli enti locali: due mesi per segnalare criticità, poi tocca al Cipe. I treni correranno a 250 all’ora, Venezia e Ronchi saranno separate da soli 43 minuti di viaggio
di Laura Borsani

TRIESTE Dall’aeroporto Marco Polo di Venezia a Ronchi dei Legionari in 43 minuti passando lungo la costa veneta. Oppure in poco meno di 40 minuti, se il percorso affiancherà l’a utostrada anche nella regione contermine. Sono questi i tempi ipotizzati dal progetto preliminare della linea ad alta capacità che collegherà Venezia a Ronchi e poi, oltre, Ronchi con il confine con la Slovenia attraversando l’altipiano carsico triestino. Definirla ad alta capacità è obbligatorio, dal momento che il progetto prevede che i treni non superino i 250 chilometri orari: in Friuli Venezia Giulia ci saranno anche alcuni punti sotto i 200 chilometri orari.

ALTA CAPACITÀ
Il concetto di Alta capacità punta ad aumentare il numero di treni che possono circolare su una data linea e quindi l’aumento di velocità è parziale, raramente supera i 220 chilometri orari. Il tetto limite è comunque 250 chilometri orari. Da questa velocità, per poi superare i 300 orari, si inizia a parlare di alta velocità. Ma non sarà questa la conformazione della linea a nordest, né in Friuli Venezia Giulia né in Veneto. La Regione di Luca Zaia dovrà confrontarsi con le popolazioni locali su due ipotesi: quella costiera e quella che fiancheggia l’a utostrada. La prima è 10 chilometri più lunga della seconda e questo si tradurrebbe in qualche minuto in più di viaggio.

IL TEMPO Il progetto della ferrovia dall’aeroporto di Venezia a Ronchi (in collegamento con lo scalo aereo giuliano) prevede che un passeggero potrà coprire la distanza in 43 minuti. Aggiungendone un’altra decina si arriverà a Trieste: la tratta che oggi si percorre in circa due ore, quindi, si percorrerà nella metà del tempo. Il tempo tra i due scali aeroportuali sarà importante anche per la prossima alleanza tra Regione Friuli Venezia Giulia e Save.


IL PROGETTO
Il preliminare, sia per quel che riguarda la tratta veneta che per quel che riguarda la tratta in Fvg (da Portogruaro a Ronchi), è stato trasmesso dalle Regioni alle amministrazioni comunali. I sindaci della Bassa friulana, i principali interessati, hanno ricevuto allegati e dischetti – «sono più di 500 pagine», spiega chi ha già dato un’occhiata – il 29 dicembre. A loro per ora è stato chiesto di valutare le interferenze previste dal tracciato elaborato da Rfi. Per quel che riguarda i contenuti ovvero il dettaglio della linea nei singoli territori, si attende il confronto con la Regione. Va sottolineato che i tempi per lo sviluppo e la realizzazione dell’opera rimangono comunque ancora incerti.

L’ACCORDO
«Per noi fa fede ancora l’accordo sottoscritto con la Regione il 4 febbraio del 2008 – ricorda Pietro Paviotti, sindaco di Cervignano -. Da allora non c’è più stato un confronto aperto con la Regione, perché la nuova giunta ha detto che si sarebbe attenuta a quanto sottoscritto con la precedente. Ora che il progetto è stato predisposto ci aspettiamo un nuovo incontro». Stessa attesa anche da Mario Pischedda, il sindaco di Villa Vicentina che non sottoscrisse il protocollo d’intesa con l’allora assessore Lodovico Sonego. «L’assessore Riccardi ci ha detto chiaramente che quel protocollo sarebbe stato rispettato per cui, anche se non l’abbiamo sottoscritto, ci attendiamo di ritrovarne i contenuti. Ripartiremo da là».

IL PROTOCOLLO
Il documento, che ha quasi tre anni di vita, ha comunque subìto una modifica in corso d’opera: lo sganciamento tra linea ferroviaria e terza corsia. Se così non fosse stato fatto i cantieri sulla A4 sarebbero ancora un miraggio. Il protocollo Sonego – la nuova giunta ha scelto comunque di lavorare in continuità con la precedente – metteva nero su bianco gli interventi in materia di mitigazione ambientale (come per esempio una mappatura acustica da parte dell’Arpa un anno prima dei cantieri per poi verificare nel tempo il livello di rumore), ma anche i vincoli legati alla velocità. Per Cervignano, per esempio, (uno dei punti più delicati del tracciato perché la linea dovrebbe rafforzare l’esistente) il protocollo prevedeva che: i treni passeggeri non superassero i 200 chilometri orari, la realizzazione di un tunnel trasparente nel viadotto per eliminare i rumori, le barriere antirumore in stazione e interventi di mitigazione nei tratti ”urbani” della linea.

4 gennaio 2011

 

Il progetto consegnato agli enti locali

 

di SILVIO MARANZANA

 

TRIESTE Il progetto preliminare è stato consegnato alle amministrazioni locali che ora hanno due mesi di tempo per esaminarlo e proporre correzioni, oltre a essere inviato all’Ue entro il termine previsto del 31 dicembre: i finanziamenti europei per la progettazione definitiva dovrebbero essere così in cassaforte, ma la Tav Venezia-Trieste rimane ancora in alto mare. E ciò soprattutto per le incertezze sul tracciato nel territorio del Veneto. Chiaro che il Friuli Venezia Giulia è legato a doppio filo alle ambiguità venete che potrebbero ritardare l’intera opera, eppure Trieste soprattutto, cosa di cui molti politici non sembrano rendersi conto, ha un interesse particolare ad accelerare la realizzazione dell’Alta capacità perché la Slovenia preme per una rapida realizzazione del tratto Capodistria-Divaccia e il progetto Unicredit per il superporto farà convogliare finanziamenti sullo snodo monfalconese di San Polo. Il porto di Trieste rischia così di rimanere strozzato nella tenaglia e morire per asfissia.

«La presentazione del progetto è un passaggio importante anche per pianificare al più presto il tratto Trieste-Divaccia», fa infatti notare l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Riccardo Riccardi il quale sottolinea che il nuovo studio di Rfi «evita lo sventramento di Trieste. Ma non cade dall’alto – aggiunge – bensì è frutto di un’operazione di dialogo con il territorio che ora continuerà con un forte coinvolgimento degli enti locali». Comuni e Province hanno infatti ora sessanta giorni di tempo per segnalare eventuali ”interferenze”, cioé ostacoli e criticità sul territorio non rilevati dallo studio.

Una fase che si presenta complicata soprattutto in Veneto, com’è stato immediatamente rilevato dall’assessore alla viabilità Renato Chisso: «Il progetto così com’è non va bene – ha affermato – Se non prevede stazioni per le spiagge è da rivedere». Lo studio di Rfi ha preso infatti in considerazione il tracciato basso, e non quello originario che correva parallelamente all’autostrada, ma l’Alta velocità non prevede alcuna fermata tra l’aeroporto Marco Polo, ultimo stop in Veneto, e Trieste. Ma ora Chisso è chiaro: «A Rfi abbiamo chiesto che ci venga consegnato anche lo studio di fattibilità che è già stato realizzato su itinerari alternativi».

Ripensamenti che potrebbero far perdere tempo prezioso perché, come fanno rilevare da Rfi, «la Valutazione d’impatto ambientale è stata aperta e il Ministero ha avviato l’iter istruttorio che dovrà portare all’approvazione del progetto da parte del Cipe».

Per il tratto Ronchi-Trieste, la questione anche se non ancora completamente definita, sembra meno controversa. «Sarò in ufficio oggi per un’analisi più dettagliata dei documenti che ci sono stati consegnati – ha annunciato ieri Riccardi – ma è certo che il tracciato previsto dal progetto preliminare non si discosta granché dall’ultima versione divulgata». La Tav dunque non sventrerà Trieste, non si inabisserà in galleria a Santa Croce per correre sotto la città, sotto Gretta, San Giovanni e Cattinara in particolare e avvitarsi attorno alla Val Rosandra, bensì viaggerà lungo la direttrice definita alta, lungo l’asse Ronchi – Aurisina – Opicina – Sesana – Divaccia e i 33 chilometri inizialmente previsti in galleria si ridurranno a meno di una decina. Per penetrare in città e soprattutto agganciarsi al porto di Trieste utilizzerà la già esistente cintura di circonvallazione cittadina. Su questa alternativa, Italia e Slovenia sono già d’accordo.

Da subito, secondo dati forniti dallo stesso Riccardi, l’Alta capacità permetterebbe il passaggio di un traffico annuale dal porto di Trieste di 560 mila teu che potrebbero diventare addirittura tre milioni e mezzo dopo gli interventi a San Polo e il raccordo con la cintura di circonvallazione.