NO OGM: rassegna stampa del 31 ottobre

dal messaggero veneto del 31/10/13

No agli Ogm, pressing sul governo

 

PORDENONE La guerra di religione sulle colture Ogm riparte dal consiglio regionale. Se l’aula oggi pomeriggio cercherà di mettere una “pezza” alle maglie larghe della normativa nazionale – attraverso la discussione della mozione di Sel, alla quale è abbinata la proposta di voto al Governo e alle Camere del gruppo 5 stelle, per spingere l’adozione della clausola di salvaguardia –, Futuragra ieri ha lanciato la controffensiva. L’associazione, che riunisce gli agricoltori che vogliono poter seminare mais, soia e colture arboree biotech in Friuli Venezia Giulia, ha avviato una petizione rivolta al presidente del Consiglio regionale per chiedere che la Regione si adegui alla sentenza della Corte di Giustizia europea in materia di coltivazione di mais transgenico. Il fronte dei contrari agli Ogm, però, è compatto. Sempre ieri Coldiretti regionale, Aiab e Legambiente hanno a loro volta messo a punto delle proposte per la Regione. La palla ora alla politica. Dopo le contestate trebbiature avvenute a Vivaro a inizio ottobre (sui campi di Silvano Dalla Libera e di Giorgio Fidenato, agricoltori che si sono visti riconoscere il diritto alla semina dai tribunali e quello alla trebbiatura dalla Regione stessa, che non ha potuto fare altro che imporre delle prescrizioni per la fase di raccolta del mais), il tema approda in consiglio regionale. A riportare l’attenzione, cercando di colmare i vuoti del decreto interministeriale dello scorso luglio, saranno Sel e M5S. Con la mozione promossa da Giulio Lauri e Alessio Gratton, si impegna la giunta regionale (oltre allo smaltimento del mais trebbiato come rifiuto speciale) a emanare in fretta il regolamento alla legge 5/2011 (come emendata lo scorso anno), a dare corso alla regione Ogm free e a fare pressing sul governo per promuovere la clausola di salvaguardia. Su questo specifico punto i consiglieri 5 stelle hanno elaborato una proposta di voto al Governo e alle Camere che presentano al consiglio. E proprio il pressing sul governo e un maggior coordinamento tra istituzioni (leggasi Stato e Regione in primis) è quello che si attendono Coldiretti, Legambiente e Aiab. Contrarie alla coesistenza tra colture tradizionali e Ogm, le organizzazioni chiedono alla Regione di: predisporre il regolamento e inviarlo alla Unione europea, rendere pubblico il registro delle semine, incentivare le filiere Ogm free attraverso il nuovo piano di sviluppo rurale. Ma Futuragra, con la raccolta firme, viaggia in direzione opposta: «Vogliamo ricordare alla Regione che nelle nostre campagne – annuncia il presidente Duilio Campagnolo – esiste una prassi ormai consolidata di coltivazioni diversificate che hanno permesso la coesistenza senza commistioni e senza che si sia mai creato nessun contenzioso giudiziario tra gli imprenditori che perseguono diversi obiettivi economici. Chiediamo quindi che vengano rispettate le sentenze europee e che l’ignoranza colpevole della politica non ostacoli più i diritti degli agricoltori che si rifiutano di restare ancorati al Medioevo agricolo». Martina Milia