Dal Messaggero Veneto del 16/09/13
«Semine di mais Ogm in tutto il Nord»
Una semina di mais Ogm di massa, che coinvolga almeno duemila agricoltori nel Nord d’Italia. E’ l’obiettivo che si è prefissato per la prossima primavera Giorgio Fidenato, protagonista della prima semina transgenica italiana a Vivaro. Che il coltivatore non avesse intenzione di fermare la propria attività, nonché battaglia, è cosa nota, ma ieri, nel corso dell’iniziativa “Pannocchia Ogm brustolada” andata in scena a Vivaro, ha annunciato la volontà di coinvolgere nella semina di aprile il maggior numero di agricoltori, «così che non sia più soltanto Fidenato il protagonista di questi tipi di coltivazione». Neanche il divieto di semina di Ogm per 18 mesi, imposto dal decreto interministeriale del 12 luglio, ferma l’agricoltore, che ha ribadito di essere pronto a «impugnarlo, per smontarlo e ottenerne la sospensiva dal Tar del Lazio. L’obiettivo è avere un quadro legislativo chiaro entro due mesi, per far arrivare poi i semi e partire con una semina di massa in tutto il Nord d’Italia – ha detto Fidenato -. Coltivare Ogm è legale: illegale semmai è il decreto interministeriale, tant’è che la Francia lo ha bocciato. E’ lo Stato italiano, in questo caso, fuori legge». Anche ieri l’agricoltore di Vivaro non ha esitato a sferrare un duro attacco al Governo nazionale e in particolare «ai ministri, che quando sottoscrivono decreti che sono autentiche sciocchezze, come quello in questione, dovrebbero rispondere personalmente di quanto fatto e non far cadere la responsabilità sullo Stato. Basta con decreti fatti tanto per fare – ha rimarcato – e con provvedimenti volgari, per usare un eufemismo». L’agricoltore, nel party di ieri, ha anche sfatato «il falso mito della pericolosità del mais Ogm» e, assieme ad altri presenti, ha addentato e gustato sino all’ultimo chicco le pannocchie biotech seminate nel suo campo il 15 giugno, dopo averle cotte sulle braci. «Chi conosce le pannocchie può garantire che quelle “brustolate” oggi erano perfette – ha detto -. Buone e dolci. E’ ora di finirla con la storia che l’Ogm fa male e ammazza tutto». Toccata e fuga al party per il sindaco di Vivaro Mauro Candido, che ha precisato di avere preso parte all’iniziativa «perché invitato e non in qualità di sostenitore o meno di queste colture. Ho partecipato come avrei fatto per qualsiasi altro evento – ha specificato – e per verificare che tutto fosse regolare sul fronte dell’ordine pubblico (sul posto c’erano carabinieri e polizia, ndr). Il consiglio comunale di Vivaro ha voluto mantenere una linea neutra sul caso». Giulia Sacchi
Adesioni anche da fuori Fvg «Prevalgono i pregiudizi»
«Gli Ogm non fanno male, anzi. Smettiamola con questi falsi miti: è anni che mangiamo prodotti biotech importati. Sono sicuri e controllatissimi. Inutile temerli». A dare manforte a Giorgio Fidenato, alla festa di ieri a Vivaro, c’era anche Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra, l’associazione di agricoltori favorevoli all’introduzione degli Ogm, che ha rimarcato come questi prodotti siano migliori rispetto a quelli biologici. «Siamo qui per dare una dimostrazione concreta del fatto che le pannocchie Ogm si possono tranquillamente mangiare e non hanno effetti collaterali – ha aggiunto Campagnolo -. Inoltre, vogliamo far capire una volta per tutte i benefici del mais Ogm, che vanno dalla salute alimentare al rispetto ambientale, ai vantaggi economici, in termini di maggiore produttività e quindi reddito». Numerosi i sostenitori delle colture Ogm che hanno preso parte all’iniziativa organizzata da Fidenato, tra cui diversi giovani arrivati a Vivaro anche da fuori regione. Uno di questi è il milanese Federico Baglioni, 24 anni, promotore e referente di Italia per la scienza, un gruppo nato quest’anno, in cui studenti e appassionati di scienza, a livello nazionale e non soltanto, si confrontano sul tema Ogm, sfruttando i social network. «Le pannocchie Ogm vengono considerate come mostri, quando in realtà sono normali piante – ha dichiarato Baglioni -. Sul biotech ci sono solamente pregiudizi, che non consentono di avere una visione chiara sul tema. Non c’è né un’informazione corretta, né una cultura adeguata su queste coltivazioni e se la situazione attuale non subirà una svolta l’Italia perderà un’importante opportunità di crescita e sviluppo. L’Europa continuerà ad avanzare, mentre noi rimarremo un passo indietro. La scienza deve recuperare un ruolo da protagonista anche qui». (g.s.)
Messaggero Veneto del 13/09
Ogm a Vivaro Completati i prelievi di mais
Si sono conclusi i prelievi scientifici e ambientali condotti dal professor Tommaso Maggiore, già ordinario di agronomia generale presso l’Università degli Studi di Milano, e dal biologo Leandro Taboga realizzati nel campo di mais Ogm di Vivaro di Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra. I risultati, ha reso noto la stessa associazione, saranno presentati in occasione della trebbiatura. «Attendiamo con impazienza il giudizio della scienza – ha dichiarato Dalla Libera –. I prelievi ci daranno risposte sulle soglie di coesistenza, sull’impatto delle tossine e sulla commistione tra i vari tipi di mais». «I dati forniti durante il seminario di ottobre saranno in grado di porre rimedio all’assenza della ricerca pubblica in Italia, alla quale da oltre 10 anni viene impedito di operare – ha continuato Dalla Libera –. La funzione del campo di Vivaro è fornire riscontri certi ai coltivatori e ai consumatori, nella speranza che anche la politica metta da parte la sua linea oscurantista e prenda atto dei benefici che possono portare gli organismi geneticamente modificati all’economia, alla salute e all’ambiente. La nostra è quindi una battaglia a favore della ricerca scientifica, a cui chiediamo di partecipare attraverso la campagna di raccolta fondi «Una spiga per la ricerca»: con una donazione di 10 euro tutti i cittadini potranno adottare simbolicamente una spiga e sostenere i nostri sforzi». Anche il Corpo Forestale dello Stato ha realizzato ieri una serie di prelievi a campione sul campo di mais di Vivaro, ottenendo la piena collaborazione di Silvano Dalla Libera. «La stessa Forestale si è complimentata con noi per la razionalità dell’impostazione del campo sperimentale – ha concluso Dalla Libera –. Siamo certi che i loro rilevamenti non potranno che confermare la nostra tesi che portiamo avanti da così tanto tempo».