NO OGM: Fidenato denuncia lo stato al tar

Messaggero Veneto del 19/10/13

Continua la battaglia Ogm Fidenato cita lo Stato al Tar

PORDENONE Continua la battaglia di Davide contro Golia. Giorgio Fidenato, l’agricoltore che ha sfidato i vari governi italiani e regionali seminando mais Ogm in Friuli, in virtù del diritto europeo, dopo essere uscito vincitore nella sua battaglia personale avendo dalla sua la Corte di Giustizia europea e una sentenza del tribunale ordinario di Pordenone, sfida lo Stato citandolo davanti al Tar. In una trentina di pagine redatte dall’avvocato Francesco Longo, Fidenato cita davanti al Tar del Lazio i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per chiedere l’annullamento – con contestuale istanza cautelare – del decreto interministeriale del 12 luglio 2013. Quello che a oggi difetta anche del regime sanzionatorio e che quindi non ha permesso alla Regione di vietare le trebbiature di mais transgenico. L’aspetto su cui si concentra buona parte del ricorso e che rappresenta un passo in avanti nel percorso che Fidenato ha iniziato da diversi anni, riguarda la commercializzazione del mais Ogm. «I semi delle varietà di mais Mon810 in questione – si legge in un passo del ricorso – sono tutti iscritti nel Catalogo comune europeo delle varietà di piante agricole e, come tali, sono liberamente utilizzabili in tutti gli Stati membri della Unione Europea, direttamente da quanto propone il Decreto impugnato. In virtù delle norme, di cui agli artt. 19 e 22 della direttiva 2001/18/CE, tali semi sono utilizzabili senza necessità di un’ulteriore notifica e, per il principio della libera circolazione, non può esserne vietata, limitata o impedita l’immissione in commercio. A meno che non sia attivata la cosiddetta clausola di salvaguardia di cui all’art. 23 cit. di cui non ricorrono gli estremi, né la stessa è stata efficacemente attivata». Una delle domande, senza risposta, che solleva infatti da tempo anche il movimento d’opinione contrario agli Ogm, è perché lo Stato non abbia attivato la clausola di salvaguardia. Martina Milia