MV SABATO, 21 AGOSTO 2010 Pagina 4 – Attualità
Ogm, ordinata la distruzione del campo
La Procura conferma il reato. Il ministero minimizza: nessuna contaminazione nei fondi vicini
IL CASO DI FANNA
GreenPeace: il ministro fa riferimento a un limite che vale per alimenti e mangimi, non per i semi Intanto Giancarlo Galan chiede altri campionamenti a supporto delle linee guida per la coesistenza
di RENATO D’ARGENIO
PORDENONE. La Procura conferma il reato, il ministero minimizza e Giorgio Fidenato, il propietario dei campi di Vivaro e Fanna coltivati a mais Ogm, esulta. Ieri la Procura della Repubblica di Pordenone ha chiuso le indagini sulla presenza di mais Ogm in un campo di Fanna. Il procuratore Luigi Delpino ha inoltrato al Gip la richiesta di un decreto penale di condanna e della distruzione del campo seminato con mais transgenico non autorizzato in Italia.
Un decreto che non sembra preoccupare Fidenato – che fino a ieri non aveva ricevuto alcuna comunicazione ufficiale («Il mio legale ha appreso in Tribunale che prima di lunedì non potrà consultare gli atti. Comunque, daremo battaglia davanti al Gip e siamo persuasi di poter essere prosciolti») – intenzionato a ricorrere e, con l’allungamento dei tempi giuridici, pronto anche a raccogliere e vendere il mais di Fanna. Il decreto penale di condanna prevede per l’imprenditore una sanzione pecuniaria e la distruzione del mais biotech. Ora, però, si attendono le decisioni del Gip, chiamato a valutare la richiesta del Pm.
Ma mentre la procura di Pordenone confermava il reato, sempre ieri il Ministero delle Politiche Agricole, con una nota, ha comunicato i risultati delle analisi di 30 campioni effettuati sui campi limitrofi a quelli coltivati a Ogm: «Nessuno dei campi di mais in Friuli vicini a quelli dove è stato seminato mais geneticamente modificato presenta quantità di mais Ogm superiore ai limiti di legge – specifica il Ministero –. Su trenta campioni effettuati, 15 risultano negativi, mentre altri quindici risultano positivi alla presenza dell’evento Mon810, ma in percentuali inferiori allo 0,9%, che costituisce il limite stabilito dal regolamento comunitario, oltre il quale gli alimenti e i mangimi sono considerati, tecnicamente e giuridicamente, geneticamente modificati». Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan ha comuqnue incaricato il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) di effettuare ulteriori campionamenti ed analisi, per acquisire gli elementi scientifici da utilizzare, in accordo con la Regione Friuli Venezia Giulia e le altre Regioni, anche a supporto dell’adozione delle linee guida sulla coesistenza. In ogni caso, la produzione su cui sarà riscontrata la presenza di Ogm sarà utilizzata unicamente per la ricerca.
Una nota – quella del Ministero – che ha scatenato la reazioni di GreenPeace («In base alle norme europee il limite dello 0,9% vale per alimenti e mangimi. Non esiste nessuna soglia di tolleranza per le sementi, che devono essere Ogm-Free») e delle 27 associazioni che formano la “Task Force per un’Italia libera da Ogm”: «La conclusione delle indagini conferma che c’è stata una violazione della legge e i campi illegali vanno distrutti. Tuttavia non possiamo ancora dire che sia stata ristabilita la legalità: in primo luogo dobbiamo attendere le decisioni del Gip, che ci auguriamo accolga il decreto e ci auguriamo lo faccia al più presto; in secondo luogo non possiamo non esprimere il nostro disappunto per quanto è scritto nella nota del Ministero. Non possiamo accettare che il Ministero tenda a minimizzare questa vicenda e per di più lo faccia in contemporanea con la chiusura dell’indagine e prima della decisione del Gip».
MV SABATO, 21 AGOSTO 2010 Pagina 4 – Attualità
I tre dubbi delle 27 associazioni
Italia libera da biotech
ROMA. «Dopo le dichiarazioni equivoche del Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, chiediamo di fare immediata chiarezza in merito ai risultati delle analisi sulla presenza di Ogm in Friuli». È quanto afferma la “Task Force per un’Italia libera da Ogm” composta da 27 organizzazioni – Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, Vas e Wwf – nel chiedere al ministro di rispondere a tre quesiti sui risultati delle analisi condotte nei campi in Friuli. Questi i tre punti sollevati dalla task force.
1) Sono Ogm o meno i campi nei quali è stata autodenunciata la semina con mais geneticamente modificato proibito dalla legge italiana?
2) La presenza nei terreni confinanti di 15 campioni contaminati su 30 è una preoccupante enormità considerando che la contaminazione è avvenuta da un solo campo ed in solo anno. È necessario chiarire se le analisi sul mais coltivato in questi terreni sono state fatte sui nuovi semi o sulle piante? Ed inoltre quante piante sono state contaminate considerato che una pianta non è modificata in percentuale, ma è tutta Ogm o non lo è?
3) Sulla base di quale norma il ministro intende destinare alla ricerca i campi di mais risultati seminati illegalmente con mais geneticamente modificato vietato in Italia? Ovvero se ritiene che la sperimentazione possa partire dall’illegalità?
MV SABATO, 21 AGOSTO 2010 Pagina 4 – Attualità
«Adesso è ufficiale: la commistione delle due colture in Fvg è possibile»
Il proprietario
di DAVIDE FRANCESCUTTI
PORDENONE. Grida vittoria Giorgio Fidenato, l’imprenditore di Arba che ha aperto la strada agli Ogm in Friuli Venezia Giulia: il ministero dell’agricoltura ha reso noto che nei campi vicini ai suoi non c’è stata contaminazione di mais geneticamente modificato. «Quindi la commistione delle due colture nella nostra regione è possibile», ha esultato Fidenato, attaccando poi l’assessore regionale all’agricoltura Claudio Violino che «aveva sostenuto il contrario». Il procedimento legale riguardante i suoi campi è ancora lungo, ricorda l’imprenditore (lunedì il suo legale potrà finalmente consultare la richiesta della procura di Pordenone di distruzione del campo che ha a Fanna), ma oramai siamo alla fine di agosto e tra un po’ il mais sarà da raccogliere. Intanto qualche pannocchia Ogm lui se la è già mangiata («sono sane, senza pesticidi», sottolinea), ma il grosso del raccolto è già stato prenotato: «un allevatore locale – rivela – vuole comprarlo tutto per usarlo come mangime per le sue bestie».
Quale tipo di animali? E dov’è questo allevamento? Fidenato non vuole aggiungere altro, ma mentre all’orizzonte si profila già un “caso” mangimi Ogm, meglio ripartire dai 30 campioni di mais che il ministero ha fatto prelevare nei campi contermini ai suoi: 15 sono risultati negativi, altrettanti hanno evidenziato la presenza del mais transgenico Mon 810, ma in percentuali inferiori allo 0,9 per cento, e quindi, secondo il regolamento comunitario, non sono stati contaminati. «Ma contaminazione non è un termine corretto – ribatte Fidenato –, perchè l’Ue parla sempre di commistione tra le due colture. E tale commistione è possibile anche nella nostra regione, nonostante quanto affermato dall’assessore Violino, per il quale la vicinanza di campi dalle dimensioni ridotte e il regime dei venti avrebbero portato a una generale dispersione degli Ogm. E Zaia, allora ministro dell’agricoltura, su quanto detto da Violino si era basato per il suo “no”».
Ora, però, ministro è Giancarlo Galan, il quale ha ordinato ulteriori analisi per acquisire nuovi elementi scientifici. I campi con mais Ogm, ha aggiunto il ministero, saranno utilizzati poi unicamente per la ricerca. «Sono contento che Galan allarghi le vedute alla ricerca scientifica – ha replicato Fidenato –, ma il campo è mio e avrei anche degli interessi economici da tutelare». Fidenato ha infatti intenzione di ricorrere contro la richiesta della procura di distruzione del suo campo. E con l’allungamento dei tempi giuridici, il raccolto a Fanna molto probabilmente si farà. «Andate a vedere altri campi di mais – ha concluso – invasi dalla piralide e riempiti di pesticidi. Il mio mais invece è sano, e come detto già un allevatore vuole comprarlo».