NO OGM/ Comunicato di Iniziativa Libertaria

IL DANNO E LA BEFFA DEGLI OGM: FRIULANI ANCORA UNA VOLTA CAVIE DA LABORATORIO

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Fidenato & Co. una cosa l’hanno capita, in Friuli è possibile “sperimentare” ciò che si vuole visto che gli amministratori di diverso ordine e grado sono sempre stati garanti nei confronti di inquinatori, devastatori e speculatori vari:

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IL DANNO E LA BEFFA DEGLI OGM: FRIULANI ANCORA UNA VOLTA CAVIE DA LABORATORIO

Fidenato & Co. una cosa l’hanno capita, in Friuli è possibile “sperimentare” ciò che si vuole visto che gli amministratori di diverso ordine e grado sono sempre stati garanti nei confronti di inquinatori, devastatori e speculatori vari: dall’allucinante “corridoio 5”, i cui progetti trattano interi paesi come un lego da smontare e spostare pur di ricevere ultramilionari finanziamenti europei; al “progetto Aviano 2000” che regala un’enorme porzione di territorio agli USA per le guerre ai paesi poveri, rubando risorse e ricchezze al territorio, mentre inquinano le nostre falde, devastano tetti e muri delle case sotto i corridoi di volo e uccidono impunemente come nel Cermis; ed ancora, con il via libera a cementifici o inceneritori, come a Fanna di Maniago, condannando famiglie e bambini a respirare il “cancro” sottoforma di nanopolveri.

Ma perché sugli OGM la situazione è ben diversa e più grave di come appare mediaticamente?

L’Unione Europea e cioè la somma delle burocrazie dei governi nazionali, ha stabilito una “soglia” di tollerabilità di OGM nelle farine e questo è il primo dato: quando ci dicono che un prodotto è OGM FREE con ogni probabilità mentono, in realtà la presenza di OGM è nei limiti stabiliti “per legge”! Ma chi controlla negli stabilimenti di macinazione questa soglia? L’azienda stessa che produce le granaglie. E chi controlla i controllori? Nessuno nei fatti, l’ennesima burocrazia in teoria che non ha né fondi né mezzi per garantire alcunché: si può tranquillamente sostenere che il monitoraggio degli OGM è nel più totale caos.

Ma c’è di più: dalla testimonianza diretta di chi ha lavorato nel settore agro-alimentare risulta che almeno l’80% del mais prodotto nel Nord-est é contaminato da OGM. Questa é la grave situazione delle coltivazioni di mais in Friuli e Veneto! Lanciamo una sfida a chi può verificare in laboratorio quanto affermiamo: prelevate una decina di campioni di mais nei campi sparsi tra Pordenone e Treviso e si scoprirà che la maggioranza delle coltivazioni sono contaminate e che una parte di esse vanno oltre la soglia stabilita dalla legge (la legge UE stabilisce il limite sul prodotto finito non sul campo coltivato!) E’ più chiaro? Ed è chiaro perché Fidenato fa lo spavaldo?

Tutta la manfrina che l’esponente del sedicente Movimento Libertario sta portando avanti, con l’ingenua reazione noglobal, si basa sulla consapevolezza di questa realtà: Fidenato lo sa bene come funziona e crediamo che lo sappia anche la Coldiretti o quantomeno una parte degli agricoltori perché i casi sono due: o chi coltiva compra le sementi all’oscuro fidandosi in buona fede delle multinazionali e coltiva così OGM senza saperlo, oppure sa che è possibile coltivarne in una certa quantità magari ricevendo sconti o “omaggi” dai fornitori.

La gravità della situazione è già avanzata e i furboni di Futuragra lo sanno, l’obiettivo è di alzare o liberalizzare il limite che di fatto già legalizza il mais geneticamente modificato.

Bisogna far uscire allo scoperto gli attori di questo teatrino, informare la gente davvero su cosa mangiano e sul pericolo che un’alimentazione e un’economia legata alle multinazionali procurerà: un ricatto vero e proprio che svincola completamente il profitto dalle regole nazionali o regionali obbligando il contadino a rifornirsi ed assicurarsi, ad esempio, solo dalla Monsanto (il 90% degli OGM coltivati sul pianeta sono suoi).

In ultimo bisogna spendere due parole per questi patetici “anarcocapitalisti” in salsa italica che sono talmente antistatalisti che s’appellano al peggio dello statalismo ovvero l’insieme delle burocrazie che parassitano a Strasburgo e peggio ancora mentre sbraitano contro i “violenti” e la “violenza” s’aggrappano con tanto di denunce a chi storicamente ne rappresenta il monopolio: lo Stato! Fateci un piacere lasciate stare gli anarchici e l’anarchismo che è una cosa troppo seria per dei padroni e padroncini con l’hobby per la filosofia.

A fronte delle continue devastazioni dei governi locali e regionali di varia casacca in Friuli Venezia Giulia son sempre sorti comitati o gruppi di opposizione agli scempi e a salvaguardia della salute, della giutizia e della libertà ed è dentro o affianco a queste realtà che ci troverete.


Iniziativa Libertaria – Pordenone

 

L’articolo del messaggero Veneto MARTEDÌ, 17 AGOSTO 2010 Pagina 1 – Pordenone

Ogm, striscioni di protesta a Pordenone

Messaggio bilingue in viale Treviso. «Gran parte dei prodotti è geneticamente modificata»

AGRICOLTURA

Dopo i blitz ambientalisti operati da no global e Greenpeace, è stata la volta degli anarchici di Iniziativa libertaria Attacchi a Fidenato, Coldiretti e al mondo politico. «Il settore primario sta finendo nelle mani delle multinazionali»

APPELLO
«Vanno verificate
tutte le coltivazioni
tra Friuli e Veneto
»

“Non si vende la terra dove cammina un popolo”. Di più: “No si vent le tiare la cal ciamine un popul”. E’ firmata dagli anarchici l’ennesima protesta contro gli Ogm. Ma dietro l’azione di Iniziativa Libertaria c’è un allarme: «Dalla testimonianza diretta di chi ha lavorato nel settore agro-alimentare – sostengono gli anarchici – risulta che almeno l’80 per cento del mais prodotto nel Nordest è contaminato da Ogm».
Gli anarchici di Iniziativa Libertaria hanno appeso uno striscione no Ogm, con tanto di dissenso in friulano, sul parapetto del cavalcavia ferroviario di viale Treviso a Pordenone: “No si vent le tiare la cal ciamine un popul” recitava la scritta nera su fondo bianco. Lo striscione è rimasto, però, appeso poche ore. Ieri mattina la polizia ha provveduto a rimuoverlo.
Dietro l’iniziativa del gruppo, c’è una denuncia che va oltre quanto sta accadendo a Fanna e Vivaro dove la procura ha sequestrato due campi in cui si sospetta sia stato seminato mais transgenico. «Fidenato & co. una cosa l’hanno capita, in Friuli è possibile “sperimentare” ciò che si vuole visto che gli amministratori di diverso ordine e grado sono sempre stati garanti nei confronti di inquinatori, devastatori e speculatori vari: dall’allucinante “Corridoio 5”, i cui progetti trattano interi paesi come un lego da smontare e spostare pur di ricevere ultramilionari finanziamenti europei – sostiene in una nota il gruppo – al progetto Aviano 2000 che regala un’enorme porzione di territorio agli Usa per le guerre ai Paesi poveri, rubando risorse e ricchezze al territorio, mentre inquinano le nostre falde, devastano tetti e muri delle case sotto i corridoi di volo e uccidono impunemente come nel Cermis. Ancora, con il via libera a cementifici o inceneritori, come a Fanna di Maniago, condannando famiglie e bambini a respirare il “cancro” sottoforma di nanopolveri».
Sugli Ogm, secondo gli anarchici, la situazione è ancora più pesante, tanto da far ritenere che «almeno l’80 per cento del mais prodotto nel nordest é contaminato da Ogm. Lanciamo una sfida a chi può verificare in laboratorio quanto affermiamo: prelevate una decina di campioni di mais nei campi sparsi tra Pordenone e Treviso e si scoprirà che la maggioranza delle coltivazioni sono contaminate e che una parte di esse vanno oltre la soglia stabilita dalla legge».
Ecco perché, secondo Iniziativa Libertaria, «Fidenato fa lo spavaldo. Tutta la manfrina che l’esponente del sedicente Movimento libertario sta portando avanti, con l’ingenua reazione noglobal, si basa sulla consapevolezza di questa realtà: Fidenato lo sa bene come funziona e crediamo che lo sappia anche la Coldiretti o quantomeno una parte degli agricoltori. I casi sono due: o chi coltiva compra le sementi all’oscuro fidandosi in buona fede delle multinazionali e coltiva così Ogm senza saperlo, oppure sa che è possibile coltivarne in una certa quantità magari ricevendo sconti o “omaggi” dai fornitori». Ecco perché, secondo gli anarchici, «bisogna far uscire allo scoperto gli attori di questo teatrino, informare la gente davvero su cosa mangia e sul pericolo che un’alimentazione e un’economia legata alle multinazionali procurerà: un ricatto vero e proprio che svincola completamente il profitto dalle regole nazionali o regionali obbligando il contadino a rifornirsi ed assicurarsi, ad esempio, solo dalla Monsanto».
Martina Milia

 

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MARTEDÌ, 17 AGOSTO 2010

Pagina 1 – Pordenone

Copiata in Francia l’azione di Vivaro

Vivaro fa scuola. Dopo il blitz dei no global che ha portato alla distruzione del campo di Giorgio Fidenato che era stato sequestrato dalla magistratura per accertare la presenza di mais transgenico, una sessantina di attivisti anti-ogm armati di falci e falcetti ha raso al suolo una piccola vigna transgenica dell’Istituto nazionale di ricerca per l’agronomia nella cittadina di Colmar, in Alsazia. Anche in questo caso si è trattato di una missione “a sorpresa”. I falciatori, provenienti da tutta la Francia, hanno distrutto poco più di una ventina di metri di viti transgeniche e soltanto dopo hanno informato la stampa. Anche in quel caso, come a Vivaro, la polizia non ha potuto fare altro che fermare le persone – una cinquantina – e procedere con l’identificazione.
«Noi abbiamo agito in modo non violento, a volto scoperto – ha dichiarato Olivier Florent, uno degli attivisti anti-ogm –. Il denaro pubblico in Francia finanzia gli ogm e questi test si effettuano in campo aperto, cosa che noi non vogliamo assolutamente». Le modalità seguite sono state le stesse di Vivaro: anche in quel caso, infatti, le tute bianche hanno agito a volto scoperto. La vigna distrutta era già stata presa di mira: nel settembre dello scorso anno era già stata tagliata alle radici da un uomo solo, condannato nel novembre successivo a una ammenda di 2 mila euro. L’Inra aveva poi presentato ricorso perché riteneva troppo lieve la sentenza.
«È un danno gravissimo per la ricerca – ha commentato il presidente della sede di Colmar dell’Inra, Jean Masson –. Noi lavoriamo per lo Stato e questi malati sono venuti a distruggere tutto. Così ci impediscono di progredire». L’azione francese potrebbe non essere isolata. Gli stessi disobbedienti del Nordest che hanno preso di mira il campo di Vivaro hanno dichiarato che l’azione rientra in un percorso che porterà, il prossimo novembre, a Cancun (Messico) al controvertice sul clima (Cop 16). (m.mi.)

MARTEDÌ, 17 AGOSTO 2010

Pagina 1 – Pordenone

Piante di mais lasciate in diversi luoghi

A Maniago

Ancora mais e ancora il timore della presenza di organismi geneticamente modificati: stavolta tocca a Maniago, ma non si tratta di campi coltivati a mais ogm, bensì del ritrovamento di alcune piante di granoturco in diversi punti della città delle coltellerie. Si tratta di alcuni episodi che sono avvenuti tutti alla fine della scorsa settimana, sui quali stanno indagando i carabinieri di Maniago. Uno degli interrogativi riguarda chi abbia compiuto i gesti: il primo episodio è avvenuto nei pressi della sede del Nip, nella zona industriale di Maniago, il secondo di fronte all’area della piscina e un terzo, a Ferragosto, a Maniagolibero, in corrispondenza della zona dov’è ubicata la locale stazione della guardia forestale regionale (forestali e militari dell’Arma si stanno occupando della vicenda ogm).
Forse qualcosa di nuovo potrà essere scoperto dalle telecamere che sono poste a breve distanza dalla sede del Nip: l’area è infatti videosorvegliata e probabilmente le riprese hanno anche immortalato il momento in cui si compiva il blitz in via Venezia. Un altro punto di domanda riguarda il fatto che tali piante siano o meno ogm: al momento del ritrovamento, infatti, sarebbero state infestate da parassiti, una situazione non compatibile con la natura propria degli organismi geneticamente modificati, i quali non vengono attaccati. Allo stato attuale, gli investigatori non scartano alcuna ipotesi: potrebbe essere sia di un’azione dimostrativa sia di un atteggiamento dimostrativo per cercare un po’ di notorietà, ma non è escluso neppure che si possa trattare di un gesto compiuto per scherzo. D’altro canto, Maniago si trova a pochi chilometri dai due siti attualmente sotto sequestro dalla magistratura: quello di Fanna, a due passi dal santuario di Madonna di Strada, e quello di Vivaro, distrutto dai disobbedienti. Le indagini sono a tutto campo e, mentre in questi giorni si cerca di fare chiarezza sull’accaduto, si rafforzerà la sorveglianza nei due siti (di Fanna e Vivaro), anche in vista della consegna dei risultati delle analisi disposte dalla Procura.
Laura Venerus