L’EMERGENZA
Mineo, la rivolta dei sindaci /FOTO
E a Lampedusa manca l’acqua
Gli amministratori locali hanno cercato di impedire l’ingresso degli immigrati al Villaggio della solidarietà. “Maroni ci ha preso in giro”. Allarme acqua potabile sull’isola: sta finendo. Sbarcati altri 110 migranti. La Regione avvia una serie di interventi igienico-sanitari
Altri 110 immigrati sono sbarcati a Lampedusa nel pomeriggio a bordo di due barconi. Sempre più critiche la situazione sull’isola dove sono stipati più di quattromila migranti. Nelle prossime ore, fa sapere la Regione, saranno avviati una serie di interventi gienico-sanitari: una bonifica e la pulizia straordinaria sull’isola, effettuata da ditte specializzate, per il ripristino delle condizioni igieniche.
Tensione questa mattina a Mineo (Catania) al momento dell’arrivo dei 498 immigrati provenienti da Lampedusa. Sindaci e amministratori della zona hanno cercato di impedire l’ingresso dei pullman con i clandestini al Villaggio della solidarietà, inaugurato la settimana scorsa. Dopo qualche minuto di tensione, poco dopo le 13, le forze dell’ordine hanno fatto entrare gli autobus.
La struttura, costituita da 404 alloggi, fino a poco tempo fa ospitava i militari della base Nato in servizio a Sigonella. Il governo nazionale l’ha trasformata in un centro di accoglienza per immigrati, assicurando che sarebbero stati ospitati solo richiedenti asilo politico.
“E invece era una presa in giro – attacca il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro – È una grande farsa che noi respingiamo al mittente. Questa non è una riserva indiana, presto diventerà un lager. Nella riserva indiana c’era un equilibrio ecosistemico ma qui queste persone non sanno come trascorrere la giornata”.
I 498 tunisini sono arrivati questa mattina da Lampedusa con la nave militare San Marco (FOTO) che ha attraccato al porto di Augusta. Anche lì gli amministratori locali hanno fatto sentire la loro protesta. “Non firmeremo nessun protocollo sulla sicurezza perché non ci sono le condizioni per garantirla”, ha detto ancora Pignataro. “Il primo protocollo sulla sicurezza – ha aggiunto il sindaco di Caltagirone – sarebbe quello di mantenere la parola data. E Maroni sta invece palesemente venendo meno a ogni impegno, trattando il nostro territorio con i piedi”.
Parla di “una colossale presa in giro” e di “un perfido inganno”, il sindaco di Mineo Giuseppe Castania riferendosi all’utilizzo del Villaggio della solidarietà anche per chi non ha richiesto asilo: “Questo progetto è nato male e sta procedendo peggio – sottolinea Castania – Sette immigrati sono già scappati. Come si fa a gestire questa emergenza con tanto pressappochismo?”.
Dopo le partenze di ieri, tra cui quelle di 83 minori, sono ancora 4.376 i clandestini presenti a Lampedusa. Altri due barconi stanno arrivando con altri 150 migranti. Lo dice l’assessore regionale al Territorio Gianmaria Sparma giunto sull’isola, che ha fatto una riunione col sindaco delle Pelagie, Bernardino De Rubeis. “Siamo delusi dall’attuazione del piano di evacuazione, predisposto dal ministero dell’Interno, per i clandestini – ha detto Sparma – E’ insufficiente il ponte aereo di oggi, perché quattro o cinque voli non sono adeguati nemmeno a coprire gli arrivi della giornata, mentre occorre portare, al più presto, la situazione di Lampedusa dai 4.500 attuali agli 800 ospiti previsti nel centro di accoglienza. E’ allora indispensabile, per bloccare alla radice il fenomeno, consentire che i profughi individuati oltre le 50 miglia marine dalle coste di Lampedusa vengano trasferiti direttamente sulla terraferma invece che sull’isola”.
Un gommone con a bordo cinque extracomunitari è stato intercettato a terra dai carabinieri, dopo avere raggiunto l’isola di Pantelleria. I nordafricani sono stati accompagnati in caserma in attesa di essere trasferiti a Trapani con il traghetto di linea.
Ma è a Lampedusa che, numeri alla mano, l’emergenza sbarchi ha assunto dimensioni drammatiche. Questa mattina l’amministrazione comunale ha annunciato che sull’isola l’acqua potabile non è più sufficiente. E la richiesta di una fornitura straordinaria di ventimila metri cubi, fatta già da un mese, non ha avuto ad oggi copertura economica da parte del ministero della Difesa. Tra isolani, clandestini e forze dell’ordine, sull’isola attualmente sono presenti 11 mila persone.
La vita dei migranti La protesta degli abitanti dell’isola
La Difesa ha messo a disposizione 13 siti “in ogni parte del territorio nazionale, al Nord, Centro e Sud, per un totale di circa 4.600 ettari”, per “l’accoglienza, soprattutto di profughi, in caso di esodi consistenti dalla sponda sud del Mediterraneo”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel suo intervento in aula a Montecitorio sulla crisi libica.
I siti, ha precisato, sono a disposizione “per ogni opportuno utilizzo demandato ad altri ministeri, in particolare a quello dell’Interno”. La Difesa, ha spiegato ancora La Russa, ha messo a disposizione delle prefetture locali “altri 200 uomini fino al 30 giugno 2011”. In particolare, 100 militari sono stati assegnati al prefetto di Agrigento per il centro di accoglienza di Lampedusa e 50 al prefetto Catania per il centro di Mineo, per svolgere funzioni di vigilanza e sicurezza.
Lombardo scrive a Napolitano VIDEO
Nel business degli sbarchi è entrata in gioco anche la mafia. Sono stati arrestati a Catania diciannove extracomunitari ritenuti gli scafisti del barcone di migranti arrivato tre giorni fa sulle coste della provincia etnea. Fra gli arrestati, anche due minorenni. Tutti hanno affermato di essere egiziani. I migranti finora rintracciati dopo quello sbarco sono 136. La maggior parte è stata trasferita in centri di accoglienza. Nell’ambito della stessa inchiesta la Dda della Procura di Catania ha indagato, in stato di libertà, quattro presunti appartenenti a un clan mafioso della zona di Riposto e Mascali, la cosca Brunetta, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di clandestini. Sarebbero stati loro a fornire una barca di pescatori, la ‘Felice’, che avrebbe dovuto portare a terra i migranti che erano sul peschereccio egiziano.