L’episodio, confermato dalle foto scattate da un passante, nella sede di ps di Città Studi a Milano. La replica degli agenti: “L’avevamo sequestrata due giorni prima ed è rimasta appesa per poco”
Nel commissariato una croce celtica – Foto
la protesta viaggia su internet
IL CASO
La polizia espone una croce fascista
E la protesta viaggia attraverso il web
di ANDREA MONTANARI e MASSIMO PISA
Giallo sulla croce celtica fascista comparsa in un ufficio al secondo piano del commissariato di polizia Città Studi in via Cadamosto, a Milano, zona Porta Venezia. Il simbolo fascista è stato fotografato da un passante il pomeriggio del Primo maggio. La bandiera con il simbolo della croce cerchiata in bianco su sfondo nero, appesa alla parete dell’Uigos (l’ufficio politico del commissariato) è ben visibile dalla finestra centrale del secondo piano. La stessa che monta sui pennoni appesi al davanzale sia la bandiera tricolore sia quella dell’Unione europea. Sarebbe stata sequestrata, insieme con altro materiale, la sera del 29 aprile durante l’annuale fiaccolata in memoria di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, a cui avevano partecipato 300 militanti dell’estrema destra.
La croce celtica fotografata da un passante
A una prima richiesta informale di spiegazioni sull’accaduto da parte di alcuni abitanti della zona, dal commissariato avrebbero risposto che si è trattato solo di un atto goliardico e che la bandiera è stata subito rimossa. Precisazione che però non è bastata a placare le proteste che si sono subito levate via Internet. Le foto con la croce celtica, stanno facendo il giro del web suscitando l’indignazione dei milanesi (e non) per il fatto che il simbolo fascista sia stato appeso in un ufficio pubblico. E in particolare nel commissariato di zona della polizia. “Ma tengo a precisare – fa sapere il vicequestore aggiunto Maurizio Cusano, dirigente di Città Studi – che quella è una bandiera che avevamo sequestrato, insieme con una mazza con la scritta ‘Forza nuova’, ed è rimasta provvisoriamente su quella parete del nostro ufficio politico. Poi è stata riposta, come da prassi, insieme con tutti i reperti. Quei simboli, come altri, sono totalmente estranei alla nostra ideologia”. La questura di Milano ha comunque disposto accertamenti sulla vicenda.