Neanche a farlo apposta
Su questo sito avevamo criticato la genericità e l’ambiguità dello slogan “Uniti contro la crisi” che ha caratterizzato una parte del movimento di opposizione ed ancora di più “Tutti uniti contro la crisi” promosso in ambito udinese per la manifestazione del 15 ottobre. Avevamo fatto riferimento, come paragone, a Dario Fo “Tutti uniti! Tutti insieme! Ma scusa quello non è il padrone?”. Sarebbe stato possibile ironizzarci sopra anche di recente, rilevando che alle riunioni degli indignati udinesi si è presentato anche Guido Bulfone Assessore socialista al Comune di Udine dall’1988 al 1995 circa. La cosa poteva suonare così: “Tutti uniti! Tutti insieme! Ma scusa quello non è Guido Bulfone?”. Adesso siamo giunti al massimo con Berlusconi in persona che a quanto pare non vuole mollare la scena e ricompare in videomessaggio con il fatidico slogan in evidenza sul sito del Corriere della Sera. Sicuramente viviamo in un periodo nel quale riuscire ad elaborare un linguaggio politico chiaro e non mistificabile non è certo cosa facile, ma proprio per questo pare indispensabile prestare attenzione alle formule politiche che si producono. C’è da sperare che se non si hanno intenzioni opportuniste di stare con i piedi in due staffe, allora lo sforzo della chiarezza delle proprie posizioni politiche deve trasferirsi anche nel linguaggio. Cito come esempio positivo l’ottimo striscione con il quale gli studenti udinesi sono scesi in Piazza il 15 ottobre e cioè “Democrazia diretta fuori dai palazzi” con il quale credo si sia voluto mettere in evidenza che anche il termine democrazia diretta è oramai abusato e pertanto è meglio precisare il più possibile i propri contenuti e le proprie posizioni politiche.
Paolo De Toni