Corriere della Sera 18 novembre
CRI IN MEDIORIENTE – Nella notte RAID ISRAELIANO SU 2 MEDIA CENTER
Missili a Gaza, strage di bambini
Sirene a Tel Aviv, udite due esplosioni
Razzi palestinesi sull città israeliana di Ashkelon. Si tratta per una tregua . Obama: «No all’escalation di violenza»
Raid su Gaza e missili su Tel Aviv. La guerra continua. È alto il tributo di sangue: a Gaza durante i raid israeliani sono rimasti uccisi nove bambini ed altri sono stati gravemente feriti. Secondo al Jazeera il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva «Pilastro di difesa», mercoledì scorso, è finora è di 64 persone; le vittime israeliane sono invece tre. Fonti mediche riferiscono di oltre 400 civili feriti. Il tutto mentre Israele prepara l’offensiva di terra. Il ministro della Difesa ha fatto sapere di aver richiamato 75 mila riservisti.
«Proseguono i bombardamenti, Israele ammassa le truppe»
dall’inviato Davide Frattini
SU ISRAELE – Intanto le sirene tornano a risuonare a Tel Aviv, per la quarta volta negli ultimi giorni. Due esplosioni si sono udite in città. Quattro razzi palestinesi hanno colpito la città israeliana di Ashkelon, città costiera del sud di Israele vicino al confine con Gaza, e ci sono feriti. Un altro attacco è stato poi sferrato contro Shaar Haneguev, nei pressi della frontiera con Gaza. Una delle persone ferite sarebbe in gravi condizioni. Secondo le autorità israeliane, i missili lanciati da Gaza contro il territorio israeliano sono stati 55 e hanno provocato il ferimento di 12 persone. Le forze israeliane hanno invece colpito 120 obiettivi all’interno della Striscia.
CONTRASTI – E nonostante non cessino i bombardamenti si continua a sperare in una tregua. «Sono in corso colloqui seri per giungere ad una tregua e un accordo potrebbe essere raggiunto oggi o domani», ha detto il responsabile che ha voluto mantenere l’anonimato. Al contrario il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele è pronto ad «allargare significativamente» l’offensiva contro i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Un argine alla recrudescenza del conflitto ha tentato di porlo il presidente degli Stati Uniti Obama: «Sosteniamo il diritto all’autodifesa di Israele», ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bangkok. «Ma lavoriamo attivamente con tutte le parti nella regione per fermare il lancio di missili di Hamas senza ulteriori escalation di violenza».
LA TREGUA – «Prima abbiamo bisogno che il fuoco cessi e poi possiamo discutere qualsiasi altra cosa. Metà Israele è sotto il fuoco, questo non può andare», ha detto il premier Beniamyn Netanyahu a margine di un colloquio con il ministro degli esteri francese. Dall’altra parte Hamas ha avanzato la richiesta che «l’aggressione e gli omicidi devono essere fermati», ha detto un responsabile del movimento islamico palestinese a condizione di anonimato. Una soluzione accettabile per il gruppo palestinese, secondo quanto si è appreso, sarebbe quella di vedere gli Stati Uniti, tradizionali alleati di Israele, come «garanti» del rispetto del cessate il fuoco da parte dello Stato ebraico. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon già lunedì sarà al Cairo per incontrare il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr. E martedì il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil. E per martedì, si è stabilito che la delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby si recherà a Gaza. Ad avere un ruolo chiave al tavolo delle trattative pare essere l’Egitto. Un emissario israeliano è arrivato domenica al Cairo a bordo di un aereo privato per incontrare le autorità egiziane che stanno conducendo la difficile mediazione per un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno riferito all’Ansa fonti dell’aeroporto: l’emissario si è recato nella sede dei servizi segreti egiziani.
NELLA NOTTE – Nonostante i tentativi diplomatici, gli attacchi su Gaza diventano sembre più brutali. Un raid israeliano nella notte tra sabato e domenica ha colpito il complesso Al-Shawa, dove hanno sede alcuni media locali e stranieri. Lo riferisce l’agenzia di stampa Màan, secondo cui ci sarebbero sei feriti, cinque giornalisti di al-Quds Tv e un cameraman, che ha perso una gamba. Distrutti anche gli uffici dell’emittente Russia Today.
Quarto giorno di guerra in Israele
Sembra che l’impatto sia avvenuto all’undicesimo piano del palazzo, proprio dove sono situati gli uffici di al-Quds. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell’edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.
UN ALTRO CAPO DI HAMAS UCCISO – Tra gli obiettivi dei raid israelianic’è stata anche l’abitazione di Ihya Abia, il responsabile della unità di Hamas incaricata del lancio di missili. Abia, uno dei principali dirigenti di Hamas e responsabile della maggior parte dei lanci di missili degli ultimi giorni, è rimasto ucciso nell’attacco. Lo riferiscono i media israeliani
Sirene a Tel Aviv
Rcd
MESSAGGIO – Sfruttando la superiorità tecnologica l’esercito israeliano, domenica si è impadronito della frequenza 106.7 utilizzata da radio al-Aqsa di Hamas e ha mandato alla popolazione palestinese perentori messaggi, in buon arabo. «State alla larga – è stato detto – dai miliziani di Hamas, che giocano con le vostre vite»
Raid su Gaza, bambini uccisi
Rcd
LA COOPERANTE ITALIANA – Meri Calvelli, cooperante italiana a Gaza ha commentato questo attacco ai media di Gaza: «Hanno bombardato da cielo e mare, attaccando e colpendo i palazzi dei media center che ospitano radio e tv, li hanno bombardati per mettere fuori uso tutta la comunicazione interna». E aggiunge accorata: «Ha un significato orribile. Sanno che radio e televisioni fungono da comunicatori per tutta la popolazione», se messi fuori uso non avranno più «la possibilità di dire cosa succede nel caso in cui arrivasse un attacco da terra». Calvelli, che da anni lavora a Gaza e fa parte dell’Associazione di cooperazione e solidarietà, continua poi a descrivere la difficile situazione: «Sappiamo che le navi sono a 300 metri dalla costa e hanno bombardato il ponte che collega una parte all’altra di Gaza. Hanno fatto credere che ci potesse essere una tregua e poi invece hanno cominciato a bombardare incessantemente. Sembra un terremoto senza sosta». 18 novembre 2012 | 17:24