Udine
10,
100,
1000,
buchi
nei
muri |
Bellissimo! Udine invasa da occupazioni spontanee, tende e accampamenti!! |
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MV 17 ottobrePagina 18 – Cronache
Il sindaco: impossibile
controllare ogni edificio
«Più volte abbiamo murato, inutilmente, finestre e porte dei palazzi inagibili» Il patto di stabilità blocca i fondi anche per nuovi interventi di questo genere
di Federica Barella
Impossibile controllare ogni casa vuota o tenere d’occhio ogni bene pubblico in momentaneo stato d’abbandono. Impensabile tenere bloccate decine di agenti della polizia municipale in ipotetiche “ronde”. Il sindaco Honsell non ci sta. E il giorno dopo il blitz della polizia nell’ex caserma Piave, durante il quale sono stati scoperti oltre venti cittadini stranieri “accampati”, il primo cittadino declina categoricamente responsabilità o coinvolgimento. «Abbiamo appreso dell’operazione della polizia dai giornali – ha precisato il primo cittadino -. Vogliamo soltanto chiarire che per quanto ci compete cerchiamo di chiudere continuamente i passaggi negli edifici pubblici non agibili. Praticamente sono lavori che effettuiamo in continuazione. Quasi senza via di soluzione, visto che poi c’è comunque chi trova un modo di entrare in questi spazi, per altro in certi casi anche molto fatiscenti». Ma oltre agli interventi di tipo strutturale, il Comune di Udine di fronte a questi casi di occupazione di spazi non agibili ha tentato più volte anche la via dell’intervento sociale. «Abbiamo creato l’“unità di strada” proprio per intervenire in questi casi, per avvicinare in modo informale questi cittadini e offrire loro comunque un tetto. Mi hanno detto che tentativi sono stati fatti anche nei confronti di queste persone sorprese dalla polizia nell’ex caserma Piave. Ma purtroppo ci siamo trovati anche di fronte a molti rifiuti, non tutti vogliono essere aiutati secondo i nostri protocolli. Un posto all’asilo notturno c’è sempre, almeno per otto giorno, intanto per avviare magari le procedure per l’assegnazione di altri generi di alloggi». Dall’ex macello alle caserme di via Cividale, fino all’ex Piave di via Lumignacco per il Comune non è comunque possibile esercitare una vigilanza costante. «Bisognerebbe avere soldi e fondi che attualmente il patto di stabilità ci blocca – ha aggiunto Honsell -. Almeno si potrebbe mettere in sicurezza qualche parte. Mentre per i progetti per la realizzazione, in zona, di un hospice ci tengo a precisare che il piano non coinvolge questa palazzina, ma un terreno adiacente. Al momento, per l’edificio oggetto dell’intervento delle forze dell’ordine, sono in corso di valutazione delle ipotesi di utilizzo da parte dell’amministrazione comunale, anche se attualmente, come si è già ricordato, non ci sono finanziamenti disponibili per avviarne il recupero».
Pagina 19 – Cronache
E nella ex Piave continua il viavai dei senza dimora
Allontanati altri due abusivi anche dall’area dell’ex macello Nella zona occupata è stata rinvenuta molta immondizia
di Anna Rosso Nella caserma dismessa Piave continua il viavai dei senzatetto. Dopo i controlli effettuati martedì mattina dalla polizia, alcuni degli abusivi che avevano stabilito la loro dimora nell’ex area militare (ora di proprietà del Comune) sono tornati nelle stanze fatiscenti di via Catania, in quegli edifici senza vetri alle finestre, senza acqua e senza corrente elettrica. La maggior parte di loro, probabilmente, voleva solo recuperare alcuni oggetti personali. Forse un po’ di cibo, qualche coperta. Quel che è certo è che le persone denunciate (tra loro, come riferito dalla questura, diversi mendicanti e anche una ragazzina di 17 anni) per occupazione di terreni ed edifici non hanno un posto dove dormire. Sono in tutto venticinque: 23 erano alla Piave, mentre due nel pomeriggio di martedì sono state allontanate dalla zona dell’ex macello, si tratta di un ungherese e uno slovacco. Anche nei loro confronti è scattata una denuncia. Secondo la polizia, che ha ispezionato l’intera caserma Piave, la struttura era occupata già da tempo. E infatti anche alcuni degli stranieri – che hanno un’età compresa tra i 20 e i 40 anni – hanno ammesso di vivere lì da almeno 4-5 mesi. Dopo il blitz delle forze dell’ordine i senzatetto si sono sparpagliati per la città. Nel pomeriggio di ieri, per esempio, un gruppetto di romeni si trovava in via San Paolo. E negli uffici della polizia sono ancora in corso le verifiche relative alle singole posizioni: gli stranieri che non hanno motivo per restare in città (nè parenti, nè un lavoro, nè mezzi di sussistenza) verranno allontanati con un foglio di via obbligatorio. Nelle varie stanze della caserma dismessa (che ora è di proprietà del Comune e che potrebbe essere a breve ristrutturatas) sono state trovate bombole di gas utilizzate per cucinare, bidoni usati come stufe, tavolini, sedie, materassi e molto altro. Insomma, gli “abitanti” della Piave avevano cercato di organizzarsi al meglio pur avendo poco o nulla. Nonostante ciò queste persone – tra loro quattro nuclei familiari – vivevano in modo estremamente precario, in condizioni di sicurezza e igiene davvero critiche. Basti pensare alle bombole di gas che, se usate in modo improprio e senza tutta una serie di cautele, possono diventare pericolose. I senzatetto le usavano per riuscire a scaldare o a cucinare qualcosa. Dentro e fuori dalla caserma, inoltre, una gran quantità di rifiuti di ogni genere lasciati dalle tante persone che negli ultimi tempi hanno trovato rifugio in quell’area. In tutta l’area, in sostanza, ora c’è una situazione di degrado.
GIOVEDÌ, 17 OTTOBRE 2013 Pagina 18 – Cronache «Tende al Moretti, emergenza inevitabile» Honsell ammette il crescente problema dei rifugiati. Ma invita l’opposizione a non strumentalizzare Non solo l’emergenza abusivi negli spazi dei beni comunali abbandonati, come l’ex caserma Piave. In città da tempo, c’è un’altra emergenza, sempre legata alla presenza di tanti stranieri. Un’emergenza ieri denunciata e sottolineata anche dallo stesso sindaco Honsell, che però ha invitato l’opposizione alla responsabilità per evitare «inopportune strumentalizzazioni». «Nell’arco dell’ultimo mese – ha fatto sapere oggi il sindaco in una conferenza stampa – è arrivato in città un numero di richiedenti asilo politico o protezione internazionale che è pari a quello di tutto l’anno scorso». Si tratta in tutto di 55 adulti più 6 minori, tutti cittadini afghani o pakistani aventi diritto all’asilo e provenienti da Austria e Ungheria, hanno spiegato il sindaco e l’assessore comunale Antonella Nonino. Di queste persone, 36 sono state già accolte da tre strutture fra città e provincia, come previsto dalla convenzione stipulata tra Comune e Prefettura di Udine per l’accoglienza dei richiedenti asilo (una trentina alla volta, anche se il numero potrebbe essere rivisto al rialzo). Già accolti in strutture ad hoc anche i 6 minori, mentre restano fuori 14 persone a cui si aggiungono 5 nuovi arrivi nella sola giornata di ieri. Mentre addirittura non si contano gli arrivi dei non aventi diritti, che vengono automaticamente espulsi. Alcune di queste persone si sono accampate nei giorni scorsi in un parco cittadino vicino alla Questura, «per restare nei pressi dell’ente dal quale attendono un’evasione della propria pratica», ha sottolineato Honsell. «È vero che la principale emergenza è quella tragica del canale di Sicilia – ha aggiunto il primo cittadino -, ma a partire da quest’estate il fenomeno si è intensificato anche nella nostra città, come in altri capoluoghi». Honsell, ricordando che il Comune ha messo in campo energie e strutture proprie (come l’“unità di strada” e l’asilo notturno), ha rilevato che l’emergenza è dal punto di vista giuridico in capo allo Stato. A fronte di questa situazione, Honsell ha chiesto a tutti «di sentirsi coinvolti per trovare insieme una soluzione in tempi rapidi», e all’opposizione in consiglio comunale di «evitare vergognose strumentalizzazioni». Simile l’appello dell’assessore Nonino che ha sottolineato come l’emergenza dei 15 in attesa documenti che normalmente gravitano sul parco Moretti, ovviamente a rotazione, potrebbe essere risolta anche con una maggiore collaborazione anche di altre strutture dei comuni contermini.
GIOVEDÌ, 17 OTTOBRE 2013 Pagina 18 – Cronache «Ora serve un piano strategico» LEGA NORD «Le forze dell’ordine all’ex caserma Piave hanno fatto la loro parte. Meritano il plauso dei cittadini. Non risulta però esserci un piano organico di intervento. E a lamentarsene, in via riservata, sono le stesse forze dell’ordine». Questo il pensiero dell’ex parlamentare Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Udine. «Al Comune – spiega Pittoni -, se decide finalmente di fare la sua parte, bastano poche settimane per vietare l’accattonaggio ed eventualmente, vista l’inefficacia delle multe, consentire il sequestro dei proventi dell’illecito. Non esistono impedimenti tecnico-giuridici. Come Lega Nord abbiamo messo a punto una modifica dell’art. 4 titolo 1 del Regolamento di Polizia Locale, ampiamente collaudata in un importante Comune del Nord, dov’è operativa già da due anni nella versione definitiva senza aver incontrato alcun problema applicativo. Siamo comunque aperti a qualsiasi “aggiustamento” per arrivare a una norma condivisa, quindi replicabile anche in amministrazioni di colore diverso, in quanto l‘obiettivo è di fare terra bruciata intorno alle organizzazioni malavitose, invece che limitarsi a cercare di spostare il fenomeno in zone più “disponibili”». Sulla questione è intervenuto anche il segretario leghista cittadino alessandro Ciani. «Il problema degli immigrati senzatetto, a Udine, non sembra affatto essere una priorità per l’amministrazione Comunale. Prima di trasferirsi nell’ex Caserma Piave, infatti, molte delle persone ieri identificate nel blitz delle forze dell’ordine, hanno occupato per mesi l’area dell’ex macello, in via Sabbadini. Numerose erano state le lamentele dei residenti, si erano verificati furti addirittura nella giornata di Ferragosto. Lo stato dei luoghi, attualmente, è simile a quello di una discarica abusiva». «L’amministrazione – aggiunge Ciani – ha avuto mesi di tempo per trovare una soluzione, ma nulla è stato fatto. Alcuni residenti della zona del Parco Moretti, inoltre, ci riferiscono che quotidianamente vi sono immigrati nel Parco che, seminudi, si lavano nelle fontane e provvedono ai loro bisogni naturali. E’ questa la città che vogliono Honsell e l’assessore Nonino?».
Dopo lo sgombero della ex caserma le polemiche
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