MV SABATO, 24 LUGLIO 2010 Pagina 8 – Gorizia
Gradisca. Azione di protesta, in piazza Unità, del coordinamento libertario regionale
Stamane un presidio contro i Cie
GRADISCA. Non possiamo far finta di non vedere questi veri e propri lager costruiti dietro casa nostra. Comincia così il volantino del coordinamento libertario regionale contro i Cie che, stamane, organizza in piazza Unità a Gradisca un presidio-volantinaggio informativo sulla “grave situazione all’interno del centro di identificazione ed espulsione” di via Udine. «Sono luoghi di detenzione e di sofferenza – si legge nel documento che verrà distruibuito nella città della Fortezza – costruiti per persone che non hanno alcuna colpa nè commesso alcun crimine se non quello di non avere i documenti in regola. Esseri umani che, secondo la legge italiana, sono obbligati al ritorno alla fame, alla guerra, alla miseria, alcune donne alla tratta, alla violenza, allo stupro, alcuni alla morte che avevano disperatamente cercato di evitare: respinti».
Non manca nemmeno un richiamo alle ultime agitazioni nella struttura di via Udine, con l’ennesimo tentativo di fuga di massa e l’incendio appiccato dagli immigrati. «I fatti di sabato notte ricalcano quelli di molte altre volte: tutto parte con un tentativo di espulsione. Per resistere, i reclusi salgono sui tetti delle celle, e la polizia risponde come sempre con un fitto lancio di lacrimogeni. I reclusi di un’altra area a quel punto trascinano i materassi in cortile e li incendiano e via altri lacrimogeni. È a questo punto che uno dei reclusi viene colpito da un candelotto e cade nel fuoco ustionandosi in modo talmente grave che dev’essere portato in ospedale. Molti altri reclusi sono rimasti feriti sia per le botte ricevute dalla polizia che per atti di autolesionismo. Questa è ordinaria amministrazione a Gradisca e in tutti i Cie».
In chiusura l’appello ai gradiscani: «Nella nostra città c’è un lager. Si è scritto e detto in molte manifestazioni contro i Cie. E’ vero. A pensarci, dovrebbe mancare il respiro, e non per il caldo. Se restiamo indifferenti sarà perché nel fresco delle nostre case, abbiamo perso l’umanità delle nostre coscienze. Per questi motivi chiediamo la chiusura del Cie: subito». (ma.ce.)
Il testo del volantino distribuito sabato QUI