Messaggero Veneto MARTEDÌ, 17 AGOSTO 2010 Pagina 4 – Attualità
Un arresto, un ferito e due militari contusi nella struttura friulana
Rivolta di clandestini a Gradisca e Milano
Evasione di massa dal Cie goriziano. Stessa sorte in Lombardia e a Brindisi
LE CONSEGUENZE
IMMIGRAZIONE
Nella nostra regione in fuga undici stranieri, ripresi altri quattordici Gli inquirenti cercano eventuali collegamenti fra i tre avvenimenti
UDINE. Prima Brindisi, poi Gradisca d’Isonzo e Milano. Tre evasioni che sembrano avere un’unica regia, come quelle che si erano verificate meno di un mese fa, il 18 luglio, nei Cie del capoluogo lombardo e della città friulana. Dal Centro d’identificazione ed espulsione milanese la notte scorsa hanno cercato la fuga in 18 salendo sul tetto ma solo uno, un algerino, ce l’ha fatta; da quello friulano sono scappati in 25, ma 14 sono stati ripresi. A Brindisi erano fuggiti in 30 e in 20 sono stati rintracciati.
Undici immigrati fuggiti, uno arrestato, due militari contusi nel corso delle azioni di contenimento e un clandestino ricoverato al pronto soccorso di Gorizia con una frattura al polso sinistro. È il bilancio di un Ferragosto ad alta tensione al Cie di Gradisca dove, poco dopo le 17 di domenica, una settantina di ospiti della struttura ha inscenato una rivolta.
Un’azione palesemente pianificata e sviluppatasi su più fronti, con il chiaro intento di depistare le forze dell’ordine. Un primo gruppo di una cinquantina di immigrati, stando a quanto si è potuto apprendere, è riuscito a smontare una grata di ferro posta a protezione delle camerate e dotarsi di due spranghe con le quali, dopo aver forzato un lucchetto, si è riversato al cancello del campetto di calcio interno al Cie. Gli immigrati avrebbero, quindi, minacciato un’operatore dell’ente gestore della struttura, costringendolo a farsi aprire l’inferriata.
Nel frattempo circa venti immigrati, rimasti nelle camerate, sono saliti sui tetti del complesso, costringendo le forze dell’ordine a disperdersi lungo il perimetro della struttura.
Sempre utilizzando le due spranghe di ferro, gli immigrati entrati nel campetto di calcio sono riusciti a forzare un altro lucchetto e aprire il cancello secondario, trovandosi di fronte i militari, accorsi a protezione della recinzione perimetrale.
Inevitabile lo scontro, con 15 immigrati clandestini riusciti a scavalcare la recinzione e fuggire nella campagna retrostante. Tre i feriti nel corso dell’azione: due militari, rimasti leggermente contusi, e un tunisino, trasportato al pronto soccorso di Gorizia, dove gli sono state riscontrate una frattura al polso sinistro (subito ridotta dal personale medico isontino) e una ferita lacerocontusa alla mano. Poche ore dopo il nordafricano è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni.
Sul fronte lombardo Alberto Bruno, commissario della Croce rossa milanese, che gestisce via Corelli, è convinto che anche in questo caso siano state evasioni organizzate: «Si tratta di persone che hanno tutte un cellulare, che sono arrivate negli stessi periodi, e di uguale nazionalità» spiega. Evasioni e disordini diversi rispetto alle rivolte degli anni scorsi contro le condizioni di trattenimento, come quella del 14 agosto del 2009 che causò a Milano la condanna per danneggiamento e altri reati di 13 immigrati.
Nelle rivolte, i responsabili avevano cercato di avere la massima risonanza mediatica avvisando, in alcuni casi, i mezzi di comunicazione, mentre le fughe di questi giorni non sono state ovviamente preannunciate. C’erano stati danneggiamenti importanti, con l’incendio di materassi e la devastazione di arredi e suppellettili. Negli ultimi casi, i disordini sono invece apparsi più dei diversivi per distrarre le forze dell’ordine.
Il commisario della Cri non mette questi ultimi episodi in relazione a una presunta insufficienza strutturale dei Cie (almeno in quello di Milano non vi è sovraffollamento) e, per quanto riguarda la richiesta di aumento del numero di questi centri, spiega che si tratta di «una questione relativa alla politica di lotta all’immigrazione clandestina riguardo la quale la Croce rossa non può, nè vuole intervenire».
Infine il segretario provinciale del Siulp di Gorizia, Giovanni Sammito, si è detto infine preoccupato della «escalation di tentativi di fuga». «Purtroppo il Cie di Gradisca d’Isonzo – ha aggiunto il sindacalista – annovera una serie di primati: è uno dei Cie più costosi d’Italia, è il Cie secondo come dimensioni e numero di ospiti rispetto agli altri 13 che ci sono sul territorio nazionale, è un Cie che in proporzione ha meno uomini dedicati alla sicurezza della struttura».
16 agosto Repubblica
Milano, rivolta al Cie in via Corelli
poliziotti feriti, in fuga un algerino
Gli incidenti nella notte di Ferragosto. Aperta un’inchiesta su 18 ospiti del centro
Un uomo di nazionalità algerina è scappato questa notte dal Cie (Centro di identificazione ed espulsione) in via Corelli a Milano nel corso di una rivolta che ha coinvolto in tutto 18 persone. Sei gli agenti del reparto mobile rimasti contusi nell’azione di contenimento e tre gli ospiti del centro trasportati in ospedale per contusioni agli arti inferiori.
I disordini sono cominciati intorno all’1.30 della notte, quando 18 persone, 17 delle quali nordafricane, sono salite sul tetto del Cie nel tentativo di fuggire. Nel corso della rivolta, tre reparti della struttura sono stati danneggiati. In frantumi i vetri delle finestre. Cinque in totale i nordafricani rimasti contusi nel corso dell’operazione di contenimento a opera degli agenti del reparto mobile della polizia, terminata intorno alle 2.15, tre dei quali trasportati in ospedale. Sempre per contusioni sono rimasti feriti anche sei poliziotti. Tutti e 18 gli ospiti sono stati denunciati per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
L’ultima protesta risale a un meno di mese fa, lo scorso 18 luglio, quando una trentina di stranieri ospitati nel centro tentarono di fuggire e danneggiarono parti della struttura. Alla fine furono in tre, due marocchini e un tunisino, a guadagnare l’uscita e a dileguarsi.