Dal piccolo del 06/05/10
Ospite del Cie minaccia e punta una lametta alla gola a un operatore
di STEFANO BIZZI GRADISCA Atti di autolesionismo grave, minacce, aggressioni. Dietro al muro del Cie il clima è sempre più teso e la situazione è sempre più delicata. La sensazione è che all’interno del Centro di identificazione ed espulsione di via Udine la pressione sia ormai al limite. Il prolungamento del periodo di trattenimento da due a sei mesi deciso lo scorso anno dal Governo, non sembra aver portato risultati tangibili in senso positivo. Gli immigrati oltre a ferirsi per attirare l’attenzione, farsi portare in ospedale e scappare o solo per ottenere i farmaci che chiedono e non riescono a farsi dare, sono anche divisi in fazioni e non rispettano più l’autorità degli operatori. Nei giorni scorsi un nordafricano si è gravemente ferito al ventre dopo aver assunto una forte dose di tranquillanti. Con una lametta da barba sottratta nella barberia si è provocato un taglio molto profondo con il quale voleva dimostrare a tutti, ospiti e dipendenti del consorzio gestore Connecting people, il proprio coraggio e di non temere nulla e nessuno. Con le bende inzuppate di sangue si è fatto ben vedere dai compagni e passeggiando come se nulla fosse successo in uno dei tre cortili interni della struttura avrebbe detto: «Se non ho paura di fare questo a me, immaginate cosa potrei fare a voi». Non basta. La mattina del primo maggio un operatore è stato messo in un angolo e minacciato fisicamente. Ancora una volta l’arma utilizzata è stata una lametta da barba. Questa volta puntata al collo. Il lavoratore è stato salvato dagli immigrati della fazione opposta a quella dell’aggressore. Di fronte a questi episodi passano quasi in secondo piano i continui tentativi di fuga, le provocazioni e il pugno al viso sferrato a un altro lavoratore dell’ente gestore. Se il direttore del centro gradiscano, Luigi De Ciello, non conferma e mantiene un profilo basso limitandosi a dire di non avere riscontri in merito ai fatti citati, ma che effettivamente in passato sono avvenuti degli episodi negativi, qualche elemento in più arriva dalla prefettura di Gorizia. Dall’ufficio di gabinetto assicurano che sui due episodi di violenza le forze dell’ordine stanno cercando di fare luce. «Sono cose che sicuramente ci preoccupano – spiega il dottor Massimo Mauro -, ma sono riconducibili alla convivenza forzata all’interno della struttura. Non è certo una situazione di anarchia. Si tratta di fatti gravi, ma comunque episodici. Siamo certi di poter venire a capo dei problemi attuali risolvendoli in breve tempo»