CIE DI GRADISCA: rischia l’espulsione dopo 20 anni di permanenza in italia

Interrogazione in Provincia sulla sorte di Said Stati

 

 

Gradisca GRADISCA. E’ approdata ieri in consiglio provinciale la vicenda di Said Stati, il cittadino marocchino che rischia l’espulsione dopo vent’anni di permanenza in Italia. Il consigliere indipendente del gruppo Prc/Se, Alessandro Perrone, ha interrogato infatti il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, sulle condizioni di salute di Stati, attualmente trattenuto al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca in base alle norme contenute nel pacchetto sicurezza recentemente varato dal governo. Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre scorso, a seguito di una rivolta scoppiata all’interno della struttura gradiscana, Stati era stato messo in isolamento in una stanza «senza riscaldamento né letto – denuncia Perrone -. Avendo protestato con veemenza per il trattamento subito, è stato violentemente percosso da sei poliziotti, svenendo e risvegliandosi nell’infermeria del Cie stesso». Il cittadino marocchino – residente a Gavardo (in provincia di Brescia) con la moglie, due figli, i genitori e i suoi sei fratelli – aveva prontamente denunciato l’accaduto, senza però poter identificare i militari in quanto «resisi irriconoscibili dalle visiere calate – ha spiegato nella sua interrogazione il consigliere -. Ciò nonostante, Stati era stato a sua volta denunciato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, fatto per il quale l’unico testimone oculare è stato rilasciato pochi giorni or sono avendo terminato i sei mesi nella struttura di Gradisca». Lo studio legale che cura gli interessi di Stati ha più volte avanzato alla Questura richiesta di nullaosta per un permesso di soggiorno per motivi di giustizia «senza ricevere risposta e rilevando però che la posizione processuale diviene sempre più grave a fronte di indagini che lo colpevolizzano», ha accusato Perrone. (c.s.)