CIE DI GRADISCA: rassegna stampa del 18 agosto

Dal Piccolo del 18/08/10

Dalla massima sicurezza a struttura colabrodo

 

GRADISCA Da carcere di massima sicurezza per clandestini a prigione-low cost da cui evadere è diventato uno scherzo. E l’incredibile metamorfosi del Cie di Gradisca, struttura inaugurata nel 2006 e costata 17 milioni di euro. Appena 4 anni dopo, la credibilità del centro vacilla in maniera evidente. Sessanta evasioni riuscite in neanche tre mesi, almeno sei rivolte pesantissime, tensioni interne, operatori minacciati, continui episodi di autolesionismo, incendi, isolati casi di droga fornita agli immigrati dall’esterno. E danni stimati – dall’apertura a oggi – per almeno un milione di euro, tanto che la capienza è stata ridotta ben al di sotto di quella ufficiale (240 posti). IL SINDACO «Non ci facciamo alcuna illusione, ma continuiamo a dire che quel centro per noi non andava aperto e oggi andrebbe chiuso» commenta il sindaco di Gradisca, Franco Tommasini, irritato e preoccupato per la ricaduta negativa su un piccolo centro come quello isontino. «La cittadinanza sta vivendo questa escalation di tensione con grande maturità ma anche con apprensione – dice – ma per quanto la vicinanza di Stato, Regione, Prefettura e Questura sia stata sinora costante, dico alle autorità che adesso devono starci ancora più vicine. Ma concretamente, con interventi corposi sia fuori che dentro il Cie. Lo devono sia alla nostra cittadina, che sta pagando un prezzo altissimo per una decisione totalmente calata dall’alto e che ha visto da sempre tutti contrari, sia a operatori e forze dell’ordine che lavorano in condizioni molto difficili». ESASPERATI Sul caso-Cie anche i sindacati di polizia infatti fanno quadrato: il centro immigrati va chiuso o quantomeno rimesso in sicurezza al più presto. Continue le denunce del Sap, giunte con l segretario provinciale Angelo Obit, è arrivata anche la decisa presa di posizione del Siulp con il referente territoriale Giovanni Sammito: «L’escalation di tentativi di fuga è preoccupante e con essa aumentano anche episodi di autolesionismo fra gli immigrati». E anche gli operatori hanno paura. Luigi Murciano

 

Clandestini, caccia aperta ancora per sei

 

di STEFANO BIZZI GRADISCA Sono ancora sei i clandestini irreperibili dopo la maxi-fuga di Ferragosto dal Cie di Gradisca d’Isonzo. A scavalcare il secondo muro di cinta dell’ex caserma ”Ugo Polonio” erano stati 25 immigrati: 8 erano stati subito fermati dagli agenti di guardia, altri 6 erano stati intercettati la mattina seguente dalle auto pattuglie e gli ultimi 5 erano stati rintracciati la stessa sera di lunedì nel Monfalconese. VERTICE Ieri mattina in Prefettura a Gorizia si è tenuta una riunione tecnica urgente alla quale hanno partecipato i rappresentanti istituzionali del Governo, quelli delle forze dell’ordine coinvolte nella sorveglianza e i vertici dell’ente gestore del centro d’identificazione ed espulsione isontino Connecting People. Nel corso del vertice è stato posto l’accento sul fatto che a breve saranno terminati i lavori di consolidamento e di ripristino , già autorizzati e finanziati dal Ministero dell’Interno, «per la messa in efficienza delle parti strutturali interne del centro che erano state danneggiate o asportate nel corso di precedenti tentativi di fuga». Tali lavori dovrebbero garantire «più adeguati standard di sicurezza». VIGILANZA Le forze di polizia, l’esercito e gli operatori sono stati invitati a collaborare in modo più efficace per garantire la prevenzione. Per questo ai primi segnali di tensione partiranno i blitz nelle camerate. Un pronto intervento che servirà a scongiurare ulteriori disordini o tentativi di fuga. «Il clima teso all’interno del Cie – spiega il viceprefetto vicario Gloria Allegretto – non dipende da attriti con le forze dell’ordine . Dipende da altro: dipende dal fatto che l’unico pensiero degli ospiti è quello di fuggire ». RETE È sempre più probabile che dietro alle fughe congiunte di Brindisi, Gradisca e Milano ci sia una regia unica. Secondo il Corriere della Sera la regia comune non sarebbe neppure così occulta come si è detto. Il sistema sarebbe ben radicato e le informazioni sarebbero «gestite» dall’esterno dai gruppi anarchici e no-global. REAZIONI «Fosse solo il Cie di Gradisca d’Isonzo a creare problemi, potremmo cercare di studiare dei sistemi per migliorarlo copiandoli dalle altre strutture del Paese – spiega l’assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti -. È evidente però che ad essere inadeguato alle esigenze di oggi è il sistema complessivo e va ripensato. Dobbiamo rivedere l’approccio perché i Cie non sono adeguati a contenere attività organizzate dall’esterno». «Le evasioni dai Cie avvenute in questi giorni, confermano che le nostre preoccupazioni per i tagli del Governo alle forze dell’ordine erano fondate», afferma invece il deputato Angelo Compagnon, coordinatore regionale dell’Udc del Friuli Venezia Giulia. «Da mesi – ricorda Compagnon – chiediamo un adeguamento sostanzioso di risorse umane e di mezzi per garantire davvero la sicurezza dei cittadini. Ci auguriamo che quanto avvenuto nel giro di 48 ore in più parti del Paese, con un tempismo e una concomitanza peraltro alquanto sospetti, induca l’Esecutivo a provvedere con misure urgenti». «La sproporzione tra il numero di agenti chiamati a vigilare nei Centri e quello degli immigrati ospiti di queste strutture – conclude Compagnon – era sotto gli occhi di tutti già da tempo. Per queste ragioni presenterò un’interpellanza urgente ai ministri dell’Interno e dell’Economia, rispettivamente per quanto riguarda la sicurezza e le risorse necessarie alle forze dell’ordine».

 

Dal Messaggero Veneto del 18/08/10

Rivolta al Cie, denunciato un operatore

 

GRADISCA. Un operatore dell’ente gestore del Cie di Gradisca è stato denunciato per favoreggiamento nel corso della rivolta scoppiata in via Udine a ferragosto. La notizia, confermata dalla Questura di Gorizia, è arrivata nel corso di un vertice straordinario svoltosi ieri mattina in Prefettura e convocato per fare il punto sui lavori di messa in sicurezza che a breve saranno terminati nella struttura. A denunciare il dipendente dell’ente gestore dei servizi interni (il consorzio cooperativistico trapanese “Connecting People”) del Centro di identificazione ed espulsione di via Udine è stata la Polizia, a seguito delle indagini avviate per ricostruire la dinamica della rivolta che aveva portato all’ennesima fuga di massa dalla struttura isontina, conclusasi con il ferimento di un immigrato e contusioni per due militari impegnati nelle operazioni di contenimento. La denuncia è scattata una volta visionate le immagini delle telecamere interne del Cie, in base alle quali sarebbe emerso un tardivo intervento dell’operatore nel chiudere il cancello d’ingresso del campetto di calcio. mancanza che ha consentito a una quarantina di immigrati di riversarsi nell’area e, da lì, raggiungere la recinzione esterna. Lunedì sera, intanto, 5 degli 11 fuggiaschi (tutti tunisini) sono stati intercettati dai carabinieri di Monfalcone nelle vicinanze dell’abitato di Pieris e, una volta identificati, riportati nel Cie gradiscano. Ancora in corso, invece, le ricerche degli ultimi 6 fuggiaschi. A seguito dei nuovi disordini nella struttura isontina, ieri mattina è stato convocato in Prefettura a Gorizia un summit alla presenza dei vertici della stessa, della Questura, dei comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, dell’Esercito preposto alla vigilanza esterna del Cie e del consorzio “Connecting People”. «Una riunione tecnica di coordinamento – si legge nella nota diramata dalla Prefettura goriziana – dove è stato posto l’accento sul fatto che a breve saranno terminati i lavori già autorizzati e finanziati dal Ministero dell’Interno di consolidamento e ripristino per la messa in efficienza delle parti strutturali interne al Centro che erano state danneggiate o asportate nel corso di precedenti tentativi di fuga. Tali lavori assicureranno più adeguati standard di sicurezza all’interno del Cie». Nel corso della riunione è stata ulteriormente ribadita la massima collaborazione tra le forze di Polizia, gli appartenenti alle forze armate e gli operatori dell’ente gestore, al fine di garantire tutta la possibile attività preventiva. A questi ultimi è stata raccomandata la più efficace vigilanza all’interno delle camerate e l’attenzione per la percezione anche dei minimi segnali di tensione, anomalie o segnali premonitori, in modo da poter allertare con immediatezza le forze dell’ordine per un pronto intervento atto a scongiurare disordini e ulteriori tentativi di fuga». (ma.ce.)

 

«Gradisca non può continuare a pagare per tutti»

 

Il sindaco GRADISCA. «Ringraziamo Stato e Regione per quanto finora hanno fatto per la nostra comunità, mostrando sempre grande sensibilità nei confronti delle nostre problematiche, ma a loro chiediamo ulteriori sforzi, perchè Gradisca è pesantemente danneggiata, nella sua stessa identità, dalla presenza del Cie». Alla luce dei nuovi disordini al Centro di identificazione ed espulsione di via Udine, tornato agli onori della cronaca nazionale dopo la rivolta di Ferragosto, è il sindaco Franco Tommasini ad alzare la voce lanciando una richiesta di aiuto a Stato e Regione e parlando apertamente di una Gradisca «che sta pagando per tutti. L’unico Cie del Triveneto lo ospitiamo noi, una cittadina di nemmeno 7 mila anime, un peso rivelatosi da subito insostenibile. Sarebbe oltremodo riduttivo, e poco obiettivo, considerare la preoccupante sistematicità con cui i disordini si susseguono nella struttura come un semplice danno all’immagine di Gradisca. Siamo una cittadina che ha sempre vissuto sul turismo e sul commercio e questa pubblicità, estremamente negativa, che ci sta facendo il Cie di via Udine sta pesantemente intaccando la nostra economia, oltre che la nostra quotidianità. É un dato che non può più essere ignorato: Gradisca non può continuare a pagare, sulla propria pelle, per tutti. Per questo chiediamo a Stato e Regione ulteriori aiuti, non credo sia presuntuoso affermare che Gradisca, per quello che sta vivendo, vanta un credito nei confronti di tali istituzioni». Un credito, nessuna compensazione. Lo ribadisce con forza il primo cittadino gradiscano, il cui pensiero va immediatamente ai suoi concittadini. «Li invito a stare tranquilli, la situazione al Cie è sotto costante monitoraggio e siamo sistematicamente in contatto con Prefettura e Questura, che si sono sempre mostrate sensibili nei nostri confronti e alle quali non abbiamo mai smesso di denunciare le nostre preoccupazioni e – inutile negarlo – frustrazioni per quanto sta accadendo. Come amministratori, tuttavia, ci sentiamo ancora una volta in dovere di elogiare pubblicamente i nostri concittadini per la serietà, la serenità e la civiltà con cui stanno affrontando, quotidianamente, queste problematiche, di non facile soluzione. Era facile prevedere che saremmo arrivati a questo punto, lo si sapeva benissimo già cinque anni fa ma questo non ci impedisce di chiedere ancora a gran voce la chiusura del centro di via Udine: non abbiamo cambiato opinione, anche se sappiamo che resta estremamente difficile veder soddisfatta la nostra richiesta. Riteniamo sia doveroso, in ogni caso, che la struttura venga quantomeno messa in sicurezza, che si ponga fine a questa situazione insostenibile, anche se restiamo convinti che il vero problema sia a monte, non può essere risolto una volta che gli immigrati sono arrivati qui». (ma.ce.)