Messaggero Veneto del 20/10/10
Cie, interventi da 1,6 milioni
GRADISCA. È fissata per il 28 ottobre l’apertura delle buste contenenti le offerte relative al bando di gara per l’appalto dei lavori di adeguamento e potenziamento della sicurezza nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di via Udine. Interventi di natura edile, in primis il ripristino degli “offendicula” (le sezioni con spuntoni ricurvi) in cima alle recinzioni, ed elettronica, con il previsto aggiornamento dei vari sistemi di telecamere a circuito chiuso e di rilevamento a infrarossi: per un importo complessivo che sarebbe di circa 1 milione 600 mila euro. Un preventivo rigorosamente non confermato dalla Prefettura di Gorizia, ente appaltante dei lavori, anche se le specifiche dell’intervento sono già state rese note nelle scorse settimane dall’assessore regionale alla sicurezza, Federica Seganti, nel corso della tavola rotonda svoltasi a Gradisca proprio sui temi inerenti al Cie e al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo): innalzamento delle recinzioni e rivestimento delle stesse, almeno nei tratti di maggior criticità, con appositi pannelli in plexiglas per privare di punti d’appoggio i fuggitivi, ripristino delle cosiddette gabbie di parcellizzazione (le paratie divisorie che consentono di parzializzare l’uscita degli immigrati nel cortile esterno), implemento del numero delle telecamere interne e utilizzo di apparecchiature in grado di offrire una risoluzione d’immagine superiore, adozione di sensori e sistemi di rilevamento a infrarossi di ultima generazione. Di fatto una bocciatura integrale della cosiddetta politica di umanizzazione dei centri per immigrati italiani voluta nel 2007 dalla commissione interministeriale guidata al tempo dall’ambasciatore Onu Staffan de Mistura, che portò alla rimozione di diverse specifiche tecniche contenitive della strutture. Un procedura “ristretta” quella decisa dalla Prefettura di Gorizia per appaltare i lavori al Cie di Gradisca e al cui bando, fino a ora, si sarebbero presentate già quatro ditte. La scadenza del 28 ottobre, tuttavia, lascia intendere come già a novembre potrebbe partire l’intervento alla struttura isontina. Lavori che, salvo nuove disposizioni, consentiranno di “sbloccare” la capacità del Cie di via Udine che, una volta messo in sicurezza, dovrebbe andare a pieno regime, con la capienza complessiva che salirebbe dagli attuali 195 a 248 posti. A ieri, invece, erano ospitati nella struttura poco meno di 120 ospiti dopo l’uscita, nella mattina di lunedì, di una quindicina di immigrati: tra questi cinque i rimpatriati mentre gli altri dieci sono stati trasferiti in altre strutture. È tornato al lavoro già nello scorso fine settimana, infine, l’operatore che a fine luglio era stato denunciato per favoreggiamento (e di conseguenza sospeso) in occasione della fuga di un immigrato del Cie dall’ambulanza, che lo stava trasportando al pronto soccorso di Gorizia. Dopo la denuncia da parte delle forze dell’ordine, per l’uomo è stata disposta l’archiviazione del procedimento e il suo reintegro in organico, anche se con dirottamento al Cara. Stessa sorte potrebbe toccare all’operatore algerino, anche lui denunciato per favoreggiamento, ma, in questo caso, per aver ritardato la chiusura dei cancelli di uno dei due campetti di calcio presenti all’interno della struttura in occasione della fuga di massa del 15 agosto scorso. Marco Cec
Messaggero Veneto del 16/10/10
Siulp: dimezzare gli ospiti del Cie
GRADISCA. Si è parlato della carenza numerica dell’organico di polizia in provincia di Gorizia, problema legato anche e soprattutto all’“ingombrante” presenza del Cie, nel corso dell’assemblea che ha visto protagonista l’altra mattina alla caserma Massarelli di Gorizia il segretario generale del Siulp, il Sindacato unitario dei lavoratori di polizia, Felice Romano, impegnato proprio in questi giorni in un giro di assemblee in tutta Italia per illustrare i contenuti del contratto di lavoro e della previdenza complementare. Proprio la questione del Centro immigrati di Gradisca è stata in primo piano nell’ambito della riunione con Romano. Preoccupa l’insufficienza numerica dell’organico: Romano ha convenuto sul fatto che la provincia di Gorizia sia in estrema difficoltà a gestire quello che è il secondo Cie in Italia per dimensioni e che paradossalmente è ubicato in una cittadina di 6 mila abitanti mentre gli altri Centri per immigrati, che pure sono più piccoli, sono collocati in grandi città che così ne possono assorbire meglio la presenza “ingombrante”. «In questo modo – è il concetto evidenziato nell’incontro con il segretario generale del Siulp – è impossibile gestire la situazione con il numero attuale di agenti. Si rischia infatti di impoverire in maniera evidente il presidio sul territorio. La Questura di Gorizia fa fatica a reggere questa situazione». Nell’ambito dell’assemblea con il segretario generale è stata ribadita dal Siulp la necessità di ridurre significativamente il numero di ospiti del Cie gradiscano, «il numero di immigrati nella struttura – è stato auspicato – andrebbe almeno dimezzato». In questo modo secondo il Siulp sarebbe possibile poi gestire meglio il controllo del territorio. Al momento, peraltro, non sono attesi potenziamenti dell’organico.