CIE DI GRADISCA: nuovi arrivi, il cie di nuovo pieno, iniziati i lavori

Messaggero Veneto del 14/02/11

Gradisca, in 30 chiedono asilo politico

Si sono protratte fino alle 3 di ieri le operazioni di accoglienza di una cinquantina di immigrati tunisini giunti nelle strutture del Cie e del Cara di Gradisca d’Isonzo, provenienti da Lampedusa. Arrivati all’aeroporto di Ronchi dei Legionari intorno alle 22 con un velivolo militare, i profughi maghrebini, tutti uomini, sono stati visitati dal personale sanitario del centro. Trenta di essi, che al momento dell’approdo sulle coste siciliane avevano presentato domanda di asilo politico, sono stati successivamente trasferiti al vicino Cara. Secondo quanto riferito dalla Prefettura di Gorizia, non sono previsti per i prossimi giorni nuovi arrivi di migranti a Gradisca, la cui capienza è stata sensibilmente ridotta nei giorni scorsi in concomitanza con l’avvio dei lavori di messa in sicurezza della struttura.Il Cie di Gradisca inizialmente sembrava essere rimasto escluso dal ponte aereo per motivi di sicurezza, in quanto nella struttura sono cominciati in settimana i lavori di adeguamento (innalzamento delle recinzioni e installazioni di nuovi sistemi di rilevamento notturno). Il contrordine, invece, è arrivato nel pomeriggio di sabato su disposizione del Viminale, nonostante nel centro di identificazione ed espulsione gradiscano siano al momento solo parzialmente attive telecamere e sistemi a infrarossi e quattro stanze risultino ancora inagibili dopo gli incendi appiccati per protesta dagli ospiti nelle scorse settimane. All’arrivo nel centro isontino una parte dei cinquanta immigrati provenienti da Lampedusa (quelli che avevano presentato domanda di asilo appena approdati sulle coste siciliane) è stata trasferita nel Cara. Con i nuovi arrivi, invece, sono salite a circa 150 le presenze nel Cie. Un numero di norma considerato «non preoccupante» dalle forze dell’ordine, visti i 248 posti letto della struttura, ma proprio l’avvio dell’intervento di messa in sicurezza della struttura (1 milione e mezzo di euro il costo) aveva recentemente trovato concordi Prefettura e Questura di Gorizia sulla necessità di ridurne sensibilmente la capienza in coincidenza con i lavori.

 

Piccolo 14/02/11

Arrivati i tunisini al Cie. In 30 chiedono asilo

 

GRADISCA Emergenza-sbarchi, difficilmente vi saranno nelle prossime ore altri trasferimenti di immigrati al Cie e al Cara di Gradisca: i centri sono pieni. Lo affermano fonti vicine alla Prefettura goriziana. Del resto le due strutture isontine sono pressochè al massimo della propria attuale capienza dopo l’arrivo dei 50 uomini, per massima parte di nazionalità tunisina, giunti nella notte fra sabato e domenica dopo un ponte aereo con Lampedusa. Fra questi, in 30 avevano presentato richiesta di asilo politico non appena sbarcati sulle coste siciliane e per questo motivo sono stati immediatamente trasferiti al Cara, il locale centro di assistenza per immigrati, nella speranza di un ottenimento dello status di rifugiato. Gli altri uomini sono stati invece ospitati al Cie, ove inizieranno le complesse pratiche di identificazione. Le operazioni di accoglienza degli immigrati maghrebini – giunti a Gradisca a bordo di un aereo militare – si sono protratte sino quasi alle 3 di notte. Tutti i profughi sono stati visitati dal personale sanitario della struttura gradiscana. (l.m.)

 

Piccolo 13/02/11

Cinquanta tunisini trasferiti, Gradisca scoppia

 

di LUIGI MURCIANO

 

GRADISCA Cinquanta cittadini, tutti uomini e di nazionalità tunisina, sono stati trasferiti al Cie di Gradisca nell’ambito dell’emergenza-sbarchi di queste ore a Lampedusa. Di più la struttura isontina per migranti non potrà riceverne, essendo già ai limiti della propria capienza. Anche il centro gradiscano, dunque, è stato interessato dal piano d’urgenza disposto dal Viminale per accogliere i circa 4mila migranti nordafricani che hanno raggiunto e tuttora stanno raggiungendo l’isola siciliana negli ultimi giorni sull’onda di dei sommovimenti politici in atto nei paesi del Maghreb.

«Emergenza umanitaria», l’ha definita il ministro Maroni. Mentre il centro di prima accoglienza di Lampedusa rimane chiuso, dopo il varo della politica dei respingimenti, il ponte aereo fra la Sicilia e gli altri Cie italiani – principalmente con le strutture di Bari e Crotone – è iniziato ieri. Il trasferimento dei 50 tunisini nella struttura di Gradisca è avvenuto nel corso della notte. Secondo indiscrezioni non confermate, sarebbero interessati dal trasferimento degli immigrati sia il Cie sia il vicino Cara, la struttura per richiedenti asilo politico. Sarebbero 20 i migranti trasferiti nella prima struttura, che di fatto tornerebbe a raggiungere il “tetto” provvisorio delle 130 presenze (la capienza reale del Cie sarebbe di 248 posti, ma i danneggiamenti e le rivolte hanno reso inagibili alcune sezioni e i lavori di restauro sono iniziati proprio da alcuni giorni ndr), mentre circa 30 potrebbero essere ospitati al Cara, che toccherebbe quota 160 andando di fatto in grave sofferenza. La capienza certificata del centro di assistenza per i rifugiati infatti è di 148 posti. La situazione ricorda quella vissuta dal centro immigrati gradiscano fra il 2006 al 2009, quando a seguito dell’emergenza sulle coste siciliane venne istituita un’apposita sezione di prima accoglienza (Cda) oggi soppressa. Il tutto mentre si stanno svolgendo i lavori di restauro e ripristino della sicurezza e a pochi giorni dalla delicata fase di affidamento della nuova gestione delle due strutture. Da tempo il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha annunciato la volontà del governo di aprire quattro nuove strutture in Campania, Toscana, Marche e Veneto (nel Polesine).