CIE DI GRADISCA: non lo vogliono svuotare

Da Il Piccolo

MERCOLEDÌ, 02 MARZO 2011

Materassi e rinforzi per l’emergenza Cie

Novanta giacigli di fortuna e dieci poliziotti in più in attesa che il governo decida di ridurre la capienza a 70 posti

di Luigi Murciano GRADISCA La capienza del Cie va ridotta a 70 unità, a un terzo delle capacità reali. È questa una delle richieste emerse nella riunione della Commissione per l’ordine pubblico e la sicurezza convocata dopo l’escalation di rivolte che hanno portato il centro immigrati di Gradisca al collasso. Non sono in vista decisioni drastiche. Il piano sarà scaglionato in più fasi. Obiettivo primario, per il quale la Prefettura attende ancora una risposta dal ministero dell’Interno, è un’ulteriore riduzione della capienza. Una soluzione che la Prefettura aveva in programma prima delle sommosse di questi giorni, e motivata dall’avvio dei lavori di messa in sicurezza del centro. Per diminuire la popolazione del Cie di altre 30 unità non saranno previsti svuotamenti di massa. Alla riduzione della capienza si arriverà gradualmente. Ieri si sono registrati 5 movimenti in uscita: un clandestino cinese è stato rimpatriato, 4 nordafricani sono stati trasferiti in altri Cie. Ma altri trasferimenti sembrano difficili, visto che anche negli altri centri non sta più uno spillo. Tantomeno dovrebbero essere previsti ulteriori rilasci di immigrati con foglio di via. Una soluzione, questa, che era stata bloccata domenica dal Viminale diventando il casus belli della rivolta che ha messo in ginocchio il Cie. Attualmente sono un centinaio gli immigrati sistemati negli spazi comuni dopo la distruzione di 27 delle 28 camerate. All’ex Polonio si è reperito in tutta fretta una novantina di materassi per sistemare negli spazi comuni gli ospiti presenti che dormono a terra, dove capita: nei corridoi, in sala mensa e nella zona dei centralini.Un altro obiettivo è il progressivo recupero delle camerate. «Due stanze possono essere rese di nuovo agibili in tempi ragionevoli, ospitando sino a 25 immigrati», spiegano dalla Prefettura. La situazione continua comunque a essere delicata e precaria. Rafforzato il servizio di sorveglianza, con una decina di agenti provenienti dal Reparto mobile di Padova: a controllare a vista il maxi-dormitorio vi sono dieci agenti in più da spalmare sui cinque turni di vigilanza previsti nell’arco delle 24 ore. Il coordinamento provinciale dei Vigili del fuoco chiede invece un presidio fisso all’interno del Cie. «Gli interventi non sono più occasionali ed il personale viene distolto dal servizio ordinario – spiega – aumentando i carichi di lavoro». Sono in programma anche alcune manifestazioni. Il sindacato di polizia Ugl organizza omani alle 10 un sit-in davanti alla Prefettura. Sabato dalle 16 dinanzi al Cie assemblea pubblica organizzata dagli anarchici friulani

 

Dal Messaggero Veneto del 02/03/11

Ma la Lega attacca: «Ora basta clandestini in Friul”

TRIESTE. Le nuove ondate di immigrati che dalle turbolenze del Nord Africa arrivano in Italia accendono il dibattito politico in Friuli Venezia Giulia. La Lega Nord mette le mani avanti e dice chiaramente che non vuol accogliere alcun immigrato dalla Libia sul territorio regionale. Ma il Carroccio se la prende anche per la gestione del Cie di Gradisca, danneggiato a più riprese dagli immigrati, e trova un insolito alleato in Rifondazione comunista, che pretende la chiusura del centro.

L’allarme. «La Prefettura di Pordenone – ha annunciato ieri il capogruppo leghista Danilo Narduzzi – sta cercando spazi per ospitare immigrati libici sul territorio in strutture private». Netta la contrarietà del Carroccio: «Noi non vogliamo questa gente, se li tengano in Sicilia». La ricerca degli spazi per prepararsi all’emergenza Libia è in effetti in corso in varie parti del territorio nazionale e regionale, e anche a Pordenone. La Lega, però, non ammette che gli immigrati arrivino al Nord. «Si costruiscano dei campi lavoro in Aspromonte – ha continuato il leghista, nel corso del question time nell’aula dell’assemblea regionale -, facciamoli lavorare, perché la Lega non ci sta, da noi i libici non devono arrivare». Narduzzi ha poi ricordato le tensioni e gli scontri che si sono verificati negli ultimi giorni al Cie di Gradisca d’Isonzo: «Chi paga questi danni? Perché solo in Italia avvengono queste cose? L’Europa non c’è, non esiste e si vede tutta l’impotenza del governo. Meno bunga bunga – ha concluso Narduzzi – e più leggi serie».

L’opposizione. «Se non riesce a contattare il ministro leghista Maroni, sono pronta a suggerire a Narduzzi il numero di telefono del Viminale»: ha affermato l’europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani, replicando al capogruppo della Lega. «Pensavamo di esserci abituati alle bizzarrie della Lega regionale – ha osservato Serracchiani –, ma se Narduzzi riesce a mettere sotto accusa il governo nazionale e il ministro degli Interni sappia che stavolta, almeno su questo, siamo d’accordo con lui».

Riguardo all’affermazione che la prefettura di Pordenone starebbe «cercando spazi per ospitare immigrati libici sul territorio in strutture private», Debora Serracchiani ha invitato il consigliere Narduzzi «a esercitare la massima cautela nel diffondere notizie allarmistiche riguardo l’attività della Prefettura di Pordenone, che è un’articolazione dello Stato e che certo non improvvisa alloggi di fortuna per immigrati. La proposta di istituire campi di lavoro in Aspromonte per i libici, invece, è nel solco del suo tradizionale buon gusto».

L’accusa. Da Rifondazione comunista arriva un inedito assist ai leghisti: «Il Cie di Gradisca non è più abitabile e va chiuso», ha dichiarato il consigliere regionale Roberto Antonaz. «Il centro ormai – ha spiegato Antonaz – non ha più l’abilitazione per ospitare nessuno, e va subito chiuso. Ad oggi c’è solo una camerata non bruciata e le altre sono state bruciate, gli immigrati devono dormire nella sala mensa da 40 metri quadri». Antonaz ha definito «farneticazioni» le dichiarazioni della Lega Nord sugli immigrati dalla Libia. «La Lega – ha aggiunto Antonaz – sfoga sugli immigrati tutte le sue frustrazioni, è una politica dell’odio che sparge a piene mani. C’è un vero problema nel territorio regionale: è l’inferno dantesco del Cie, e la giunta regionale dovrebbe chiedere al governo di chiuderla».

Beniamino Magliaro

 

Seganti: Gradisca non ce la fa più dobbiamo velocizzare i rimpatri

 

GRADISCA. Il livello di emergenza al Cie di Gradisca d’Isonzo è ormai fuori scala e a riconoscerlo è stato ieri anche l’assessore regionale alla Sicurezza, Federica Seganti, che ha confermato come ci sia «difficoltà a ospitare tutte le persone nella struttura isontina e si propone il tema di velocizzare i rimpatri». Ripercorrendo le vicende che negli ultimi anni hanno interessato il centro per immigrati, Seganti ha inoltre ricordato i finanziamenti regionali e ministeriali atti a migliorare la sicurezza all’interno e all’esterno della struttura.

«Il centro – ha aggiunto l’assessore – avrebbe bisogno di interventi strutturali, ma in questo momento è impossibile spostare gli ospiti per svolgere i lavori a causa della ripresa degli sbarchi. Il problema dei nuovi arrivi di immigrati, però, deve essere affrontato da tutta l’Europa, gli immigrati vanno rimpatriati o trasferiti in altri Paesi, altre soluzioni non ci possono essere».

Sull’emergenza al Cie di Gradisca è intervenuto anche il consigliere regionale Roberto Antonaz (Rifondazione comunista): «La struttura non è più abitabile e va chiusa. Il centro ormai non ha più l’abilitazione per ospitare nessuno, a oggi è agibile una sola camerata mentre le altre sono tutte state bruciate e gli immigrati devono dormire nella sala mensa da 40 metri quadrati».

Con due distinte iniziative parlamentari a Camera e Senato, intanto, l’onorevole Ivano Strizzolo e il senatore Carlo Pegorer (Pd) hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno in merito ai recenti incidenti al Cie, ricordando come gli episodi di tensione e di violenza, con danni a persone e strutture, «determinano una costante situazione di emergenza per il personale impegnato e di comprensibile apprensione per la stessa popolazione residente», e ribandendo che a seguito dei disordini degli ultimi giorni «il Cie risulta pesantemente danneggiato e la sua capacità ricettiva per nuovi gruppi di immigrati è ridotta al minimo».

Ieri sera, intanto, tensione nuovamente alta nella struttura gradiscana, dove poco dopo le 19 è stato disposto un incremento del personale di polizia al fine di prevenire eventuali nuove rivolte.

«Si è deciso di rinforzare la sicurezza nella struttura – ha confermato l’ufficio di gabinetto della prefettura di Gorizia al termine della riunione del comitato provinciale sulla sicurezza e l’ordine pubblico –, dove sono attualmente ospitati 100 immigrati, in quanto in mattinata 4 persone, individuate dalla Questura, sono state trasferite al Cie di Bari e una quinta, l’unico cinese presente nel Cie, è rimpatriata. Da venerdì siamo in attesa di risposta del ministero dell’Interno alla nostra richiesta di trasferimento degli ospiti».

Marco Ceci