CIE DI GRADISCA: il lager che non paga i dipendenti

L’infinita e tragica telenovela del lager isontino continua….

 

Dal Piccolo del 04/10/12

GRADISCA Ancora incertezza per i dipendenti di Cie e Cara di Gradisca. Nonostante i passaggi giudiziari che sembrano avere rimesso definitivamente in sella la cooperativa siciliana Connecting People (bocciato il ricorso del colosso francese Gepsa che inizialmente si era visto classificare al primo posto nella gara d’appalto per la gestione 2011-2014, si attende la firma del nuovo contratto con l’attuale gestore in prorogatio) la situazione di precarietà denunciata dagli operatori ancora non sembra risolversi. I ritardi nel pagamento degli stipendi sembrano tornati d’attualità. «C’è un palleggio di responsabilità fra la cooperativa e la Prefettura», fanno sapere in via ufficiosa alcuni operatori. In sostanza Connecting People asserisce di non avere ottenuto le liquidità dall’ente governativo per girare poi le spettanze ai dipendenti e ai fornitori. «Situazione verosimile – ammettono gli operatori – ma ad ogni modo inaccettabile. Fra le garanzie che l’impresa deve fornire da contratto c’è anche la solidità finanziaria: non possiamo pensare che la cooperativa debba per forza attendere i trasferimenti dalla Prefettura per saldare ai dipendenti quanto spetta per il loro lavoro che, ricordiamo, rimane altamente pericoloso e logorante». Intanto la struttura gradiscana è stata visitata dal consigliere regionale del Sel, Stefano Pustetto. Che lo definisce «una vergogna per un Paese che si dice civile». «Ho voluto visitare nuovamente il Cie – afferma Pustetto – per verificare, una volta di più, se le notizie che faticosamente filtrano dall’interno corrispondessero al vero. E all’interno ho trovato un popolo dolente, arrabbiato, deluso da una nazione che credevano civile e che, invece, si dimostra ingiusta e vendicativa”. Pustetto ricorda come Cie sia l’acronimo di “Centro d’Identificazione ed Espulsione”, “eppure la quasi totalità degli internati è stata identificata da anni e prima di essere espulsi possono essere trattenuti in quella struttura, che per certi versi è peggiore del carcere, per 18 mesi. Quelli che vengono dal carcere – prosegue l’esponente di Sinistra Ecologia e Libertà – hanno già scontato per intero la pena; e gli altri possono essere lì semplicemente perchè il loro datore di lavoro (il più delle volte italiano) non li ha messi in regola o perchè il loro permesso di soggiorno è scaduto” Pustetto conferma quanto più volte raccontato dal Piccolo: molti migranti dormono per terra perchè i materassi, danneggiati nell’ultima rivolta, sono stati rimpiazzati solo in minima in parte. (l.m.)