CIE DI GRADISCA: il centro verrà temporaneamente svuotato

Dal Piccolo dell’ 11/11/10

 

Lavori, il Cie verrà completamente svuotato

 

di LUIGI MURCIANO GRADISCA Il Cie di Gradisca potrebbe essere svuotato in vista dell’ormai imminente potenziamento della sicurezza interna alla struttura. Lo hanno confermato fonti vicine alla Prefettura di Gorizia, che proprio in queste ore sta concludendo la procedura di affidamento dei lavori. DUBBI. Il temporaneo svuotamento del centro di identificazione ed espulsione situato all’ex caserma Polonio dovrebbe durare un paio di settimane. In un primo momento era sembrato che le opere di adeguamento strutturale del Cie potessero convivere con la presenza degli ospiti, al punto che ne era stata ipotizzata una semplice riduzione della capienza in concomitanza con i cantieri. A quanto pare così non sarà. Resta invece aperto il grande interrogativo: a lavori terminati il Cie sarà portato alla sua reale capienza di 250 posti o sarà riportato a quella attuale di non più di 130 ospiti? Sulla questione vigilano i sindacati di polizia, secondo i quali un centro a pieno regime «diventerebbe una bomba pronta a esplodere» senza adeguati rinforzi all’organico di vigilanza. APPALTO. Sono tre, tutti regionali, i soggetti in lizza per l’affidamento dei lavori. L’ente appaltante, ovvero la Prefettura, ha voluto privilegiare le ditte del Nordest. In lizza anche la Cerasi spa, il colosso romano dell’edilizia che aveva costruito il Cie di Gradisca negli anni dal 2001 al 2006. L’azienda si sarebbe presentata al nuovo appalto in associazione temporanea d’impresa con aziende regionali. La base d’asta dell’appalto è di 1 milione e 600mila euro. I lavori in questione sono stati sollecitati sin dal 2007 e riguardano il potenziamento dei dispositivi di videosorveglianza e sicurezza (fra cui dispositivi anti-fuga a infrarossi) e interventi strutturali con il riposizionamento di offendicula e camere di parcellizzazione rimosse a suo tempo su indicazione della commissione ministeriale Staffan de Mistura nell’ottica di una politica di umanizzazione dei Cie italiani. TENSIONE. Intanto, dietro il muro dell’ex Polonio, la situazione continua a essere sempre piuttosto calda. Nell’ultima settimana si è registrata l’aggressione a un operatore colpito da una testata sferratagli da un immigrato, un tentativo di fuga – non riuscito – di una quarantina di immigrati di etnia maghrebina e infine una rivolta interna culminata nell’incendio di alcuni materassi dopo che i “rivoltosi” avevano bloccato alcuni lucchetti impedendo agli operatori l’accesso nelle celle della zona notte. Non si conterebbero neppure gli episodi di autolesionismo da parte degli ospiti. La tensione sarebbe dovuta alle procedure di rimpatrio di alcuni irregolari di nazionalità tunisina, che andrebbero a rilento – 4 unità per volta – lasciando a chi rimane nel Cie di Gradisca il tempo per giocare la carta della disperazione e architettare la fuga. DIPENDENTI. In questo contesto già di per sè poco rassicurante va anche sottolineato lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti della Connecting People, il consorzio trapanese che sino al 31 dicembre ha in gestione i servizi interni di Cie e Cara. In questo caso una nota positiva: gli operatori hanno appena ricevuto, seppur in ritardo, la mensilità di settembre. L’auspicio è che non vi sia analogo ritardo anche per il prossimo stipendio di ottobre. DROGA. Intanto si è scoperto che all’interno del Cie la droga può arrivare anche via posta. Lo hanno accertato gli agenti della questura di Padova, allertati dai colleghi goriziani. Un 53enne padovano, al secolo Claudio Zorzi, spediva infatti quantitativi di hashish a un suo amico marocchino ospite della struttura nascondendoli in anonime buste di posta ordinaria, con tanto di mittente e con una certa frequenza. Il comportamento ha insospettito gli operatori della Connecting People, che hanno allertato le forze dell’ordine. L’episodio risalirebbe al giugno dello scorso anno ma è emerso solo nei giorni scorsi. Nell’abitazione del padovano gli agenti hanno trovato 100 grammi di hashish. Inevitabili le manette, anche se l’uomo una volta rilasciato ha pensato bene di riprendere ben presto con l’attività di spaccio. A ottobre è stato nuovamente “pizzicato” da un blitz nella sua abitazione da parte della Mobile, che ha accertato all’interno di una tasca di un giaccone la presenza di circa 60 grammi di eroina. Per Zorzi si sono aperte le porte del carcere