Messaggero Veneto del 03/05/12
«Inaccettabile la censura al Cie di Gradisca»
GRADISCA L’Assostampa del Friuli Venezia Giulia giudica inaccettabile e non più tollerabile la censura sul Centro di identificazione ed espulsione (Cie) e sul Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Gradisca «che colpisce esclusivamente gli operatori dell’informazione». L’Assostampa precisa che «a sei giornalisti che hanno presentato formale richiesta alla Prefettura di Gorizia l’ingresso è stato negato. Finora tutte le richieste dei giornalisti – individuali e collettive – sono state regolarmente respinte».
Dal Piccolo del 29/04/12
Blitz nel Cie di Gradisca: «È come una prigione»
di Luigi Murciano GRADISCA È visitabile da parlamentari, sindaci e consiglieri regionali. Persino da privati cittadini che siano accompagnatori delle pubbliche autorità. Ma per i giornalisti il Cie di Gradisca rimane tabù. È di fatto fallito sul nascere, perlomeno per quanto concerne la struttura isontina, il tentativo della campagna “LasciateCientrare” di consentire alla stampa di visitare il Centro immigrati. Nonostante gli appelli della Fnsi e dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia i cancelli sono rimasti chiusi per gli operatori dell’informazione. È andata meglio agli onorevoli Monai (Idv) e Strizzolo (Pd) e al consigliere regionale Antonaz, più il sindaco di Romans Davide Furlan, che però – specifica – è entrato a titolo personale quale accompagnatore di Monai. La Prefettura di Gorizia ha applicato alla lettera la circolare ministeriale che dispone il divieto d’ingresso ai media a quei Cie ancora interessati da lavori di ristrutturazione. E dire che in questo momento sul Cie di Gradisca c’è assai poco di compromettente da raccontare. Lontani i tempi di rivolte e incendi, rientrata almeno per ora l’emergenza degli sbarchi, la struttura è ai minimi storici di presenze: appena 22 ospiti, su una capienza reale di 248. Sembrano essere più numerosi gli agenti di polizia e i militari del Genio guastatori di Cremona che fanno i doppi turni per presidiare questo gigante dai piedi d’argilla, finito sotto i riflettori della magistratura per presunte irregolarità nelle fatturazioni dell’ente gestore alla Prefettura. Unanime il parere negativo di Monai, Strizzolo e Antonaz. «Questo è un carcere – afferma Monai – non è pensabile che una persona che non ha commesso illeciti trascorra 10 mesi qui dentro per essere identificato». Per Antonaz «servono soluzioni alternative». Secondo Strizzolo «vanno ridotti i tempi di permanenza e rafforzate le procedure di identificazione. Chiederò questo al governo, e di spiegare come mai a Gradisca i giornalisti non possano raccontare questa struttura». Ed è giallo su un presunto pestaggio ai danni di un ospite del Cie. Al termine della loro visita, Strizzolo, Monai e Antonaz hanno riferito di avere ascoltato la storia di un ospite tunisino, tossicodipendente, che riferiva di essere stato malmenato dai poliziotti tanto da mostrare loro alcune ferite sulla schiena. Immediatamente Monai ha chiesto di poter visionare con i suoi colleghi i filmati delle telecamere di sorveglianza. «Le immagini non danno alcuna evidenza di quanto accaduto – si è affrettato a precisare Monai – nè che vi siano responsabilità degli agenti». Ma i sindacati di Polizia non l’hanno presa affatto bene. «Le autorità in visita si sono recate direttamente dai trattenuti senza minimamente accertarsi delle condizioni di lavoro degli operatori di polizia e dell’esercito – il duro commento di Angelo Obit, segretario del Sap. Anche l’on Fedriga si è dissociato dall’iniziativa di Monai e si è schierato dalla parte dei poliziotti. «Tra l’altro, mentre la delegazione era intenta a visionare il filmato – rivela Obit – il tunisino ha aggredito e ferito un addetto alle pulizie». Successivamente alla visita della delegazione lo stesso ha lanciato calcinacci e pietre all’indirizzo degli operatori di vigilanza. «Per gli accertamenti dei fatti ci affidiamo serenamente alla magistratura» conclude amaro il segretario del Sap.
dal Messaggero Veneto del 29/04/12
Aggredito un operatore durante la visita al Cie
di Ilaria Purassanta GRADISCA Voci, poi smentite dai nastri della videosorveglianza, di un pestaggio che sarebbe stato perpetrato dalla polizia, poi l’aggressione di un addetto alle pulizie dello Sri Lanka. È stata una visita ricca di colpi di scena, quella che ha visto protagonisti, ieri mattina al Cie di Gradisca, i deputati Ivano Strizzolo (Pd) e Carlo Monai (Idv) e il consigliere regionale Roberto Antonaz (Rc). I tre esponenti politici hanno aderito alla campagna di mobilitazione nazionale “LasciateCIEntrare” e denunciato le condizioni di vita all’interno del centro. Nel corso della visita, un tunisino ha raccontato a Monai di essere stato preso a calci dalla polizia e ha esibito le escoriazioni sulla schiena. Altri ospiti hanno confermato tale versione. Monai, insieme con Antonaz e Strizzolo, ha preteso allora di visionare i nastri di videosorveglianza, per verificare cosa fosse successo, giovedì 22 aprile, alle 22. C’è stata una trattativa con la Questura di venti minuti («Prima ci hanno detto no, poi nì, infine abbiamo detto loro: non ce ne andiamo da qui finché non ce li fate vedere»). Nessun riscontro dai nastri per la versione dell’immigrato, ma soltanto, per dirla con Monai, «un legittimo uso della forza da parte di otto poliziotti e un militare che hanno riportato di peso l’immigrato dall’infermeria alla sua stanza mentre questo opponeva resistenza». Intanto, però, denuncia il Sap, mentre le telecamere erano spente per consentire ai tre esponenti di vedere i filmati, – proprio per tale ragione era stato opposto un iniziale rifiuto – lo stesso tunisino ha picchiato e steso con un pugno al mento un addetto alle pulizie dello Sri Lanka. Prognosi di tre giorni per il ragazzo, che è stato ritrovato in lacrime dai poliziotti che, come afferma il Sap, «non potendo visionare le immagini non sono riusciti a interrompere l’aggressione». Tra l’altro, racconta il segretario provinciale del Sap, Angelo Obit, proprio quell’immigrato, ieri mattina, ha lanciato calcinacci e pietre sugli operatori di vigilanza e venerdì, invece, ha tirato arance contro le telecamere e i militari e li ha insultati. «Nessuno ha ritenuto di fare le proprie scuse alla polizia», osserva Obit. I tre politici denunciano: i materassi sono arrivati soltanto due mesi fa, prima i 22 ospiti dormivano su brande d’acciaio, per dieci mesi non hanno avuto l’ora d’aria in cortile, possibilità offerta da appena un mese, gli ospiti lamentano cibi freddi e poco appetibili. Un immigrato ha definito gli spazi «gabbie per animali»; non è, infine, rispettato il capitolato d’appalto al Cara: mancano barberia e lavanderia. Le proposte dei tre politici? Accorciare i tempi di permanenza, migliorare le condizioni di vita e rimuovere la censura per la stampa, sul cui ingresso al Cie il ministero, anche ieri, ha posto il veto.
dal messaggero Veneto del 28/04/12
Al Cie i politici oggi potranno entrare, i giornalisti no
di Ilaria Purassanta GRADISCA La svolta, sulla carta, risale a dicembre dell’anno scorso, quando il nuovo ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri sospese il divieto di informazione nei Cie e nei Cara, fissato nella circolare 1305 del 1° aprile 2011, che portava la firma di Roberto Maroni. De facto, però, denunciano i firmatari della campagna nazionale “LasciateCIEntrare”, non è cambiato nulla. «Capire e raccontare – scrivono nell’appello giornalisti e politici di spicco, scrittori, associazioni umanitarie e Assostampa – cosa accade in questi luoghi è estremamemnte difficile, a causa della discrezionalità con la quale le richieste di accesso vengono gestite e trattate». Oggi la campagna approda al Cie di Gradisca e i giornalisti, che pure hanno presentato richiesta d’accesso, non potranno entrare. Come mai?Spiegano dalla Prefettura di Gorizia: «La visita è stata differita perché i lavori di ristrutturazione sono ancora in corso. Così ci ha comunicato il ministero. Quando saranno ultimati, forse sarà disposto d a Roma diversamente». Allora porte chiuse anche per i politici del Fvg che hanno aderito, oggi, alla mobilitazione? Niente affatto. Carlo Monai (Idv), Ivano Strizzolo (Pd) e Roberto Antonaz (Rc) potranno entrare al Cie e al Cara. Perché il cantiere non vale come clausola ostativa per tutti, ma solo per i giornalisti? Risposta della Prefettura: «Lo chieda alla Cancellieri, così ha disposto il ministero». Attualmente all’interno del Centro di identificazione e espulsione sono ospitati appena una ventina di immigrati, tutti concentrati nella zona rossa. L’intervento di ristrutturazione, infatti, interessa sia la zona verde che la zona blu. Sono stati installati i nuovi impianti di allarme, rimesse a nuovo le camerate e rifatte le vasche di contenimento parcellizzate. Ovvero si è ritornati indietro rispetto alle prescrizioni della Commissione De Mistura che, come spiega il Sap, Sindacato autonomo di polizia, aveva chiesto di rimuovere gli sbarramenti negli spazi esterni alle camerate, creando un unico spazio comune. Il collaudo delle opere è imminente e, questione di settimane, il Cie potrà entrare a pieno regime (249 unità la capienza massima). Visto che le altre strutture della penisola stanno traboccando immigrati, è assai probabile che Roma decida di sfruttare subito il Cie di Gradisca. Si prevedono, dunque, arrivi in massa. Si riproporrà, così, il problema del potenziamento della vigilanza.