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Il comportamento dei media. Il Piccolo (che per l’isontino è di gran lunga più importante del Messaggero) in questa occasione è stato più generoso (articolo su 5 colonne) che per la manifestazione del 12 marzo (un articolo striminzito su 3 colonne ed una mutilazione dei contenuti). Da notare inoltre che la RAI regionale ha annunciato alla radio che si sarebbe svolto il presidio del 2 aprile e poi ha fatto un servizio alla TV, mentre per il 12 marzo c’era stata la censura totale dell’iniziativa; e si che i numeri erano completamente diversi: 200 presenze certe al 12 marzo in confronto a meno di 100 presenze al 2 aprile.
Il Piccolo 3 aprile 2011. Fai “visualizza immagine” per ingrandire
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Messaggero Veneto DOMENICA, 03 APRILE 2011 Pagina 60 – Provincia
PRESIDIO
«Cie, struttura antidemocratica»
Chiesto il rientro a Gradisca dei tre richiedenti asilo del Cara
GRADISCA Riportare a Gradisca i tre richiedenti asilo del Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) che nelle scorse settimane erano stati trasferiti al villaggio catanese di Mineo. E’ la richiesta di associazioni, movimenti antirazzisti, partiti (Rifondazione comunista e Sinistra Critica) e rappresentanze sindacali che si sono date appuntamento ieri, davanti al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di via Udine, per un presidio «contro i bombardamenti in Libia e la guerra ai migranti». Un centinaio gli attivisti accorsi a Gradisca e pronti a denunciare la situazione di un richiedente asilo curdo «che dopo 4 mesi al Cara di Gradisca aveva ottenuto la convocazione, fissata per il 7 aprile, da parte della commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Adesso minaccia il suicidio, non vuole più stare nel ghetto di Mineo: vuole tornare a Gradisca per difendere i suoi diritti». Nel mirino dei portavoce del presidio, però, anche il Cie. «Un vero e proprio dispositivo di guerra interna dello Stato, creato sulla base di un’ideologia e sulla pelle dei migranti. Strutture come quella di Gradisca succhiano 5 milioni di euro l’anno agli italiani: il Cie non è un problema di sicurezza, ma di democrazia». «Il Cie è una foglia di fico – ha denunciato l’esponente dei Verdi, Alessandro Metz – per coprire gli interessi elettorali della Lega, quando i soldi che vengono spesi in queste strutture potrebbero tranquillamente sostenere politiche concrete per difendere il diritto d’asilo europeo”. (m.c.)
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Report. Oggi sabato 2 aprile in concomitanza con le manifestazioni contro la guerra in Libia, l’Officina Sociale di Monfalcone, la Tenda per la Pace, l’area dei disobbedienti, hanno organizzato un presidio al quale hanno partecipato una settantina di persone. Il comportamento della Questura. Anche in questo caso ci sono state le prescrizioni limitative da parte della Questura, ma molto meno pesanti che per il 12 marzo, meno polizia, niente fermi stradali, niente elicottero, niente divieto di somministrazione alcolici, niente divieto di uscire ai richiedenti asilo del CARA, oltre una decina dei quali ha anche partecipato tranquillamente alla manifestazione.
I nomi dei tre ragazzi del CARA deportati a Mineo
Oltre una decina di richiedenti asilo del CARA si sono uniti alla manifestazione