Da Il Piccolo del 19/06/12
Gradisca , ancora tensione al Cie I detenuti salgono sul tetto
di Luigi Murciano GRADISCA Ancora tensione al Cie di Gradisca. Proprio nel corso della visita di una delegazione di parlamentari del Pd alcuni ospiti della struttura di identificazione hanno inscenato una azione di protesta, salendo sul tetto dell’ex Polonio e minacciando nuovi episodi di autolesionismo (tagli alle braccia o l’ingestione di bulloni) che peraltro si stanno facendo sempre più frequenti nelle ultime giornate tanto, da costringere il Pronto Soccorso di Gorizia a una attività continua. E’ giallo, inoltre, sullo sciopero della fame di un immigrato di nazionalità marocchina. L’uomo, che avrebbe intrapreso la protesta da alcuni giorni, sarebbe caduto a terra dopo avere accusato un malore. Smentisce questa versione dei fatti l’ente gestore, la coop siciliana Connecting People, che parla di uno sciopero della fame solamente annunciato ma non confermato dalle analisi cui il maghrebino sarebbe stato sottoposto. Sia come sia, la situazione al Cie rimane bollente. «Una polveriera molto più pericolosa di altri centri che abbiamo visitato» ha affermato senza mezze misure Rosa Villecco Calipari, che ha guidato una delegazione di parlamentari Pd composta anche da Delia Murer, Tamara Blazina, Carlo Pegorer ed Ivano Strizzolo. Un’iniziativa svolta in sintonia con la campagna nazionale LasciateCientrare per la trasparenza sulle strutture di identificazione ed espulsione della penisola. La visita isontina al Cie e al vicino Cara è durata oltre tre ore. La struttura isontina ospita oggi 82 immigrati a fronte di una capienza reale ridotta ad appena 74 posti dopo i recenti danni alla “zona blu”. Ma presto potrà contare su 44 nuovi posti letto, quelli della ristrutturata “zona verde”. «Nei Cie vi sono meno diritti che in un carcere – ha spiegato Calipari -. Basti pensare che a Gradisca gli ospiti non possono utilizzare nè la mensa (i pasti si consumano in cella ndr) nè il campo da calcio. Chiaro che questa situazione crea alienazione e paranoie. E se questo governo intende razionalizzare le spese – conclude – dovrebbe accorciare i tempi di trattenimento e razionalizzare questo contorto meccanismo. I continui travasi da un Cie all’altro certo non risolvono i problemi dell’immigrazione». Conclude Blazina: «E’ pericolosa la promiscuità di casi così diversi fra gli ospiti. Non possono essere rinchiusi per 6 mesi nella stessa cella immigrati cui sono scaduti i documenti e stranieri che usciti dal carcere si vedono affibbiare un supplemento di pena».