dalla tenda della pace: i migranti continuano ad essere chiusi nelle loro stanze. La persona che ieri ha ingoiato la lametta e che da ieri è entrato in sciopero della fame, si trova al Cie, presso l’infermeria dove gli sarebbe stato somministrato dell’olio per agevolare l’espulsione della lama. Ci chiediamo se quello sia il luogo più idoneo a questo tipo di intervento che, da ignoranti, ci sembra non privo di rischi.
Un altro uomo, di 46 anni di origine algerina è in sciopero della fame dalla notte del Bairam, quando i festeggiamenti per la fine del Ramadan sono stati impediti e la protesta è stata poi soffocata nei lacrimogeni al CS.
L’uomo ha perso 17 chili in 10 giorni e ci ha dichiarato di aver tentato il suicidio 3 volte nell’ultimi 6 mesi, da quando cioè si trova rinchiuso al CIE di Gradisca d’Isonzo.
Due giorni fa ha ingoiato una ingente quantità di psicofarmaci e ha poi rifiutato ogni tipo di intervento medico, seppure gli sarebbe stato proposto anche il trasporto all’ospedale di Gorizia.
Soffre di problemi alla tiroide e ha interrotto anche le cure mediche per questi.
Chiede di parlare con qualcuno (al telefono la nomina come “commissione”) che si occupi di verificare le ingiuste e disumane condizioni di detenzione all’interno del CIE.
L’uomo ha perso 17 chili in 10 giorni e ci ha dichiarato di aver tentato il suicidio 3 volte nell’ultimi 6 mesi, da quando cioè si trova rinchiuso al CIE di Gradisca d’Isonzo.
Due giorni fa ha ingoiato una ingente quantità di psicofarmaci e ha poi rifiutato ogni tipo di intervento medico, seppure gli sarebbe stato proposto anche il trasporto all’ospedale di Gorizia.
Soffre di problemi alla tiroide e ha interrotto anche le cure mediche per questi.
Chiede di parlare con qualcuno (al telefono la nomina come “commissione”) che si occupi di verificare le ingiuste e disumane condizioni di detenzione all’interno del CIE.
Domani 22 agosto alle 18.30 assemblea pubblica a Monfalcone presso l’Officina sociale in via Natisone