dal Messaggero Veneto del 16/05/11
Clandestini, giro di vite Chiusi nei Cie per 18 mesi
ROMA Reclusi nei Cie anche per un anno e mezzo. Dietro le sbarre perché clandestini, in attesa di essere rispediti in patria. Con un provvedimento stritolato dalle polemiche pochi minuti dopo essere stato approvato, il governo decide il giro di vite sull’immigrazione clandestina. Il periodo di permanenza nei Centri di identificazione e di espulsione, già portato da 2 a 6 mesi nel 2009, viene prolungato fino a 18 mesi «in attuazione della direttiva 2008/115 sui rimpatri». E’ ripristinata la procedura di espulsione coattiva per gli extracomunitari irregolari se pericolosi per l’ordine pubblico, a rischio di fuga o già espulsi. Viene introdotta la possibilità di espellere un cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico. Al termine di un consiglio dei ministri in cui il premier Silvio Berlusconi dichiara per il 28 giugno firmerà come promesso il rogito per comprare la villa a Lampedusa e il ministro Stefania Prestigiacomo annuncia lo stanziamento di 26 milioni di euro per l’isola, il ministro dell’Interno Roberto Maroni si affretta a chiarire che il trattenimento nei Cie avverrà «attraverso una procedura di garanzia che passa dal giudice di pace»: «Il termine di 18 mesi serve per consentire l’identificazione o l’effettiva espulsione, cioé l’ottenimento del visto d’ingresso da parte del Paese d’origine» spiega, mentre il provvedimento che ripristina le espulsioni dirette – rigettate da Corte di giustizia europea e Consulta – «è coerente con le norme europee». Il Pd, con Anna Finocchiaro, parla di «pericoloso populismo in sala leghista: si vede – dice – che mancano tre giorni a Pontida». «Riemerge l’anima xenofoba», afferma Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, mentre la Lega esulta: «Evviva, arrivano le prime risposte concrete ai problemi che abbiamo posto» dice ministro Roberto Calderoli. Le associazioni sono in rivolta: «Allungare i tempi è una forma di carcerazione in luoghi in cui non c’è tutela ed è indice di incapacità politica nell’affrontare il problema» accusa monsignor Giancarlo Perego, della Fondazione Migrantes. «E’ assurdo, un modo di esasperare le persone», sostiene padre Gianni La Manna, che guida il Centro Astalli. «Vergognoso», commenta Filippo Miraglia, Arci, mentre il direttore del Consiglio italiano rifugiati Christopher Han spiega: «La Ue in casi estremi ammette il trattenimento fino a 18 mesi, ma ci deve essere una verifica che il prolungamento dia la possibilità di eseguire l’espulsione: non può essere una punizione». Intanto la Comunità di Sant’Egidio dedica una veglia ai 2500 morti nei viaggi verso l’Europa e chiede l’apertura di canali umanitari per fermare la strage.(m.r.t.)