Il Piccolo del 28/07/11
Avvocati in campo per aprire il Cie
GRADISCA E adesso si procede per tribunali. Dopo la mobilitazione di giornalisti e parlamentari, è arrivato il turno degli avvocati. L’Unione Forense per la tutela dei diritti umani, ha appena comunicato di avere impugnato dinanzi al Tar del Lazio la circolare 1305 del Ministro dell’Interno, che dal primo aprile vieta in modo assoluto e senza possibilità di deroghe, l’accesso da parte dei giornalisti ai centri di identificazione e espulsione, nonché ai centri di accoglienza per richiedenti asilo. Gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci difendono i giornalisti Raffaella Cosentino (free lance, collaboratrice di Repubblica e Redattore Sociale) e Stefano Liberti (Il Manifesto), che alla loro richiesta di visita ai centri si sono visti opporre un diniego da parte delle prefetture di Crotone, Roma e Catania. Tali limitazioni della libertà di stampa costituiscono, secondo i legali, «un’indebita restrizione all’esercizio della libertà di stampa ed informazione, garantita dalla Costituzione e dalle norme internazionali in materia di diritti umani. Una restrizione fondata su motivazioni del tutto arbitrarie e discriminatorie». Il tema è stato toccato anche a Gradisca, dove il solo onorevole Carlo Monai (Idv) ha potuto varcare la soglia del Cie mentre la delegazione di Assostampa è stata come previsto “rimbalzata” dalla Prefettura goriziana. I Cie sono «l’emblema del fallimento assoluto della politica in tema di immigrazione clandestina». Lo afferma Maurizio Iannarelli, Segretario Generale Regionale del Friuli Venezia Giulia del sindacato di Polizia Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp) all’indomani dell’iniziativa nazionale ”LasciateCientrare” che ha anche interessato la struttura di accoglienza di Gradisca d’Isonzo. «Le condizioni delle carceri – ha affermato invece Monai – sono certamente migliori del trattamento riservato a queste persone, molte delle quali non hanno commesso reati. Agli operatori dell’informazione – ha concluso – deve assolutamente essere consentito di raccontare all’opinione pubblica cosa sono queste strutture». Luigi Murciano