TERRITORIO/ Cervignano: il comitato ambientale contro la cementificazione

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 02 FEBBRAIO 2010

Pagina 12 – Udine

Il Comitato ambiente boccia la variante: saremo ancor più assediati dal cemento

Cervignano

CERVIGNANO. I membri del Comitato difesa ambiente della Bassa friulana esprimono pubblicamente il loro dissenso in merito all’ipotesi progettuale della variante generale al piano regolatore, presentata, qualche giorno fa, sul Messaggero Veneto, dal vicesindaco, Gino Zampar.
«Abbiamo appreso dalla stampa – spiega il coordinatore, Giampaolo Chendi – quale sarà il nuovo assetto urbanistico del comune, nel prossimo futuro. Zampar ora ci promette, assieme al resto della giunta, altre costruzioni, zone industriali, artigianali, commerciali e residenziali, il tutto mentre l’area ex Rossato è ancora in fase di costruzione e 1.500 appartamenti sono ancora invenduti».
Gettano benzina sul fuoco gli ambientalisti: «Il territorio agricolo si sta assottigliando sempre di più, e ciò che veramente ci darà un futuro sarà proprio l’agricoltura e non certo il cemento. Quello che ci preoccupa è il fatto che il Comune voglia apportare continue modifiche all’assetto territoriale delle frazioni. Dopo aver trasformato il borgo di Muscoli, ora Strassoldo verrà assediata dal cemento. E che dire della Carlessa, che chiamano parco mentre in realtà è solamente un parcheggio. Non dimentichiamo Scodovacca, dove, non paghi della ferita apportata all’ambiente con la costruzione della zona Rossato, edificata sulle nostre falde acquifere, ora verranno introdotte nuove opportunità urbanistiche, che modificheranno l’assetto della parte centrale della frazione».
Scrive ancora il gruppo ambiente: «Apprendiamo che nella variante verranno introdotte alcune norme che permetteranno alle case di tipo non agricolo, ma poste su un territorio agricolo, di adattare gli edifici secondo le esigenze dei privati e questa sarà una sciagura per il paesaggio. Quello di cui ha bisogno il nostro territorio è uno sviluppo armonico e certi progetti nascondono solo una mera speculazione. Tutto ciò accade nella quasi indifferenza generale ma quello che ci dispiace di più è il silenzio di quelle persone, forse più sensibili di altri, come gli uomini di cultura, gli storici, i poeti o i pittori, che, nonostante siano ancora capaci di emozionarsi di fronte a un paesaggio, spesso preferiscono girare lo sguardo da un’altra parte». (e.m.)