CIE DI GRADISCA: avvisi in prefettura a Gorizia

dal Messaggero Veneto del 24 marzo 2012

 

 

Caso Cie, avvisi in prefettura a Gorizia

Inchiesta sulle forniture, indagati per falso in atti pubblici il vice vicario e il capo Ragioneria: fatture per oltre un milione

 

di Luana de Francisco

GORIZIA. Erano il vice vicario prefetto di Gorizia, Gloria Sandra Allegretto, e il responsabile dell’Ufficio ragioneria della medesima prefettura, Telesio Colafati, a mettere il visto sui mandati di pagamento delle fatture emesse dalla “Connecting people” di Trapani per le forniture di servizi alla persona del Cie e del Cara di Gradisca d’Isonzo.

Ossia, in altre parole, a certificare la veridicità di quanto dichiarato dall’ente gestore in merito al numero degli ospiti di volta in volta presenti all’interno delle due strutture. Numero che la Procura di Gorizia, da oltre sei mesi al lavoro su una maxi-inchiesta che ipotizza, tra gli altri, i reati di frode in pubbliche forniture e peculato, ritiene sia stato invece sistematicamente gonfiato. E che questo sia stato possibile anche perchè chi avrebbe dovuto controllare nulla fece, invece, per impedirlo.

Da qui, le informazioni di garanzia notificate ieri mattina al vice vicario prefetto e al capo Ragioneria, contestualmente al decreto di sequestro disposto dai pm Luigi Leghissa e Valentina Bossi di tutti i mandati di pagamento relativi alle fatture emesse dal consorzio trapanese nel periodo compreso tra il settembre del 2008 e il giugno del 2011, data di scadenza del penultimo appalto.

Stando ai calcoli effettuati dagli inquirenti – le indagini sono state delegate a una speciale task-force formata da militari della Guardia di finanza e da agenti della Digos di Gorizia – sarebbero stati autorizzati pagamenti non dovuti per oltre un milione di euro. E ad autorizzarli sarebbero stati appunto Allegretto e Colafati, competenti per le attività di liquidazione delle fatture emesse dalla “Connecting people” e, in tale veste, indagati entrambi per l’ipotesi di reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

Stando al castello accusatorio formulato dai magistrati, ciascuno per la propria parte avrebbero falsamente attestato l’avvenuto “controllo di congruità” dell’importo indicato in fattura. Attestazione che la Procura ritiene non conforme al vero, alla luce degli accertamenti che avrebbero già dimostrato una sovraffatturazione e cioè l’indicazione in fattura di un numero di ospiti superiore a quello reale. Con conseguente liquidazione di importi forfettari (che la convenzione tra ente gestore e Prefettura aveva fissato in 42 euro per ospite) più alti di quelli dovuti.

Il sequestro effettuato ieri nel palazzo di Governo di piazza Vittoria è soltanto l’ultimo atto di una complessa attività d’indagine, che, in febbraio, aveva portato già all’acquisizione – almeno in un’occasione, anche negli uffici della Questura – di una notevole mole di documenti riconducibili non soltanto ai pagamenti delle forniture (dalle mense, all’acqua, alle schede telefoniche), ma anche agli atti relativi alla gara bandita dalla prefettura per l’affidamento della gestione 2011-2014 del Centro di identificazione ed espulsione e del collegato Centro di accoglienza per richiedenti asilo.

Non basta. Per ricostruire i numerosi filoni d’indagine – oltre una dozzina, a quanto appreso – i magistrati hanno sentito decine e decine di persone informate sui fatti. Ultimi in ordine di tempo, il prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, invitata giovedì a palazzo di giustizia, e l’allora questore di Gorizia e attuale questore di Udine, Antonio Tozzi, presentatosi invece ieri mattina.

Perquisizioni erano state eseguite anche nelle stesse strutture di Gradisca e nelle abitazioni di tre medici finiti a loro volta sotto indagine per i casi di scabbia accertati al Cie e al Cara il 30 novembre scorso. L’accusa contestata ai tre professionisti, tutti coinvolti in qualità di sanitari operanti all’interno dei due centri per conto del gestore, è l’omessa denuncia alle competenti autorità del manifestarsi di episodi o di sospetti episodi tra gli ospiti.

Da segnalare, intanto, la recente decisione del Tar del Fvg che, accogliendo il ricorso presentato dal consorzio trapanese, ha annullato la gara d’appalto che aveva aggiudicato la nuova gestione al Rti guidato dalla francese Gepsa, garantendo così continuità di gestione allo stesso consorzio uscente e secondo classificato “Connecting people”.

 

dal Piccolo del 24/03/12

Avviso di garanzia al viceprefetto per il Cie di Gradisca

Anche la Prefettura di Gorizia finisce nel tourbillon delle indagini riguardanti il Cie e il Cara di Gradisca. La Procura di Gorizia ha infatti emanato due avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti alti dirigenti degli uffici del Governo nel capoluogo isontino: si tratta di Gloria Sandra Allegretto, viceprefetto vicario, e Telesio Colafati, responsabile dell’area economico-finanziaria dell’ente. L’ipotesi di reato avanzata dai pm Luigi Leghissa e Valentina Bossi, titolari dell’indagine, sarebbe quella di falso ideologico. Nel mirino degli inquirenti vi sono infatti le presunte irregolarità nelle dichiarazioni relative alle forniture di materiali per l’assistenza alla persona: indumenti, servizio mensa, vettovaglie, schede telefoniche, medicinali e quant’altro. Reato che nelle scorse settimane peraltro era già stato ipotizzato anche nei confronti del consorzio cooperativistico trapanese “Connecting People” che gestisce (attualmente in deroga) la struttura per migranti, tanto da sfociare in un primo avviso di garanzia emesso nei confronti del legale rappresentante della cooperativa di Trapani, Giuseppe Scozzari. Avviso di garanzia che il consorzio siciliano aveva smentito fosse giunto al destinatario. I pm vogliono comunque vederci chiaro sulle modalità di gestione del doppio centro immigrati gradiscano: l’ipotesi è che le fatturazioni emanate dalla coop siciliana (e controfirmate dalla Prefettura) non siano state sempre conformi alla reale presenza di immigrati nelle due strutture. Sotto la lente, in sostanza, c’è il forfettario da 42 euro al giorno per immigrato che la Connecting People incassa dallo Stato – una volta certificato dalla Prefettura – per la gestione di Cie e Cara. L’indagine, condotta con l’apporto di Digos e Fiamme Gialle, è riferita al periodo compreso fra il febbraio 2008 (ovvero dall’affidamento della gestione alla coop trapanese) e il dicembre del 2011. Sull’argomento nelle ultime 48 ore i magistrati hanno ascoltato – ma non sono iscritti fra gli indagati – anche il prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, e l’ex questore del capoluogo, Antonio Tozzi. Fitto riserbo sulle loro dichiarazioni agli inquirenti.