BASSA FRIULANA/ sulla TRUFFA degli allacciamenti alle “doppie fognature”

Messaggeri Veneto MARTEDÌ, 13 NOVEMBRE 2012

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Pagina 36 – Provincia

SAN GIORGIO DI NOGARO

«Obblighi illegittimi, ecco perché»

Il Comitato: il nuovo regolamento dell’Ato non è retroattivo

SAN GIORGIO DI NOGARO «Ormai ho la certezza che le notifiche di obbligo di allacciamento alla doppia fognatura, con i costi a carico dell’utente sono illegittime: il nuovo regolamento di fognatura approvato dall’Ato nel 2009 non può avere valore retroattivo». Ad affermarlo è il portavoce del Comitato di difesa ambientale Bassa friulana, Paolo De Toni, che mette così al riparo 23 mila utenti del territorio “costretti” ad allacciarsi alla doppia fognatura. «Se si analizza la cronologia tecnica dello sviluppo della doppia rete fognaria ed in parallelo i collaudi dei vari lotti-dice- il quadro che emerge è che i lotti 5- 6 e 7 che interessano Cervignano, Torviscosa, San Giorgio, Carlino e Marano sono completati nel ’99 e collaudati nel 2000; che i lotti 8 e 9 riguardati Cervignano, San Giorgio e Muzzana, sono completati nel 2003 e collaudati nel 2004; che i lotti 10 di San Giorgio- Torviscosa, finito nel 2002 e collaudato nel 2055; e l’11 lotto di comuni vari si è concluso e collaudato nel 2007. Dal punto di vista giuridico, i regolamenti in vigore, quello approvato dalla Giunta Regionale nel1998 e quello successivo, approvato sempre dalla Giunta regionale del 2002, ne consegue che i tre lotti collaudati nel 2000 dovevano essere sottoposti ad allacciamento con la copertura del regolamento del 1998 ed i lotti collaudati nel 2004, 2005 e 2007 dovevano essere sottoposti ad allacciamento con il regolamento approvato nel 2002». «Il Cdl – ribadisce – certamente non era legittimato a tenere tutto fermo e immediatamente dopo ogni lotto collaudato doveva emettere le ordinanze di allacciamento. Le ragioni per le quali non lo abbia fatto non ci riguardano. Dal dicembre 2010 il Cdl è stato assorbito dal Cafc che oggi può dire che non ha soldi per gli allacciamenti in siti privati, allora chiediamo: l’ attuazione di una moratoria generalizzata degli allacciamenti; l’ingresso in campo dei Comuni come parte attiva che stabiliscono un accordo, su base volontaria, con i cittadini per l’applicazione dell’Art 6 del Regolamento in vigore dal 1998 al 2009; la costituzione di un “fondo vincolato” al quale affluiscono le quote fisse rivalutate (valore attuale in euro delle 500 mila lire) e le quote di depurazione che l’utente deciderà volontariamente di pagare anche se non depurato; la realizzazione dei lavori attraverso appalti gestiti dal Comune per razionalizzare i costi che saranno così nettamente inferiori a quelli degli allacciamenti condotti privatamente, con un crono programma che ovviamente inizia e procede con la realizzare degli allacciamenti meno costosi. Ovviamente- conclude- chi vorrà sarà libero di allacciarsi». Francesca Artico