ANARCHISMO: articoli sull’iniziativa su Tommasini a Vivaro

Dal Messaggero Veneto

09/01/11

Un convegno dedicato a un illustre di Vivaro Focus sull anarchico libertario Tommasini

 

VIVARO. Un convegno di studi dedicato a uno dei figli illustri di Vivaro: l’anarchico – libertario Umberto Tommasini (Trieste 1896 – Vivaro 1980). Nella sua esistenza Tommasini è sempre rimasto legato a Vivaro. Nato a Trieste il 9 marzo 1896 da Angelo e Bernardina Tommasini, emigranti di Vivaro. Il padre, lasciato il povero paese delle grave, fra Cellina e Meduna, diventa socialista nel grande porto asburgico. Combattente italiano nella prima guerra mondiale, ferito e internato a Mauthausen, Tommasini, assieme al fratello Vittorio, all’inizio degli anni Venti aderisce all’anarchismo, impegnandosi nella resistenza alle bande fasciste che infestano la Venezia Giulia. Subisce vari arresti e condanne. Viene confinato a Ustica e Ponza, infine espatria in Francia nel 1932. Inizia qualche tempo dopo a vivere con Anna Renner, e dalla loro unione nasce il figlio Renato. Attivo nell’antifascismo a Parigi, accorre nel 1936 a difendere la Repubblica spagnola, contro Franco. Combatte accanto a Carlo Rosselli di Giustizia e libertà e con l’anarchico Camillo Berneri.

Rientrato in Francia, durante la seconda guerra mondiale subisce l’internamento nel campo di concentramento di Vernet d’Ariège e, in seguito, viene consegnato alla polizia fascista italiana che lo confina a Ventotene e Renicci d’Anghiari. Nel dopoguerra Umberto Tommasini partecipa alle attività degli anarchici triestini, in forte contrasto con gli opposti nazionalismi filo–jugoslavo e filo–italiano e subisce l’arresto dalle autorità d’occupazione anglo-americane.

Successivamente fonda a Trieste il circolo Germinal, è attivo nella Federazione anarchica e dirige il settimanale Umanità nuova. Tommasini muore il 22 agosto 1980 a Vivaro dove, a trent’anni dalla sua scomparsa, domenica 16 gennaio, sarà ricordato nella sala del consiglio comunale con un convegno voluto dal circolo Zapata di Pordenone e dal Gruppo anarchico Germinal di Trieste in collaborazione con l’Ecomuseo Lis Aganis.

Alle 9.30 verrà proiettato il video con un’intervista di Tommasini; alle 10, dopo i saluti delle autorità, sono previsti, sulla figura di Umberto Tommasini, gli interventi dello storico Gian Luigi Bettoli, di Claudio Venza e Clara Germani. L’esecuzione di alcuni brani del repertorio musicale anarchico, precederanno la deposizione di una corona di fiori nel cimitero dove Tommasini riposa.

Sigfrido Cescut

 

07/01/11

In biblioteca c è il fondo Tommasini

VIVARO. In tutti i centri del Pordenonese, all’inizio degli anni Settanta, sono sorte le biblioteche, per volontà degli amministratori comunali e con l’entusiasmo dei tanti bibliotecari. Nel tempo, diverse raccolte di libri sono state arricchite da lasciti di cittadini che avevano a cuore l’affermarsi della cultura.

È il caso della biblioteca civica di Vivaro, che conserva un patrimonio originale dovuto al lascito della famiglia Tommasini “Bicjcju”, originaria di Vivaro, emigrata a Trieste alla fine dell’Ottocento. Come diffuso dal sito internet “La Storia, le storie”, curato dal dottor Gian Luigi Bettoli, il fondo Tommasini comprende un intero scaffale di libri donati dall’attivista anarchico triestino Umberto Tommasini (Trieste 1896 – Vivaro 1980). Legato a Vivaro, fabbro e meccanico antifascista, Umberto emigra a Parigi e accorre nel 1936 a difendere la repubblica spagnola contro Franco. Internato dai francesi a Vernet d’Ariège e poi dai fascisti italiani a Ventotene e Renicci d’Anghiari, nel dopoguerra dirige il Fai (Federazione anarchica italiana) e il settimanale “Umanità nuova”. A cominciare la raccolta del fondo Tommasini è stato il padre Angelo – operaio emigrante ed esponente del socialismo triestino – che volle promuovere nel 1914 una biblioteca popolare a Vivaro.

«Quello che oggi si conserva – informa Bettoli – è forse il più importante lascito di quel tipo. Le biblioteche popolari in Friuli sorsero nel primo Novecento con il sostegno della Società umanitaria di Milano, del Segretario emigrazione di Udine e, nel caso di Vivaro, del Centro studi sociali di Trieste». A Vivaro sono conservati anche i libri dei fratelli di Umberto, tutti operai ed esponenti del movimento anarchico e sindacale. Il fondo Tommasini presenta libri scolastici e di letteratura per l’infanzia, numerosi romanzi popolari, testi politici e classici della letteratura, libretti d’opera, manuali di varia natura, codici giuridici, libri d’arte e d’antiquariato. Fra i volumi più significativi, diversi saggi del movimento socialista italiano e austroungarico. «Su alcuni libri – commenta Bettoli – sono visibili i talloncini della censura. Erano stati inviati dalla casa editrice “Avanti!” a Vittorio – un altro figlio di Angelo – condannato al confino per antimilitarismo durante la guerra 1915-’18: fu in quel periodo che cominciò il passaggio all’anarchismo dei giovani Tommasini». (s.c.)