Tolmezzo: una camera del lavoro dell’USI (1919-1920) – nuova serie: – a. II, n. 4, luglio-dicembre 2003) |
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1919: la rinascita dell’organizzazione operaia Il vento infuocato del biennio rosso incomincia a spirare anche qui. L’8 Giugno si tengono due grandi comizi a Tolmezzo e a Villa Santina, con la presenza rispettivamente di quattromila e cinquemila persone. Il problema del caroviveri A Tolmezzo il 13 luglio si tiene un convegno su questo tema indetto dalla Camera del Lavoro, d’intesa col Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Carnica di Consumo. Candoni “illustra un suo ordine del giorno col quale si sostiene la opportunità di requisire tutte le merci e generi di comune consumo e distribuirle a prezzo di costo attraverso le filiali col mezzo di spacci comunali. Vorrebbe che la cooperativa facesse un sacrificio e non avesse scrupolo ad intaccare il capitale sociale in questa contingenza. Lamenta che tale ordine del giorno sia stato respinto a voti unanimi del consiglio direttivo della camera del lavoro” La posizione riformista viene ben rappresentata da Cosattini, che fa ricadere sulla “cieca e folle politica del governo” le cause del rincaro “ritiene sia un grave errore chiedere i lusinghieri ma folli ribassi praticati in alcune città” raccomanda “ di non indebolire ma di irrobustire le cooperative che sono gli organismi economici attorno ai quali il popolo gitta le basi della civiltà futura” “dopo lunga e animata discussione” viene infine approvato (con due soli voti contrari) un ordine del giorno che ricalca in larga misura le posizioni riformiste. Elezioni alla camera del lavoro Mentre la tensione sociale continua a salire le polemiche interne non si fanno attendere. Ai primi di Agosto il socialista Silvio Benedetti comunica le proprie dimissioni “non condividendo le idee della maggioranza del consiglio” Nel numero del 23 Agosto l’organo socialista parte all’attacco della maggioranza camerale. In una corrispondenza da Enemonzo gli anarchici vengono accusati di intolleranza durante l ’assemblea per l’elezione del Direttivo locale Agli attacchi risponde nel numero successivo L.V. (probabilmente Lodovico Vergendo) respingendoli come pretestuosi. Il programma della Camera del Lavoro non è in nulla mutato dalla data della sua fondazione quattro mesi prima e gli attuali dirigenti sono tra le persone che più si sono spese per la sua nascita. Certo, non si può pretendere di continuare coi sistemi dell’anteguerra “i nostri programmi sono ammuffiti, disse giorni or sono il compagno Rigola”. Quanto alle cooperative è ovvio che gli organismi proletari devono dare l’esempio di quelle condizioni di lavoro che si pretendono dai datori di lavoro privati. I comizi contro la disoccupazione A settembre vediamo arrivare in Carnia Virgilio Elia, uno dei migliori organizzatori che l’USI potesse mettere in campo in quel momento. In Carnia, dove mancano quasi del tutto aziende private e l’unica alternativa all’emigrazione (ora preclusa) è data dai lavori pubblici, le principali forme di lotta del movimento operaio consistono in grandi manifestazioni di piazza per premere sull’amministrazione locale e centrale e nell’inizio “arbitrario” di lavori pubblici da parte delle cooperative. L’oratore “esordisce ricordando gli otto mesi di carcere militare sofferto in Tolmezzo durante la guerra, durante i quali ha avuto modo di affezionarsi fortemente a questa superba ed indomabile regione. Il socialista riformista avv. Turco stempera il clima rilevando come “in Carnia c’è la possibilità di dar tosto mano a grandi lavori stradali, giacchè quattro o cinque delle grandi strade costruite durante la guerra non sono ancora finite […]” non servono “approvazioni o revisioni di progetti, che sono già pronti ed approvati da anni”, ma i lavori devono essere affidati alle cooperative. Verso la scissione Intanto cresce l’attivismo degli anarchici. Il 19 ottobre Elia tiene al Teatro De Marchi di Tolmezzo una commemorazione di Francisco Ferrer “illustrandone la vita e l’opera da lui svolta per la scuola moderna” (17). Al congresso che si apre a Parma il 20 dicembre nessun delegato carnico è tuttavia presente, in un telegramma al congresso Candoni scrive “Elia gravemente ammalato io impegnato grave agitazione mandiamo congresso completa adesione camera lavoro Tolmezzo” in Elia incominciano infatti ad evidenziarsi i segni di quella malattia contratta durante la guerra (forse tubercolosi) che lo porterà nel giro di pochi mesi a morte prematura. Nasce la sezione carnica dell’USI Il 28 Dicembre il Consiglio generale della Cdl, riunito a Villa Santina, deve prendere atto che le posizioni sono sempre più distanti “udite le diverse tendenze dei vari delegati, delucidata l’opinione varia e stridente che anima la maggioranza dei convenuti”, in un estremo tentativo di evitare la scissione “considerando che sarebbe un passo malfermo e pericoloso dividere la massa proletaria carnica” delibera di far convocare le assemblee delle singole sezioni e che siano i soci a vagliare e ponderare “l’indirizzo economico-morale che potrebbe eventualmente prendere la camera del lavoro carnica” riconvocandosi per deliberare il 25 gennaio. La mozione contiene comunque anche un richiamo al Consiglio Generale della Cdl “onde svolga un’opera più proficua e più fattiva di organizzazione e propaganda” Gli echi dello scontro giungono fino a Bologna e al Comitato Centrale dell’USI, nella prima riunione postcongressuale “si delibera pure per Tolmezzo, di invitare i compagni Elia e Candoni a precisare la loro situazione locale” (24). Sugli eventi che portano alla scissione non abbiamo praticamente notizie. Il Lavoratore friulano si limita a riportare una presa di posizione della sezione edile di Lauco che stigmatizza la proposta di uscire dalla CGdL per aderire all’USI e rileva che “tale tendenza si era manifestata unicamente nella maggioranza del consiglio camerale che approfittava del malcontento nella massa organizzata cagionato da qualche dissidio con la coop. Carnica”. La mozione, in chiave antiriformista, prende anche posizione per una netta incompatibilità tra le cariche camerali e quelle cooperativistiche (25). La Camera del lavoro entra in una fase di difficoltà e sulle pagine del Lavoratore friulano, precedentemente abbastanza prodigo di informazioni dalla Carnia, non compaiono più notizie sulle sue attività prima della fine di marzo. La nascita della nuova organizzazione non passa inosservata e il 2 marzo il Prefetto di Udine telegrafa preoccupato a Roma “che invitati dalla sezione carnica dell’Unione Sindacale Italiana, verranno nel corrente mese in Carnia, per un ciclo di conferenze sulla disoccupazione, i propagandisti A. Borghi ed Errico Malatesta” (27). Quale seguito ha la nuova organizzazione ? Sappiamo che una sede viene aperta a Tolmezzo e, nel mese di Giugno una seconda sezione viene aperta a Prato Carnico, storico punto di forza del movimento anarchico locale; agli inizi del 1921 le sezioni operanti risulteranno quattro: Tolmezzo, Prato Carnico, Trava (Lauco) ed Enemonzo (28). Una presenza sicuramente minoritaria rispetto alla Camera del lavoro confederale che, secondo una testimonianza di parte socialista, riunisce “un sindacato edile con 36 sezioni e 4000 soci […] una sezione del sindacato ferrovieri [secondari …] tre leghe lavoranti in legno, la lega cantonieri delle strade nazionali, la lega fabbri, la associazione impiegati e commessi di negozio e una lega mista.” (29).
La presenza è comunque diversificata anche secondo le categorie; per quanto riguarda Prato Carnico una testimonianza ci informa che l’USI raccoglie “soprattutto i lavoranti del legno, i boscaioli […] mentre la CGdL [raggruppa] piuttosto i lavoratori edili” (30). Un dato non casuale se si considera che il maggior datore di lavoro è costituito dalle cooperative socialiste. La maggioranza del proletariato carnico, di sentimenti fortemente unitari, preferisce comunque rimanere nelle organizzazioni confederali dominate dai massimalisti, il cui linguaggio rivoluzionario appare difficilmente distinguibile da quello degli anarchici.
Sull’azione dell’USI carnica nei primi mesi del 1920 abbiamo scarsissime informazioni. La Patria del Friuli ci informa di un duro scontro verbale a Tolmezzo il 28 febbraio tra Candoni e il socialista Piemonte in occasione di una riunione contro la disoccupazione promossa dalla federazione socialista carnica. L’anarchico interrompe l’oratore gridando che “le azioni parlamentari a nulla servono, che occorre scendere in piazza”, è necessaria l’azione diretta, e il ripetersi di fatti come a Pieve di Soligo e a Farra” accusa i socialisti di aver ingannato il popolo servendosi alle elezioni “dello stemma dei soviet per giungere al potere. Ed ora come prima il popolo soffre la fame” ne segue un violento alterco tra i due (31). Nel frattempo il problema della disoccupazione si va aggravando sempre più. Domenica 7 marzo 1920 a seguito dell’eccidio proletario di Aviano si tengono 18 comizi in provincia di Udine. A Udine gli oratori sono il carnico Giovanni D’Orlando ed Enzo Trapani, segretario dell’USI di Vicenza, di passaggio nel capoluogo friulano per recarsi a Tolmezzo. Il discorso pronunziato da Trapani risulta talmente infuocato da apparire irriferibile al cronista della Patria. Tra i duemila partecipanti spicca “un cartello con la scritta i “cinquecento disoccupati di Martignacco”” accompagnato da “una bandiera nera, con la falce e la scura [sic], il cui filo ha una tinta rossa” sulla stessa bandiera (o su di un’altra portata dal “gruppetto di Torreano”) è impressa la scritta “Senza padrone” (32).
Il giorno successivo grande manifestazione dei disoccupati carnici che calano a Udine chiedendo lavoro “puntate [sic] dei nostri, discesi dalla Carnia e dal Canal del Ferro, [invadono] l’ufficio del Genio Civile a Udine con lo scopo di cacciarvi i burocratici piagnoni, ma le promesse di costoro per i lavori della strada Carnica e Pontebbana [fanno] desistere i nostri dal lodevole proposito.” (33)
Mentre ai primi di Aprile inizia lo sciopero dei minatori di Fusea, che il 21 occuperanno le miniere, abbiamo ampie informazioni su di un giro di conferenze tenuto dal 5 al 27 aprile da Arturo Celentano. Secondo la polizia Celentano “dapprima socialista, poscia sindacalista e infine anarchico” appartenente alla corrente organizzatrice malatestiana, da Napoli era passato a Milano e da qui si era trasferito a Venezia nel mese di marzo “incaricato, pare, della propaganda nella Zona veneta” Così lo descrive la Prefettura di Venezia “ è di animo mite, alieno dalla violenza e a tali sentimenti informa i suoi discorsi, ripudiando sempre la violenza fine a sé stessa. Esalta invece la violenza come stato d’animo e come prodotto dell’odio che il proletariato deve sentire per le istituzioni vigenti […]” come oratore sa parlare “con molta spigliatezza, passione ed efficacia” (34). Celentano “per invito […della] sezione carnica” “La sera del 5 […parla] nella sala del Circolo di Coltura Popolare – dove – presentato dal compagno Candoni – [intrattiene] per circa due ore il numeroso uditorio sul tema “L’avvenire del proletariato”. [chiudono] i compagni Pillinini e Vergendo. A Lauco […parla] la sera del 6. Il 7 [parla] a Prato Carnico nel salone della casa del popolo e quindi [prosegue] per Rigolato e Comeglians. Il 10 Aprile [è] ad Ovaro, dove [parla]sul metodo e sulle finalità dell’Unione Sindacale Italiana e l’11 ad Enemonzo presentato da Lindi Cornelio. [Contribuiscono] al successo della manifestazione i compagni Diana e Colosetti. Il 14 [parla] a Preone nei locali del Circolo di Coltura e Ricreazione popolare e poscia [prosegue] per Rovio, [Raveo ?]dove [riunisce] i capilega con i quali [ha] uno scambio utile di idee. Il 16 Aprile […è] ad Ampezzo e [parla]sul tema “L’avvenire del proletariato” e [ripete] la riuscita conferenza il 18 a Sutrio e quindi a Piano d’Arta. Ad Ileggio [parla]sui consigli di fabbrica. [chiude] il suo giro a Cavazzo carnico dove [parla]sui metodi dell’U.S.I. ed a Tarcento dove [porta] il nostro saluto all’inaugurazione della sezione socialista.(35) Argomento centrale delle conferenze è il ruolo rivoluzionario dei consigli, poiché la liberazione del proletariato “potrà poggiarsi su basi saldissime solo quando i lavoratori sappiano sperimentare congegni politici e sindacali arditi e novissimi, come i soviet e i consigli di fabbrica a struttura libertaria” (36).
In contemporanea alla visita di Celentano l’11 Aprile 1920 si tiene a Tolmezzo un convegno anarchico provinciale lungamente preparato. Gli organismi presenti sono quasi tutti carnici: la Federazione libertaria carnica e i gruppi anarchici di Prato Carnico, Sutrio, Trava, Illegio: sono presenti inoltre i gruppi “Germinal” di Udine e “Germinal” di Martignacco-Torreano, animati, tra gli altri da Massimo De Pascal, dall’ormai anziano Carlo Petrozzi e dai suoi figli Girano [sic] e Delfina. Questo convegno sembra radiografare una presenza anarchica limitata alla Carnia ed al Friuli centrale (un altro gruppo risulta successivamente costituito a Pradamano). Del tutto assenti presenze organizzate nella Bassa, nel Friuli collinare e nel Pordenonese (allora appartenente alla provincia di Udine). dopo la relazione introduttiva tenuta da Candoni si delibera di “costituire la federazione provinciale friulana con sede da stabilirsi in Udine”; in polemica con PSI e CGdL che “con la loro opera di incoscienza e tradimento danno tempo e modo alla reazione di farsi ognor più forte” si decide di rafforzare l’opera di propaganda. Quanto al campo sindacale “considerato che l’unica organizzazione attuale di lavoratori che più risponde agli ideali libertari è la U.S.I. si dà incarico ai singoli gruppi di portare forti adesioni alla già esistente sez. carnica della U.S.I.”. Infine si invia un telegramma al Consolato Americano per protestare contro le persecuzioni a cui erano soggetti i compagni del I.W.W. (37)
I soviet della Carnia Il 1 maggio vede grandi manifestazioni in tutta la provincia. A Udine in Piazza XX settembre “dove convennero Leghe socialiste e gruppi anarchici della città e di vari paesi del mandamento […] Le bandiere, tra rosse e nere, (socialiste ed anarchiche) erano circa una ventina” (38).
Intanto il problema della disoccupazione in Carnia è ormai sull’orlo dell’esplosione. Il Ministero delle Terre Liberate competente per la ricostruzione delle opere pubbliche centellina sempre di più i pagamenti alle cooperative fino a lasciarle senza fondi. Il 7 Maggio il consorzio delle cooperative carniche, si vede costretto a proclamare la serrata, gettando così “sul lastrico oltre seimila operai, perché il governo non [paga] i lavori eseguiti, nonché collaudati” la Camera del Lavoro confederale con un manifesto cerca “di fare l’interesse delle cooperative, predicando la calma […] si pretende che i seimila operai scendano in piazza per costringere il governo a dare i milioni, pei suaccennati lavori, e i dirigenti dell’una e dell’altra istituzione se ne stanno al sicuro” invece gli Anarchici e l’USI “indignati per tale contegno” con un altro manifesto invitano gli operai “ad essere uniti, forti e pronti per scendere in piazza non per speculazioni altruistiche ma per difendere i suoi [sic] sacrosanti diritti.” (39) In altre parole: la mobilitazione proletaria avrebbe dovuto essere finalizzata alla rivoluzione, non alla soluzione del problema meramente transitorio dei pagamenti alle cooperative.
Come scriverà più tardi Candoni “La serrata proclamata dal Consiglio Carnico Cooperativo del Lavoro […] non trovò l’appoggio dei sindacalisti e degli anarchici per due motivi: primo perché questi pur essendo quasi tutti soci delle Cooperative di Lavoro non furono mai chiamati nè prima, né poi a dare il loro parere in merito; secondariamente perché essa serrata tendeva solo a fini particolaristici delle Cooperative senza tener conto dei bisogni di tutta la massa proletaria Carnica”(40).
In quei giorni di Maggio, mentre in Parlamento si consumano gli stanchi riti della crisi di Governo che porterà Nitti a rassegnare definitivamente le dimissioni il 9 Giugno, il clima è incandescente in tutta Italia e la rivoluzione sembra realmente alle porte. Nel Bolognese i contadini occupano le terre, a Parma lo sciopero dei contadini procede ad oltranza, a Verona lo sciopero generale blocca l’intera provincia con conflitti con le forze dell’ordine, il sindacato dei ferrovieri secondari e dei tranvieri si appresta a proclamare lo sciopero, a Genova i metallurgici del porto entrano in agitazione. In tutto il paese si verificano scontri e carabinieri e guardie regie aprono il fuoco con un pesante bilancio di vittime a Canosa, a Roma, ad Ortona, a Palermo… A Modena la presunta sparizione di alcune mitragliatrici da una caserma produce un’ondata di arresti negli ambienti sovversivi…
In Carnia, dopo dieci giorni di attesa snervante, nella notte tra il 19 e il 20 Maggio “una voce si [fa] sentire: la dinamite, interrompendo la linea [ferroviaria] Pontebbana, quella di Paluzza, la Udine-Gemona e la Udine-San Daniele […]” in alcuni punti viene interrotta anche la linea del telegrafo. La mattina “non ostante l’arrivo di centinaia di carabinieri […], quasi tutti gli edifici comunali della regione [carnica], [sono] conquistati dai ribelli che vi [inalberano] la bandiera rossa cacciando via sindaci e commissari regi. Le guardie rosse [incominciano] a funzionare e in qualche centro [è] anche formato il consiglio degli operai” Le autorità intervengono prontamente: la sera del 20 Maggio viene arrestato Antonio De Cecco, segretario della Federazione Socialista Carnica , ed il mattino del 21 gli anarchici Candoni e Vergendo “In seguito a questi tre arresti e a copiosi mandati di cattura [viene] proclamato lo sciopero generale in tutta la Carnia. La vita [è] paralizzata completamente ed anche i ferrovieri della Società Veneta e dell’Alto But [aderiscono] entusiasticamente al movimento, rifiutandosi i primi a trasportare i carabinieri qui destinati”
Ma ecco l’intervento dei socialisti, il deputato Cosattini si precipita in Carnia e “dopo aver confabulato colle autorità locali” riesce a convincere gli occupanti ad abbandonare i municipi. “i vari consigli operai e le guardie rosse credendo che quest’ordine fosse partito di comune accordo con il comitato d’agitazione, in perfetta buona fede, ma con le lacrime agli occhi, cedono il posto” Dopo trattative tra autorità, comitato d’agitazione e l’on. Cosattini gli arrestati vengono liberati la sera del 22 e Vergendo “subito chiamato a far parte del comitato d’agitazione”.
In Carnia l’unità d’azione è perfetta e, secondo le parole di Candoni, la stessa Camera del Lavoro “confederalista”dà “un magnifico esempio di azione diretta” Udine invece, sotto l’influsso riformista, aderisce allo sciopero solo lunedì 24 Maggio dopo le fiere proteste dei carnici per la mancata solidarietà da parte del resto della provincia.
La mattina di lunedì 24 infatti Vergendo ed il socialista D’Orlando, in rappresentanza del comitato d’agitazione carnico, scendono a Udine, “ove la sera stessa [viene] proclamato lo sciopero generale provinciale con l’adesione compatta ed incondizionata dei ferrovieri dello Stato. “
Alla Camera del lavoro si decide di proseguire la lotta e di “chiamare il popolo friulano a comizi mandamentali, metterlo al corrente della situazione e che esso decida sul da farsi” (41). A Udine la partecipazione è imponente, trentamila persone. Poiché le ferrovie sono bloccate “vi sono cortei che hanno percorso più di trenta chilometri” a piedi. Data l’enorme partecipazione il comizio si suddivide in quattro con tribune improvvisate su carri. Il corteo che segue vede momenti di altissima tensione per un colpo di moschetto sparato da un ardito (42). Le colonne dei dimostranti sono precedute “da bandiere rosse e taluna [colonna] più corta dalla nera insegna anarchia [sic]” (43).
“il mercoledì [26] hanno luogo comizi a Tolmezzo, Pordenone, Spilimbergo, Gemona […]. Ovunque si grida: siamo pronti per la Repubblica Soviettistica. Nello stesso giorno [viene] bruciato il ponte di legno sul Tagliamento; un attentato alla dinamite sulla ferrovia Udine-Casarsa; a San Vito a Pordenone, a Cividale e a Gemona [viene] proclamata la repubblica dei Soviet”.
Ma ecco che contemporaneamente il comitato d’agitazione udinese (controllato dai deputati socialisti Cosattini e Piemonte) delibera la fine dello sciopero. Ma al comizio di chiusura in piazza Vittorio Emanuele (ora piazza Libertà) gli arditi provocatoriamente raccolti sulla salita del Castello, dopo alcuni tafferugli, fanno fuoco sulla folla: un morto: il diciottenne Ferruccio Cargnelutti e diversi feriti. “La folla si esaspera e si getta in un negozio di armi per rispondere con la violenza a quella governativa. il deputato Cosattini chiama questo atto “passibile del codice penale” (testuali parole) persuadendo la folla alla calma. In seguito a questo eccidio si protrae la cessazione dello sciopero” (44).
Il 27 si tengono gli imponenti funerali dello sfortunato giovane. Per i discorsi commemorativi parlano “Brovelli segretario della Camera del Lavoro, un anarchico e un amico della famiglia, il signor Adolfo De Natali” (45). L’attività dei riformisti si fa frenetica per dividere e sopire il movimento e lo stesso “Giovedì, 27, da Udine si telegrafa alle varie Camere del Lavoro di sospendere i movimenti “per raggiunti accordi” (46).
Lo sconcerto è enorme e nei comizi di chiusura tenuti il venerdì in tutta la Carnia il popolo esprime nuovamente la propria volontà rivoluzionaria. A Prato Carnico la sezione edile confederale e la sezione USI riunite nella Casa del popolo votano il seguente ordine del giorno. “Il proletariato di Prato Carnico, constatato che lo sciopero generale terminava per l’opera svolta dal pompierismo riformista, che paventava il carattere insurrezionale che il movimento aveva assunto, mentre depreca l’opera dei sullodati signori, eleva indignata protesta contro la sanguinaria repressione nittiana che anche in questa martoriata regione volle le sue vittime. Delibera di la ripresa del lavoro, pronto però a scendere in lotta non appena suonerà l’ora delle rivendicazioni proletarie.” (47)
Le agitazioni di Maggio costituiscono l’apice della mobilitazione rivoluzionaria in Carnia e Friuli durante il biennio rosso. Il clima rivoluzionario in Italia raggiungerà poi il culmine con la rivolta di Ancona (26-29 Luglio) e l’occupazione delle fabbriche (fine Agosto-Settembre) ma l’incapacità di dare uno sbocco rivoluzionario alle agitazioni di massa lascerà ben presto spazio alla “controrivoluzione preventiva” fascista.
abbreviazioni CPC = Archivio Centrale dello Stato , Ministero dell’Interno, Direzione Generale della P.S., Divisione affari generali e riservati, Casellario Politico centrale PS = Archivio Centrale dello Stato , Ministero dell’Interno, Direzione Generale della P.S., Divisione affari generali e riservati, GC = “Guerra di Classe : organo dell’Unione Sindacale Italiana” (Bologna poi Milano) LF = “Il Lavoratore Friulano : periodico settimanale socialista” (Udine) PF= “La Patria del Friuli” (Udine) UN = “Umanità Nova : quotidiano anarchico” (Milano) Note PS 1919 cat. C 1, b. 77 fasc. Udine. (2) nell’ampio ed articolato Sindacati, Cooperative, Soviet nella montagna friulana (Aprile 1919- Aprile 1921) / Marco Puppini in “Qualestoria”, Settembre 1987. p. 42-43. Sul movimento anarchico in Carnia “Compagno tante cose vorrei dirti…” il funerale di Giovanni Casali anarchico : Prato carnico 1933 /Claudio Venza, Marco Puppini, Dianella Gagliani. – Udine : centro editoriale friulano, [1983 ?]; Mezzo secolo di anarchismo in Carnia nei ricordi di Ido Petris / a cura di Elis Fraccaro in “Bollettino Archivio G. Pinelli” (Milano) n. 14, Dicembre 1999. (3) le frasi virgolettate sono tratte dai rispettivi fascicoli del CPC. Su Candoni si veda la biografia scritta da Marco Puppini in Così vicina, così lontana. La Carnia degli anni sessanta nelle fotografie di Umberto Candoni. – Tolmezzo, 1995. Sul Dizionario biografico degli anarchici italiani in corso di pubblicazione comparirà il profilo (curato da Puppini) di alcuni dei militanti citati. Sulla partecipazione di Beorchia al congresso anarchico di Bologna, cfr. UN 24 Giugno 1920 e 26 Agosto 1920, Movimento anarchico (4) LF, 12 Luglio 1919, dalla Carnia. (5) mezzo secolo di anarchia / Armando Borghi. – Napoli : ESI, 1954, p.193 (6) LF 20 Luglio 1919, Dalla Carnia. (7) LF 4 Agosto 1919. (8) LF 9 Agosto,19 Agosto, 23 Agosto 1919 (9) LF 23 Agosto 1919, Da Enemonzo: camera del lavoro; Essepi, Da Moggio considerazioni e presentimenti. (10) LF 6 Settembre 1919 L.V., Da Tolmezzo. Nuovi orizzonti alla camera del lavoro. (11) a questi contatti probabilmente si riferisce Borghi quando parla di adesioni “nell’alto Veneto […] dove nuove forze vengono a noi” cfr. U.S.I. comunicazioni di segreteria GC, 14 Agosto 1919. Sull’adesione della camera del lavoro di Verona cfr. GC 8 marzo 1919 (12) “Elia quassù farà molto bene” scrive Borghi a Di Vittorio, cfr. posta raccomandata, GC, 13 settembre 1919 (13) PF, 22 settembre 1919, Un comizio di operai carnici. (14) Da Tolmezzo il comizio contro la disoccupazione, LF 27 Settembre 1919 dove il cognome Elia è storpiato in “Fior”; cfr. C. [Candoni ?], L’unione sindacale in Carnia, GC 27 settembre 1919 e il telegramma del prefetto di Udine del 26.9.1919, PS 1919 cit. (15) Da Comeglians. Imponente comizio sciolto dal delegato di P.S. LF 11 Ottobre 1919. Secondo PF 8 ottobre 1919 (Comeglians comizio tumulti arresti) “successe un parapilia [sic] indiavolato fra i comizianti e la forza pubblica. Volarono cazzotti e legnate da ambo le parti;”giudicati pochi giorni dopo Vergendo viene condannato a sei mesi di reclusione, Lepre a tre mesi e dieci giorni e Pellegrina a un mese e quindici giorni cfr. Tolmezzo dopo i disordini di Comeglians tre condannati, PF,10 ottobre 1919. (16) Il convegno delle organizzazioni operaie e delle sezioni socialiste del Friuli, LF 18 Ottobre 1919. (17) PF, 20 ottobre 1919. (18) LF 26 Ottobre 1919. (19) LF 23 Novembre 1919 Convocazione straordinaria; firma Candoni come “segretario”. (20) LF 30 Novembre 1919; per il posto di segretario era stato bandito un concorso “con lo stipendio di L. 500 mensili” (LF 23 Novembre 1919, GC 15 Novembre 1919). Il posto viene affidato al “compagno Elia Virgilio di Milano. Egli entrò in carica il 1 Dicembre” (LF 14 Dicembre 1919). (21) il resoconto del congresso è in GC, 7 Gennaio 1920. (22) LF 28 Dicembre 1919. (23) LF 18 gennaio 1920. (24) GC 18 gennaio 1920, l’adunanza del Comitato Centrale a Bologna alla voce “località varie” (manca la data dell’adunanza) nella “seduta del Comitato esecutivo” tenutasi a Milano l’11 marzo “il segretario Borghi […] chiarisce la situazione di Tolmezzo giustificando quei compagni” GC 20 marzo 1920. (25) LF 25 Gennaio 1920. (26) LF 8 Febbraio 1920. (27) PS, 1920, cat. C 2 b. 89, fasc. Udine. (28) Da Prato Carnico una nuova sezione, GC 12 Giugno 1920 “Abbiamo costituito una sezione dell’U.S.I. ed abbiamo ritirato tessere e marchette dalla Sezione Carnica di Tolmezzo. Il pacco settimanale di cinquanta copie di “Guerra di Classe” è ormai insufficiente ne abbiamo chieste all’Amministrazione un minimo di centocinquanta copie alla settimana.”; Villa santina convegno sindacale carnico, LF 20 febbraio 1921. (29) Lo scolaro ed il pastore ,Carnia rossa ?, LF 31 Luglio 1920, UN 30 Luglio 1920, dietro allo pseudonimo si nascondono i socialisti Pietro Pascoli e Giovanni Boria cfr: Tolmezzo Carnia rossa ? PF, 21 Luglio 1920. (30) Mezzo secolo di Anarchismo in Carnia cit. (31) le riunioni di ieri contro la disoccupazione a Tolmezzo, PF, 1 marzo 1920. (32) I diciotto comizi la parola di un anarchico a Udine, PF, 8 marzo 1920 Così, con la consueta malevolenza, il cronista della Patria descrive Trapani “gambe larghe, ben pintellate [sic], pancia in fuori, testa arrovesciata all’indietro con la “cappellina nera al vento” braccia allargate in alto verso il cielo… Sulla pancia brilla la catena d’oro”.Cfr. anche Martignacco ancora dei “cinquecento (!) disoccupati”, PF, 12 marzo 1920; su Trapani: CPC b. 5195 Trapani Vincenzo; sulle polemiche seguite alla sua presenza ad Udine: E.Trapani, una sfida – le cose a posto, “Unità proletaria organo del proletariato libero e cosciente” (Verona), 31 maggio 1920. (33) UN 28 Marzo 1920 E. Ribul, Note venete – dopo i comunicati di guerra; cfr LF 21 Marzo 1920 Dalla Carnia lo sfratto al Genio Civile e PF, 10 marzo 1920. (34) CPC b. 1231, Celentano Arturo, cenno biografico del 28 agosto 1920. (35) GC 22 Maggio 1920, Da Tolmezzo la nostra propaganda in Carnia. (36) UN 9 Maggio 1920 Dalla Carnia. (37) LF 25 Aprile 1920, Convegno libertario; cfr. UN 16 Aprile 1920, Movimento Anarchico, le convocazioni, a firma Lodovico Vergendo erano apparse sul primo numero di UN,26/27 febbraio 1920 e poi il 6 Marzo 1920. Sul gruppo di Pradamano cfr. UN 2 Luglio 1920, Movimento anarchico; di Girano Petrozzi e Massimilano De Pascal esistono fascicoli al CPC). (38) Il primo maggio a Udine, PF, 3 Maggio 1920. (39) UN 15 Maggio 1920 V.L. [prob. L.Vergendo], Grave situazione in Carnia; cfr. LF 9 Maggio 1920, La serrata cooperativa in Carnia per la lotta contro il Governo. (40) UN 6 Giugno 1920 U.C., Perché morirono i soviet carnici; ci atteniamo essenzialmente alla ricostruzione di Candoni, ampliandola e correggendola, ove necessario, con l’ampia ricostruzione di PF; cfr. anche LF 6 Giugno 1920. (41) U.C., Perché morirono…, cit. (42) UN 27 Maggio 1920, Lo sciopero generale nel Friuli. (43) PF 24,25,26 maggio 1921. (44) U.C., Perché morirono…, cit. (45) PF 28 Maggio 1920. (46) U.C., Perché morirono…, cit. (47) Il comunicato, a firma Italo Machin, è in LF 13 Giugno 1920; cfr. UN 5 Giugno 1920 Macchio, dopo lo sciopero generale. |
Anarchici in Carnia: prima parte
Marzo 17th, 2017 | General, Storia