Amianto: si continua a morire a Monfalcone

da Il Piccolo del 31 ottobre 2013

Monfalcone, dall’inizio del 2013 già 58 morti per amianto

L’ha riferito il capo della Procura Caterina Ajello nel fare il punto dei processi in corso

Dall’inizio del 2013 sono già 58 gli ex cantierini di Monfalcone morti in conseguenza all’esposizione all’amianto.

L’ha riferito il procuratore della Repubblica di Gorizia, Caterina Ajello.

Sono stati oltre settecento i fascicoli esaminati negli ultimi mesi dal pool di inquirenti che indaga sulle morti legate all’esposizione all’amianto nei cantieri di Monfalcone.

Oltre al primo maxi-processo, conclusosi il 15 ottobre con la condanna di 13 imputati, i magistrati goriziani hanno concluso le indagini preliminari su 116 casi, al momento riuniti in tre diversi procedimenti, due dei quali già a giudizio, con udienze fissate per il 5 novembre e il 17 dicembre. Per un quarto filone sono in fase di definizione i rinvii a giudizio.


Sono 58 i decessi legati all’esposizione alla fibra d’amianto registrati dall’inizio dell’anno in provincia di Gorizia. Lo ha riferito ieri il procuratore capo di Gorizia, Caterina Ajello, illustrando il dettaglio delle indagini condotte dalla magistratura del capoluogo isontino. Si tratta prevalentemente di operai che hanno lavorato nel cantiere navalmeccanico di Monfalcone tra il 1960 e il 1980. «È un fenomeno ingravescente, che non accenna a diminuire – ha spiegato Ajello -. Le patologie asbesto-correlate, peraltro, sono latenti e si presentano nella loro gravità anche a distanza di trenta o quarant’anni». Il procuratore della Repubblica ha sottolineato come la vicenda «abbia gravi ricadute sociali sul territorio: è compito della magistratura fornire risposte puntuali a questa problematica». E infatti il 5 novembre partirà un nuovo processo. Sono stati oltre settecento i fascicoli esaminati negli ultimi mesi dal pool di inquirenti che indaga sulle morti legate all’esposizione all’amianto nel cantieri di Panzano, ha riferito ancora Caterina Ajello. Oltre al primo maxi-processo, conclusosi il 15 ottobre con la condanna per complessivi 55 anni e 8 mesi, oltre ai risarcimenti ai familiari delle vittime, di 13 imputati (i vertici dell’ex Italcantieri), accusati di omicidio colposo per la morte di 85 operai, i magistrati goriziani hanno concluso le indagini preliminari su 116 nuovi casi, al momento riuniti in tre diversi procedimenti, due dei quali già a giudizio, con udienze fissate per il 5 novembre e il 17 dicembre. Per un quarto filone sono invece tuttora in fase di definizione i rinvii a giudizio. Per circa trecento fascicoli risultano in corso le indagini preliminari, mentre altrettanti arriveranno sui tavoli dei sostituti procuratori dal Centro per l’amianto di Monfalcone. Il procuratore capo di Gorizia, Caterina Ajello, commentando il maxi-processo sulle morti legate all’esposizione all’amianto nella città dei cantieri, ha parlato di una sentenza che è «in questo territorio una tappa storica, un apripista a livello nazionale, che stigmatizza il riconoscimento della sofferenza di tante famiglie di cantierini morti a causa del minerale killer». Per quanto riguarda il maxi processo già concluso, le motivazione della sentenza saranno rese note entro 90 giorni dal giorno della sentenza, cioè entro metà gennaio 2014, ma si può già affermare, solo dalla lettura delle 12 pagine del dispositivo, che non è trattato di una sentenza generica che colpisce nel mucchio e fa di tutta un’erba fascio. I magistrati hanno agito scrupolsamente, una dilegenza che trova conferma nella decina di udienza e nelle perizie mediche e tecniche e nelle centinaia di testi ascoltati durante il dibattimento.