AMIANTO: nuove testimonianze

Dal Messaggero Veneto del 25/02/11

Amianto, altre testimonianze

 

MONFALCONE. Tra le righe dello straziante elenco che contiene i nomi degli 85 dipendenti dell’ex Italcantieri (oggi Fincantieri) deceduti per patologie asbesto-correlate, figura anche quello di Mario Florit, per 30 anni carpentiere nello stabilimento di Monfalcone, scomparso nel settembre 2000. Ieri mattina, davanti al giudice monocratico Matteo Trotta, nell’ambito del maxi-processo per le morti da amianto, hanno testimoniato la figlia e la cognata di Florit, che ha lavorato sui ponti delle navi in costruzione fino al 1988, quando è andato in pensione.

«Ricordo nitidamente l’attenzione con cui mia mamma lavava le tute e gli indumenti di lavoro del papà – ha dichiarato Daniela Florit, rispondendo alle domande del pm Luigi Leghissa –, svolgendo tale operazione esclusivamente all’esterno della nostra abitazione. Mi è rimasto impresso un altro gesto di mio padre: quando rientrava da lavoro, apriva il frigo e beveva due litri di latte, adducendo come motivazione la necessità di “pulirsi”».

Secondo quanto raccontato da Rosa Giuliatto, cognata dell’ex dipendente di Italcantieri, «gli operai erano sprovvisti di mascherina, tanto che mio cognato mi ha raccontato di aver provveduto ad acquistarle perché la ditta non le passava».

Ancora: «Sapeva di avere a che fare con l’amianto: nei momenti della malattia, durante i quali lo assistevo, mi raccontava della polvere che veniva sprigionata all’atto di smontare i ponteggi», ha raccontato la signora Giuliatto, che ha descritto il cognato come «salutista e naturalista: non fumava, era sportivo e gli dava fastidio persino quando le auto sostavano davanti a casa». Prossima udienza martedì 8 marzo. (c.s.)