Messaggero Veneto del 24/03/11
GORIZIA La sentenza del maxi-processo per le morti causate dall’esposizione all’amianto negli stabilimenti Fincantieri di Monfalcone potrebbe essere pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Gorizia, se non si registreranno intoppi, esattamente fra un anno, vale a dire nella primavera del 2012. Questa stima temporale è stata formulata, ieri mattina, dal procuratore capo di Gorizia, Caterina Ajello, che a un anno dalla prima udienza dibattimentale ha tracciato un bilancio del procedimento, che vede imputate 47 persone (si tratta perlopiù di dirigenti che si sono succeduti nell’amministrazione e direzione del cantiere monfalconese) con l’accusa di omicidio colposo o lesioni colpose aggravate ai danni dei lavoratori. Le parti offese sono al momento 87, ma la magistratura goriziana indaga su altri 299 casi legati a malattie professionali (mesoteliomi, tumori polmonari, asbestosi) contratte a causa dell’esposizione alla fibra-killer nei cantieri navali, ma non solo: «Non è escluso che nei prossimi mesi possano arrivare nuovi rinvii a giudizio», conferma il procuratore capo, affiancata dai sostituti procuratori Valentina Bossi e Luigi Leghissa, che coordinano le indagini condotte grazie all’ausilio di una task force appositamente costituita e composta da cinque carabinieri (tra cui anche gli esperti del Nas), due agenti della Polizia e due tecnici messi a disposizione dall’Azienda sanitaria isontina: a questi si aggiunge, è bene precisare, un team di dieci consulenti scientifici nominati dalla Procura della Repubblica del capoluogo isontino. Oltre ai 150 faldoni che contengono le prove documentali, a disposizione degli inquirenti figura anche un’accurata ricostruzione fotografica relativa agli stabilimenti cantieristici di Monfalcone. Ricostruzione fotografica che risulta composta da ben 20 mila scatti risalenti all’epoca a cui si riferisce il procedimento. Nel corso delle trenta udienze svolte finora e presiedute dal presidente del Tribunale, Matteo Trotta, sono stati esaminati duecentotestimoni tra lavoratori dei cantieri e familiari: per completare la fase dibattimentale ne restano da ascoltare altri duecentocinquanta. Da ricordare, infine, che i processi aperti dinanzi al Tribunale del capoluogo isontino in relazione ai decessi per amianto hanno già portato a una prima sentenza, nel 2008. Christian Seu