E’ da anni che lo diciamo che è in atto una fascistizzazione in italia, ed avevamo iniziato a dirlo, anche qui ad Udine, anni fa proprio il 25 aprile, come “Coordinamento Antifascista” struttura autogestita e militante che poi le logiche settarie hanno fatto fallire. Rimane il problema che la retorica antifascista del 25 aprile non favorisce certo lo sviluppo dell’antifascismo militante. Nella situazione di Udine il Sindaco di centrosinistra Furio Honsell ha facile gioco ad accontentare l’uditorio, a farsi applaudire e non fischiare, ma non è, per esempio, che poi la banda militare suoni “Bella Ciao”, ovviamente suona l’inno d’italia ed altre schifezze. Da rilevare che anche il volantino che invitava al pranzo nel Parco di Sant’Osvaldo era rigorosamente tricolore. Così si va avanti; un colpo al cerchio ed uno alla botte, con un pò di polemica nei giorni successivi alla ricorrenza ed arrivederci all’anno prossimo.
Da segnalare di positivo la rilevanza che il MV ha dato allo striscione degli studenti.
Qui di seguito pubblichiamo il volantino distribuito il 25 aprile per il 1° maggio e comunichiamo che è in preparazione lo striscione “No Tav, No Nuke, Acqua Bene Comune” per la manifestazione di Cervignano
Report da Udine a cura di Paolo De Toni – Cespuglio
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Rassegna Stampa 25 aprile
Messaggero Veneto MARTEDÌ, 26 APRILE 2011
Pagina 15 – Cronache
«Italia a rischio, cittadini indignatevi»
Honsell tuona contro l’arroganza del potere. Applausi dalla piazza, ma il centro-destra lo attacca: parole scandalose
25 APRILE»POLEMICHE SUL DISCORSO DEL SINDACO
Sereni: Pdl e Lega liberi di scegliere grazie ai partigiani
fascismo e intolleranza I diritti si possono perdere col degrado etico. Questa deriva è in agguato, il fascismo si nutre dell’intolleranza
LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE Vergogna a chi tenta di calpestarla. La sovranità popolare non è la dittatura di chi vince le elezioni. Ogni potere va controbilanciato
«Il 25 aprile rappresenta una data importante per i cittadini che si riconoscono nella libertà e nella nazione. In questa splendida mattinata, prendo a suggello la dichiarazione impegnativa del consigliere comunale del Pdl, Loris Michelini, e lo incoraggio a ripetere questa stessa convinzione in tutti i luoghi che frequenta dove non tutti la pensano come lui. E’ un impegno che si è preso e deve onorarlo». Con piglio ironico, il professor Umberto Sereni, docente di Storia contemporanea all’università di Udine, ha smorzato le polemiche scatenate dal centro-destra sulla partecipazione alla festa della Liberazione. Il Pdl, infatti, ha disertato le cerimonie di Cussignacco, mentre la Lega, ieri, ha preferito festeggiare la Repubblica Serenissima. E gli accenti di Sereni sono volati anche verso il Carroccio ricordando al capogruppo, Luca Dordolo, che se oggi ha la libertà di festeggiare San Marco può farlo grazie ai partigiani. «Il leghista – ha precisato il docente – dimentica che San Marco evangelista annuncia la Resurrezione e che la Resurrezione per tutti è il 25 aprile».
di Giacomina Pellizzari «Vergogna per chi tenta di cancellare la memoria e i significati della lotta partigiana, vergogna per chi tenta di calpestare la Costituzione». L’ha urlato ieri il sindaco, Furio Honsell, festeggiando la Liberazione dal fascismo davanti a una piazza gremita di gente con bandiere rosse inalberate un po’ ovunque, con gli strisioni degli studenti “sempre antifascisti” e quelli contro il nucleare in bella vista. Il sindaco ha messo in guardia «sul progressivo degrado etico del potere», tuonato contro i tagli alla scuola e invitato la gente ad andare a votare per i referendum. E la piazza, circa 2 mila persone, ha risposto gridando «bravo» e con un lungo applauso finale. Ed è polemica. Il centro-destra è scandalizzato, tant’è che qualche fischio non è mancato. «Honsell – ha subito replicato il senatore Ferruccio Saro – ha strumentalizzato una festa nazionale per parlare di temi politici». Tutto è iniziato alle 10.30 con il comandante Luciano Rapotez che annuncia l’arrivo dei gonfaloni, del medagliere e delle autorità. Assente la Lega, pochi i consiglieri regionali. Poi l’inno di Mameli con la gente che si mette la mano sul cuore e canta Fratelli d’Italia e il sindaco che con il consueto saluto a «cittadini e cittadine» ricorda che il 25 aprile di 66 anni fa segnò la liberazione dell’Italia «dalla feroce barbarie del fascismo». Nel soffermarsi su diritti civili, equità sociale, pari opportunità e rispetto delle diversità e del pluralismo, Honsell ha aggiunto: «La storia d’Italia ci insegna che questi valori si possono perdere molto facilmente attraverso un progressivo degrado etico del potere. Degrado che può essere quasi impercettibile, se non quando è troppo tardi. Questa deriva è in agguato anche oggi. Considerate i tagli e l’arrogante disprezzo per la scuola pubblica così spesso sbandierato dai potenti di oggi, e le dichiarazioni scurrili di alcuni ministri nei confronti dei profughi dalla guerra. Il fascismo si nutre del razzismo, dell’intolleranza e dell’arroganza del potere. Cittadini, fate sentire la vostra indignazione prima che vi tolgano questo diritto». Solo così, secondo il sindaco, si ricordano degnamente gli oltre 20 mila friulani che scelsero di combattere il nazifascismo nel nome della libertà. Oltre ai partigiani, Honsell ha ricordato il sacrificio dei 2.600 morti, 1.600 feriti, 7 mila deportati, 12 mila prigionieri politici e dei 200 mila profughi istriani e dalmati senza dimenticare gli alleati. «Ritrovarsi uniti qui non vuol dire azzerare le differenze tra la scelta coraggiosa di una lotta di Resistenza, attraverso forme anche spontanee di resistenza civile, e la scelta di un consenso complice o dell’altrettanto pericoloso “non dissenso” al fascismo» ha continuato il sindaco invitando alla responsabilità collettiva, allargata a tutto il pianeta. Il pensiero del sindaco, infatti, è andato «alle popolazioni dei paesi arabi che stanno combattendo il loro Risorgimento, a quelli tra costoro che cercano rifugio e un futuro migliore tra noi, agli squilibri tra nord e sud del mondo, agli alpini caduti in Afghanistan, alla popolazione giapponese colpita dalla natura che rischia di essere sacrificata all’idolatria di un modello di sviluppo che non vuole considerare i limiti delle risorse energetiche». Insomma, «se l’Italia è una repubblica democratica lo dobbiamo solo alla Resistenza dove si temprarono i valori e i principi della Costituzione fatta oggetto oggi di assalti durissimi. La sovranità popolare non è la dittatura di chi vince le elezioni. In democrazia ogni potere va sempre controbilanciato, e soprattutto oggi, in quanto sono a disposizione strumenti di manipolazione mediatica che possono avere effetti inimmaginabili». A questo punto, il sindaco ha suggerito di esercitare i diritti di cittadinanza per progettare il futuro «a cominciare dal prossimo referendum sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento. Andiamo a esprimere la nostra opinione, rifiutiamo i demagoghi senza scrupoli che cercheranno di convincerci di non andare a votare, di non partecipare alla vita politica».