Messaggero veneto del 12/05/10
Cie, ancora minacce ai dipendenti
GRADISCA. Aggressioni in crescita e minacce, anche di morte, all’ordine del giorno. La tensione crescente all’interno del Cie di via Udine, dove nell’ultimo fine settimana si sono registrati anche due gravi atti di autolesionismo da parte degli immigrati clandestini, si ripercuote inevitabilmente anche sugli operatori dell’ente gestore dei servizi interni della struttura, a più riprese, nei giorni scorsi, costretti a lanciare l’allarme per una situazione giunta ormai al limite dell’insostenibile. Preoccupazione giustificata dagli ultimi due episodi che hanno avuto come vittime un’infermiera e un operatore, entrambi dipendenti del consorzio cooperativistico trapanese Connecting people. Nel primo caso la donna, minacciata da un immigrato con una lametta da barba per non avergli prestato le cure mediche richieste, aveva sporto denuncia portando all’arresto di un ospite del Cie, mentre più traumatico è stato l’esito dell’aggressione subita dal collega, la scorsa settimana finito all’ospedale, con prognosi di dieci giorni, per aver ricevuto un pugno al volto. Un’escalation che ha coinvolto anche le forze dell’ordine, con un poliziotto aggredito con l’asta di una flebo, due settimane fa, all’ospedale di Gorizia mentre stava sorvegliando un immigrato ricoverato a seguito dell’ennesimo gesto di autolesionismo. Tra le cause della tensione all’interno del Cie ci sarebbe la sensibile crescita di “ospiti” provenienti dal circuito carcerario e l’ormai evoluta organizzazione interna degli immigrati che, come confermato anche dall’ultima fuga (avvenuta la scorsa settimana), possono godere di “appoggi” esterni, presumibilmente contattati via telefonino. (m.c.)
dal Il piccolo del 11/05/10
Nuovo gesto disperato di un tunisino al Cie: ferite da taglio al braccio
GRADISCA Nuovo, grave episodio di autolesionismo al Cie di Gradisca. Nel pomeriggio di ieri un ospite del centro di identificazione ed espulsione di via Udine si è deliberatamente procurato dei tagli, causandosi gravi lesioni all’arteria del braccio sinistro. L’uomo, un tunisino sulla trentina, è stato trovato in una pozza di sangue dagli operatori della Connecting People, l’ente che gestisce la struttura, ed è stato ricoverato in gravi condizioni al nosocomio di Gorizia. Non è chiaro con quale corpo contundente il nordafricano si sia procurato le ferite: nella sua stanza al momento del ritrovamento non erano stati rinvenuti oggetti potenzialmente pericolosi. La notizia segue di alcuni giorni quella relativa all’evasione di gruppo di nove immigrati di nazionalità tunisina, algerina e libanese, avvenuta nella notte fra mercoledì e giovedì. Un decimo clandestino era ricaduto pesantemente nel tentativo di scavalcare la recinzione, procurandosi la frattura a un piede e venendo ricoverato all’ospedale del capoluogo. La tensione nella struttura continua dunque ad essere alle stelle: i pochi dettagli che trapelano dall’ex Polonio raccontano di episodi di autolesionismo all’ordine del giorno, ma anche di continue scaramucce fra gruppi di diverse etnie e soprattutto delle difficilissime condizioni di lavoro degli operatori, oggetto di reiterate minacce e ritorsioni da parte degli immigrati. Un’infermiera recentemente era stata presa a schiaffi, mentre un operatore ha rimediato un pugno in un alterco e – all’ospedale – un agente di polizia è stato colpito con l’asta di una flebo da un ospite ricoverato nel nosocomio goriziano. (l. m.)