L’aspetto sociologico.
Gli anni sessanta sono stati una grande esplosione di sensibilità e di esigenze libertarie, al di là dei movimenti strettamente politici che più tardi faranno la loro comparsa. Si era creata una voglia diffusa di vivere liberi e felici.
Al di là della repressione politica in senso stretto che pure è l’aspetto fondamentale, lo scopo della logica di dominio è stato quello di sbranare, reprimere, commercializzare, intossicare, disilludere le speranze di intere generazioni di giovani. I sixties sono stati allo stesso tempo una grande esplosione libertaria, ma anche una grande illusione politica, perché mancavano gli strumenti intellettuali evoluti per dare uno sbocco duraturo a queste istanze ed energie. Spiace costatarlo, ma dopo 50 anni questi mezzi culturali, cognitivi, ed infine politici, non sono ancora stati prodotti. Rileggere questi ultimi 50 di storia è quindi fondamentale per trovare una via d’uscita in una situazione sociale, oggi come oggi, assolutamente devastante.
L’aspetto musicale.
Nell’estate del 1966, cinquanta anni fa, in Italia c’è stata l’esplosione dei Complessi Beat che riproponevano soprattutto cover importate dall’America e dall’Inghilterra, spesso con testi completamente modificati e in alcuni casi anche con significati vagamente “impegnati”e “politicizzati”. Suoneremo alcune di queste canzoni e ne analizzeremo la loro storia. La riflessione fondamentale che va fatta è che attraverso la musica si è avuta l’ingresso, nella scena della storia, del mondo giovanile, peraltro generalmente proletario; un mondo che è stato immediatamente colonizzato commercialmente e demotivato ad agire per raggiungere una società diversa.