No alla “marcia del Don”
19/01/15 – Gli alpini (?) tuonano contro rievocazione storica e organizzatori – Critiche all’associazione Italica Virtus e alla sua pagina Fb
L’Anpi ai Comuni: simboli fascisti, stop alla Marcia del Don
SAN GIORGIO DI NOGARO “Marcia del Don”: le sezioni Anpi di San Giorgio di Nogaro, Gonars e Palmanova chiedono ai sindaci dei Comuni coinvolti la revoca del patrocinio alla rievocazione storica. Dopo l’attacco del Coordinamento antifascista friulano, si accende la polemica sulla manifestazione legata alla “Marcia del Don”, iniziata ieri a Palmanova con l’inaugurazione della mostra “Lame di ghiaccio”, che vivrà il momento clou con la marcia di mezzi d’epoca e uomini con le divise di allora, del 24 gennaio. A scendere in campo con una nota sono adesso l’Anpi di San Giorgio, Gonars e Palmanova, sottolineando come «nel manifestino che spiega la cronologia della cosiddetta “Marcia del Don”, una specie di rievocazione storica che partirà da San Giorgio di Nogaro il prossimo 24 gennaio, non è riportata la parola “fascismo” che pure fu il regime che mandò a morte, invadendo la terra di Russia, centomila soldati italiani e neppure si fa cenno ai 23 milioni di morti tra i russi sterminati dai nazifascisti e dai loro alleati. L’organizzazione – si legge – è stata effettuata dalla sezione di Palmanova degli alpini dell’Ana, dall’Associazione amici della fortezza di Osoppo e da “Italica Virtus” con il patrocinio dei Comuni di San Giorgio di Nogaro, Palmanova, Bagnaria, Gonars e Porpetto. Per quanto riguarda “Italica Virtus”, se si consulta l’Almanacco del 1939 si trova all’interno la pagina in cui compare la scritta di pugno del Duce (appunto Italica Virtus) e sotto la propria firma: Mussolini. Se si confronta questo scritto con il logo dell’Associazione si nota subito che si tratta della stessa cosa alla quale è stato tolto “Mussolini”». «Sulla pagina facebook – continua la nota – di questa associazione alla voce “Mi piace”, relativa al loro apprezzamento, ci sono i siti di Giorgio Almirante e Junio Valerio Borghese; quest’ultimo capo indiscusso della Decima Mas i cui aguzzini torturarono e massacrarono centinaia di prigionieri e patrioti friulani proprio nelle carceri della caserma Piave di Palmanova. Nel manifestino troviamo, poi, l’Associazione nazionale volontari di guerra e il loro simbolo con al centro un bel gladio sempre presente nelle mostrine dei Repubblichini di Salò. Sembrerebbe opportuno che qualcuno, infine, chiedesse scusa della follia delle guerre d’invasione fasciste invece di riempirsi la bocca di parole altisonanti. Gli eroici alpini sono morti sul posto, ma solo per l’alto senso del dovere verso il loro giuramento alla Patria e non certamente per i gerarchi fascisti di Roma». L’Anpi rivolge quindi ai Comuni interessati un appello «a rivedere la scelta di dare un patrocinio istituzionale a questa manifestazione – conclude la nota dell’Anpi – e di stralciare dal programma le parti di eventuali cerimonie che potrebbero profanare luoghi sacri alla Resistenza». Francesca Artico ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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il discorso all’inaugurazione della mostra – Ma gli alpini si difendono:
solo un omaggio ai caduti
PALMANOVA Non sono mancati ieri, all’inaugurazione della mostra “Lame di Ghiaccio” che apre l’evento “La Marcia del Don”, i riferimenti (tra le righe o espliciti) alle prese di posizione del Coordinamento antifascista friulano. Il capogruppo del gruppo Ana di Palmanova, Renato Pozzi, ha spiegato che l’evento vuole essere un modo per ricordare i tragici fatti della Campagna di Russia e proporre una marcia-pellegrinaggio in memoria dei caduti di quell’epoca. «Questa è – ha dichiarato la vicesindaco di Palmanova, Adriana Danielis – una marcia della pace perché si tratta di una commemorazione storica sul ricordo delle vittime, dei tanti giovani che hanno subito gli ordini impartiti e le scelte dei loro governi. Era un contesto tragico per l’Italia e da esso nasce la coscienza collettiva di un Paese che persegue la pace. La storia va conosciuta in tutti i suoi aspetti, solo così si evitano derive nostalgiche e retoriche. La società civile si costruisce anche sulla memoria». Diretto l’intervento del sindaco di Gonars, Marino Del Frate, l’unico dei primi cittadini dei Comuni che hanno patrocinato l’evento a essere intervenuto: «Questa è una rievocazione storica e nulla ha a che vedere con la politica – ha detto Del Frate –, né di destra, né di sinistra». Presente all’evento anche Paolo De Toni, portavoce del Coordinamento antifascista, che a margine dell’inaugurazione ha commentato: «La tensione e l’imbarazzo si tagliavano “con il gladio”. Imbarazzanti e claudicanti le dichiarazioni della vicesindaco che ha cercato di dipingere con i colori della pace una manifestazione smaccatamente militarista, monarchica e fascista». Non è mancata, fuori dai locali della mostra, una vivace discussione sul significato della manifestazione tra De Toni e Mattia Uboldi che, sabato sera, sarà il relatore della conferenza storica.(m.d.m.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Martines, Tiussi e Del Frate fanno quadrato contro le accuse di De Toni: non accettiamo lezioni
E i sindaci di centrosinistra sostengono l’evento
PALMANOVA “La marcia del Don” non è una manifestazione nostalgica, ma una sfilata storica: lo ribadiscono a tre voci i sindaci di Palmanova, Francesco Martines, di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi, e di Torviscosa Pietro Del Frate, attaccati dal Coordinamento antifascista friulano. I primi cittadini, tutti appartenenti al centrosinistra, spiegano che si tratta di un’iniziativa voluta dalla sezione Ana di Palmanova per avviare le celebrazioni del 60º di fondazione, un’occasione per «ricostruire storicamente un avvenimento che ha interessato anche le truppe alpine impegnate sul fronte russo». E precisano che, per portare nella marcia i plotoni in tenuta storica degli eserciti italiano, tedesco, russo, rumeno, ungherese e slovacco, l’Ana si è avvalsa del supporto dell’associazione Italica Virtus. «Il promotore e il principale organizzatore è la sezione Ana di Palmanova – precisano rispondendo alle accuse di Paolo De Toni – , che è stato ed è il nostro unico referente. I Comuni hanno concesso il patrocinio all’Ana, tramite i gruppi sezionali, perché è un’associazione importante per le nostre comunità, portatrice di valori legati al volontariato e al riconoscimento dei principi democratici della Repubblica. Dire, come fa De Toni, che la manifestazione è di stampo monarchico-fascista significa attribuire all’Ana di Palmanova un preciso intento politico monarchico-fascista, contrario allo spirito apartitico affermato dal suo statuto. La manifestazione ha sempre avuto il solo e preciso scopo di ricordare quanti sono caduti, su entrambi i fronti (non solo quello italiano-tedesco), nella campagna di Russia e in particolare sul Don». Non mancano i distinguo. «Nel commemorare le decine di migliaia di caduti per la patria – proseguono Martines, Tiussi, Del Frate – non si devono mai dimenticare le precise responsabilità storiche di quel massacro: la campagna di Russia e il suo esito disastroso sono stati il frutto, tragicamente assurdo, dell’aggressione di due stati totalitari, prima quello nazista tedesco poi quello fascista italiano, ai danni dell’Unione Sovietica». La manifestazione, per loro, deve lanciare un messaggio di pace,tolleranza e rifiuto della violenza. «L’antifascismo – concludono – è nel nostro Dna, lo dimostrano la nostra storia personale e politica, e su questo non accettiamo lezioni né da De Toni né da nessun altro. La polemica odierna pare anche strumentale, visto che De Toni non ha avuto nulla da ridire sulla prima edizione, organizzata dall’Ana a Udine, con la stessa formula e con la partecipazione di Italica Virtus, e conclusasi con l’intervento del collega sindaco Honsell. Siamo convinti che l’Ana garantirà la riuscita della manifestazione, nel rispetto del “taglio” storico dell’iniziativa. Se ne constatassimo un utilizzo strumentale, non esiteremmo a prendere provvedimenti conseguenti». Monica Del Mondo ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Coordinamento friulano boccia l’iniziativa che si terrà nella Bassa da oggi al 24: «É una rievocazione monarchico-militarista»
Marcia del Don, rivolta degli antifascisti.
Il Coordinamento friulano boccia l’iniziativa che si terrà nella Bassa da oggi al 24: «É una rievocazione monarchico-militarista»
Marcia del Don, rivolta degli antifascisti.
SAN GIORGIO DI NOGARO – Attacco frontale del Coordinamento antifascista friulano alla rievocazione storica della “Marcia del Don” che si terrà nella Bassa friulana dal 18 al 24 gennaio. Il coordinamento definisce l’iniziativa «una esibizione “monarchico-fascista”» e pensa già alle contromosse: la rievocazione storica dell’assalto alle carceri di Udine del 7 febbraio 1945 e la ricostituzione reale della Brigata partigiana dei “Diavoli Rossi”. “La Marcia del Don” è organizzata dalla sezione Ana di Palmanova, dall’associazione amici della fortezza di Osoppo, dalla realtà evocativa “Italica Virtus” e dall’Associazione nazionale volontari di guerra, con il patrocinio dei Comuni di San Giorgio di Nogaro, Porpetto, Bagnaria, Gonars e Palmanova, che prevede, oltre a varie iniziative, l’avvio da San Giorgio, il 24 gennaio, di una marcia. Saranno schierati mezzi d’epoca e uomini con le divise storiche. É prevista inoltre la deposizione di fiori ai monumenti ai caduti dei paesi attraversati: San Giorgio, Porpetto, Castello, Gonars, Fauglis, Bagnaria e Sevegliano. Ma ciò che ha provocato la reazione degli antifascisti vienhe spiegato dal portavoce del Coordinamento, Paolo De Toni, che polemizza anche con i sindaci che hanno patrocinato l’evento e li attacca pesantemente con un volantino: «Ci mancava solo la rievocazione storica dell’esercito monarchico-fascista. Noi diciamo no a tutte le guerre e no a tutti gli eserciti. Sì alla Resistenza antifascista. Il sindaco di San Giorgio, Pietro Del Frate, e i suoi colleghi di “sinistra” Francesco Martines, sindaco di Palmanova e Cristiano Tiussi, Sindaco di Bagnaria – afferma De Toni – , saranno ricordati per aver permesso e patrocinato (nel 70º anniversario della Resistenza!), l’ignobile farsa militarista e fascistoide della Marcia del Don, con tanto di esibizione di mezzi militari con il fascio littorio. Cosi la Caserma Piave, dove furono detenuti, torturati e assassinati molti partigiani si troverà a essere sede, di fatto, di una profanazione, praticamente inneggiante all’esercito fascista. Verranno a dirci che è solo una rievocazione storica, per la pacificazione, e questo sarebbe già di per sé inaccettabile perché operazione di marca revisionista, ma se poi si va a vedere chi siano gli ideatori ed esecutori di questa iniziativa, cioè“Italica Virtus” (il cui logo è estratto da una scritta autografa di Mussolini) e l’“Associazione Nazionale Volontari di Guerra”, non ci possono essere dubbi sulla contiguità di queste associazioni con la simbologia della monarchia, del fascismo e del militarismo». «Così la coscienza della popolazione della Bassa friulana – conclude – , viene nuovamente tormentata con le celebrazioni militariste della prima e ora anche della seconda guerra mondiale». Francesca Artico