NO OGM: nuovo comunicato del Coordinamento per la difesa della biodiversità

Gli interventi legislativi e le loro applicazioni non sono sufficienti a salvaguradare la biodiversità.

Nelle ultime settimane sembra che il fronte pro-ogm stia incassando diverse sconfitte, mentre i contrari stiano ottenendo delle vittorie di cui molti si danno i meriti. Secondo noi la questione non sta proprio così. Per prima cosa, il coordinamento tutela biodiversità FVG non ritiene di aver vinto niente. Diamo, naturalmente, una valutazione positiva agli interventi legislativi effettuati nei gironi scorsi dall’amministrazione regionale, avvenuti anche a seguito delle numerose mobilitazioni popolari che hanno posto in evidenza i limiti della coesistenza. Ma riteniamo anche che gli strumenti legislativi non siano sufficienti. Infatti, essi devono ancora essere vagliati e valutati dal consiglio europeo e le recenti notizie provenienti dall’Efsa, non preannunciano nulla di buono. La scorsa primavera la Francia, aveva vietato la coltivazione del mon 810, anche alla luce delle ricerche del dott Gilles-Eric Séralini, biologo molecolare dell’Università di Caen, in Normadia, le quali dimostrano la nocività del transgenico. l’Efsa, ai primi di settembre ha comunicato il respingimento della richiesta della nazione cisalpina di vietare le colture ottenute con tecniche transgeniche. Non dimentichiamo, poi, la minaccia proveniente dai TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) il cui scopo primario è l’eliminazione delle barriere normative, viste come limiti di profitto dalle multinazionali. Tali barriere rappresentano degli standard orami consolidati in ambito europeo come le normative ambientali, i diritti dei lavoratori, le norme di sicurezza alimentare, comprese la restrizione sugli OGM, i regolamenti sull’uso di sostante chimiche tossiche, etc. Accordi che sono presi senza informare l’opinione pubblica, e non è un caso! Inoltre, ricordiamo che in Europa sono importati tonnellate di soia, colza e mais ottenuti da semi transgenici coltivati nel continente americano da cui si ottengono mangimi destinati agli allevamenti intesivi. Inoltre, è in scadenza il Dlgs del 10 agosto 2013, di cui non si sa nulla su come il Parlamento abbia intenzione di pronunciarsi. Tutto questo ci dimostra, che i soli interventi legislativi non sono sufficienti nel lungo periodo sul piano ecologico, essi sono solo delle toppe. Lo diciamo fin dall’inizio della nostra costituzione, e lo abbiamo ribadito in ogni nostro comunicato stampa e iniziative, per noi è fondamentale un cambiamento nel paradigma della produzione del cibo. Nei media locali si parla di rottura del fronte pro-ogm, ma noi non esultiamo di fronte a certe notizie, poiché quegli agricoltori hanno rinunciato non per una presa di coscienza sulla questione del transgenico e di fare agricoltura, ma bensì per paura di effetti sul piano legale. Finché ci saranno imprenditori agricoli e non contadini, nessun avrà vinto.

Consideriamo assurde e ridicole le provocazioni le recenti provocazioni di seminare il mais a settembre e crediamo che ci sia bisogno di interventi da parte di qualche assistente sociale per aiutare certe persone che sembrano aver perso il lume della ragione.

Desideriamo un mondo migliore, desideriamo nuove forme di relazioni sociali, desideriamo un altro modo di fare agricoltura, dichiariamo il nostro no agli Ogm perché diciamo NO all’agroindustria del profitto a discapito della fertilità della terra.

 

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