da Il Piccolo del 23 luglio 2014
«Il Cie non riaprirà più» Missione compiuta a Roma
Garanzie dal ministro Alfano al deputato Brandolin e al sindaco Tomasinsig Il parlamentare Pd: «Il Cara non sarà ampliato senza l’ok di Provincia e Comune»
GRADISCA. Il sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig ci spera, il parlamentare Giorgio Brandolin (che ieri ha guidato l’audizione della delegazione isontina davanti al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione) ne è convinto: «Il Cie di Gradisca non riaprirà, e il Cara non verrà ampliato senza il parere positivo di Comune e Regione. Il sindaco Tomasinsig ha spiegato quali sono le pressioni cui il territorio deve rispondere e a colpire i deputati è stata la notizia che a Gorizia è situato il Comitato unico del Triveneto per le richieste di asilo, e quindi oltre agli ospiti della struttura, Gradisca e l’Isontino si trovano anche a dover affrontare le situazioni, spesso problematiche, di chi arriva in zona per questo». Brandolin ha ribadito quanto scritto dal ministro Alfano in risposta a una sua interrogazione. «Il ministro ha messo per iscritto che il Cie non riaprirà e sul Cara non si prenderanno decisioni non condivise da Comune e Regione, e questo è stato ribadito anche nelll’audizione. Siamo soddisfatti – ha concluso – perché siamo riusciti a portare le esigenze del territorio a Roma, e continueremo a tenerle sotto controllo, assicurando che nessuna decisione venga presa sopra la nostra testa».
Per il sindaco Linda Tomasinsig «la chiusura del Cie non è una chimera». È tornata da Roma con questo significativo spiraglio. Nel corso dell’intervento durato 40’ Linda Tomasinsig ha esposto le criticità che la doppia struttura per migranti ha portato al territorio. Ha ha ricordato la contrarietà espressa dal Comune fin dal 2000 a una struttura di trattenimento; ha ricordato le carenze della struttura sotto il profilo «del rispetto delle regole e dei diritti umani, così come evidenziato negli anni da ben due commissioni parlamentari».
Sbarre, assenza di spazi di socializzazione, divieto di utilizzo di libri e giornali, di utilizzare il cellulare, che hanno portato agli episodi di tensione riguardanti le rivolte, i danneggiamenti e le fughe degli anni recenti, e non certo ultima la tragica morte di un immigrato dopo mesi di coma a seguito di una caduta. Tutti episodi che hanno portato alla chiusura e ristrutturazione del Cie. Non ha mancato di sottolineare, Tomasinsig, le difficoltà degli operatori da mesi senza stipendi e delle stesse forze di polizia, il cui organico è insufficiente per fare fronte alle problematiche del Cie e al contempo al presidio del territorio. Ha infine espresso preoccupazione per l’avanzamento dei lavori di ristrutturazione, affermando senza mezze misure che essi «non risolvono le carenze evidenziate dalla struttura, fra cui quelle igieniche e sanitarie».
Per il sindaco, «il modello Cara va superato in favore di progetti medio-piccoli di accoglienza diffusa sul territorio».
Da parte sua la senatrice goriziana Laura Fasiolo ha annunciato che, sul problema del Cie/Cara di Gradisca, promuoverà la prossima settimana un incontro a Roma con il sindaco Linda Tomasinsig e il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.